giovedì, gennaio 26, 2006

Epsodus

Diano inserì il piccolo e freddo jack dentro lo spinotto posizionato nell'incavo della sua nuca, proprio sotto l'orecchio sinistro, con estrema attenzione; e da quel momento ogni suo respiro, ogni suo sbattere di palpebre ed ogni tocco del suo cuore avrebbe prodotto un fascio di elettricità modulata, che il portatile avrebbe tradotto con perfezione in una sequenza di uno e di zero.

In un vicolo lercio e sferzato dall'onnipresente vento di Detroid, tra spazzatura, vagabondi e sudiciume di ogni genere, un ragazzo di appena sedici anni stava compiendo un ormai quotidiano miracolo nell'america del duemilasettanta: l'uomo era tutt'uno con la macchina.

La mente adrenalinica di Diano si liberò a velocità impensabile, e dopo una connessione di qualche nanosecondo gli occhi firmati Horogen del ragazzo non si limitarono più ad osservare il degrado della strada davanti a loro, ma iniziarono a scrutare i fenomeni virtuali che piano piano si materializzavano con sempre maggiore rapidità.

Mosse un braccio, e un poliedro di colore cangiante tra l'azzurro chiaro ed il blu oltremare apparì nella matrice, provocando uno sfarfallio di numeri e dati tutto intorno.

Dopo una decisa digitazione in quella che dall'esterno non appariva altro che aria si aprìrono per lui le porte del gate principale, l'enorme motore che coordina l'intero traffico web della città. Milioni di luci dai milioni di colori attraversavano i circuiti della matrice a velocità folle mentre centinaia exabyte di informazioni fiorivano e morivano nell'etere come effimeri fiori rari.

Un lieve ronzio si sparse per tutto quel mondo sintetico.

probabilmente è il jack che scarica corrente sul mio cranio” si rispose il giovane al suo dubbio inespresso. Un bip lo distolse da altri pensieri: era arrivato.

Sopra, sotto, di lato e di fronte apparve la rappresentazione grafica del maestoso edificio Twin Center della Epsodus Elettronics, la ditta di distribuzione videogiochi più famosa di tutto il nord america.

Diano osservò con calma tutto l'impianto, conscio comunque del fatto che esso non esisteva realmente, e che qualunque sua forma, qualunque suo angolo o finestra, e soprattutto per quanto fosse di aspetto classico e tranquillo quel grattacielo, esso non dava nessuna informazione di quanto vi era celato all'interno, di quali pericoli lo aspettavano e di quante meraviglie videoludiche lui poteva spettarsi come ricompensa.

Un secondo bip questa volta lo mise in allarme, dalla grande icona che gli lampeggiava in alto sulla testa Diano seppe che i sensori densometrici del suo computer avevano rilevato del movimento vicino a lui.

(Per chi interessa un pò continua -->)

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