Ho fatto adessoun sogno, talmente malato che sento il bisogno di scriverlo qui, per dimenticarlo e continuare a dormire.
Il sogno era nitido, a colori ed abbastanza realistico, nonostante accado cose che sono normali solo nei sogni. Un vero incubo da strizzacervelli al quale non sono affatto abituato, visto che per lo più sogno colori e sensazioni e non delle vere storie dallo svolgimento più o meno lineare.
Ad ogni modo, mi trovavo in unpo chalet con tutti i miei amici. Ci stavamo divertendo e decidiamo di farci delle foto tutti vestiti con abiti di colori diversi, ad esempio uno tutto blu, mi sembra si trattasse di Marco, uno tutto bianco etc.
Il giallo era già stato preso, quindi io decido di vestirmi di Arancione, uno dei miei colori preferiti.
Scatto delle foto con la digitale di Stefano, ma quando poi vado a leggerne la memoria i miei occhi innorridiscono perché i primi scatti sono pornografia di una volgarità unica e riguardano la mia ragazza.
Considerate che Stefano, come quasi tutti gli altri miei amici, lo conosco fin dall'infanzia ed è sicuramente uno dei miei compagni più fidati e leali.
Ad ogni modo mi sono sentito morire di un dolore che non avevo mai provato prima. Forse è perché normalmente non sono geloso, o comunque lo sono molto meno della soglia comunemente accettata, ma quel rumore sconosciuto del cuore che si spezza e con tal forza ancora me lo sento adosso.
A quel punto, trattenendo un urlo vero e proprio, chiedo a Stefano di uscire perché gli dovevo parlare.
Prima di uscire chiamo la mia ragazza ma a rispondermi è la madre. Non ricordo bene, so che non parlo mai direttamente con lei ma che gli faccio dire di venire da me.
Stefano appare nervoso, perché probabilmente ha intuito cosa avevo visto (E non è che ci volesse tanto, visto che ha lasciato tutto in bella vista :), ma mi seguire fuori.
Una volta all'esterno, mi ricordo che era notte. Mentre parliamo, camminiamo lungo un fiumiciattolo la quale grandezza sembra variare in base a come conduciamo il discorso, assumento i tratti di un filo d'acqua a quello di un torrente sul quale è stato addirittura costruito un piccolo ponte di roccia.
Ora, razionalizzando, mi sembra che nel colloquio si siano assunti dei fatti del tutto inventati, che in quel momento erano scontati.
Il primo è che tempo fa io mi fossi lasciato per un paio di giorni con Alessia. Il secondo è che tra Alessia e Stefano ci fosse stato un bacio.
Come ho detto entrambi i fatti sono irreali, ma essendo un incubo queste cose apparivano come risapute.
Mentre camminiamo, quindi, gli chiedo cosa fosse successo tra loro in quel periodo, e fino a dove si era spinto con la mia ragazza.
L'ennesima cosa strana è che durante l'intero tragitto ci segue una giovane madre bionda, che tutta contenta osserva il figlio che tiene per mano andare su e giù per il fiume, nuotando tutto vestito.
I toni della discussione si accendono quando Stefano, abbastanza presto, mi dice che sono arrivati al punto mostrato sulla fotocamera.
Io lo prendo per il bavero della giacca/camicia ma non ricordo cosa gli dico. Ricordo che non potevo accettare la cosa, che mi veniva da vomitare.
La madre con il suo bambino, dal canto suo, era contenta ed orgogliosa ed io in un lato del mio cervello non capito come mai questa donna non si rendesse conto del nostro stato d'animo e non se ne andasse via, anche solo per proteggere il figlio da una situazione tanto disdicevole e dai vertici drammatici.
Forse è stato proprio l'osservare questo ennesimo paradosso a farmi svegliare.
Ora son qui, e me ne torno a dormire. Scrivere o raccontare gli incubi funziona sempre, probabilmente perché dopo aver scritto una tale marea di scemenze, ci si rende conto di essere ridicoli ad aver preso tutto questo per vero.
Scusate la confusione ma d'altronde sono le 5 del mattino, ed io fra due ore mi devo svegliare.
byez!