martedì, giugno 30, 2009

Ergo Proxy





You complete my fate
The world unwinds inside of me
You complete my fate
The halo crawls away
You repeat my fate
Rewinding all we can
You refill my place
You refill my place, place

Come and save me
Come and save me
Come and save me
Come and save me
Come and save me

You complete my fate
The heavens stroll inside of me
You repeat my fate
Revealing who we are
You refill my place
You refill my place, place

Come and save me
Come and save me
Come and save me
Come for me and take out my heart and take my breath away
Come and save me
Come for me and take out my heart and take my breath away
Come and save me

Believe in me and
Drink the wine and
Take my hand and
Fill me up

Believe in me and
Drink the wine and
Take my hand and
Let me follow

domenica, giugno 28, 2009

Povero bimbo :(

Giornata di minimoto.
Premesso che è la seconda volta che ci vado, la prima è stata 3 anni fa ..
Ad ogni modo salgo, giro, mi diverto. Mi sdraio due volte io da solo come un pirla ... ma come ca.zzo fanno a girarci su sti cosi senza grattuggiarsi i piedi ?
Sarà che sono un pippa, sarà che sono 183cm per 46 di scarpe, ma su sti cosi mi ci ammazzo che è un piacere

Ad ogni modo, visto che stavo facendo un casino ed il mio ego era sotto le suole (Rovinate), decido di mettermi dietro un tizio intutato per imparare qualcosina, solo che questo va più lento di me (Non so perché, passeggiava proprio) ed a una variante praticamente si ferma tanto frena, costringendomi a passarlo.
Mi sposto un pò sull'esterno curva per impostare e SBAM! urto un bambino
tutto intutato anche lui che finisce sull'erba con tutta la minimoto.
Ok, questi sono bambini ogm che in 8 anni 6 gli hanno passati in pista, e poi bardato com'era non si è fatto nemmeno un graffio, ma madonnina vedere un corpicino così sbattuto a terra mi ha pianto il cuore manco fosse figlio mio
Mi sono sentito proprio una meeeerd.aaaa ....

Vabbé .. colpa mia al 100% immagino. Sò troppo una pippa

domenica, giugno 21, 2009

Antipatico

Sarebbe facile per me risultarti simpatico.
Mi basterebbe essere affabile, gentile nei tuoi confronti o comunque fingermi interessato
di tutti quei piccoli episodi ai quali tu dai quell'enorme importanza.
Potrei preoccuparmi della tua grande storia d'amore o delle tue tragedie di salute, ma non
lo farò.
Non lo farò perché se lo facessi, se anche facessi finta di capirti, sarebbe per me come fare dei
piccoli passi nel tuo mondo; un mondo costruito intorno a paure, manie e paranoie.
Un intero universo che si erge in un precario equilibrio dal quale svegliarti all'improvviso
sembra avventato anche per me.
Se ti fossi simpatico, potrei vantarmi della tua amicizia. Ancora più importante, potrei
vantarmi di essere un tuo amico. Una persona che ti comprende e che cerca di darti
quello che tu chiedi in maniera tanto infantile.
Ma nella mia ottica, un amico non è colui che ti compatisce quando stai male, ma è colui che
cerca di guarirti, delle volte spronandoti a reagire, a combattere.
Per far emergere i detriti dal fondo, la maniera più rapida e l'agitare le acque.
Un amico potrebbe farlo con dolcezza, dosando momenti di comprenzione ad utili attimi
di stoici confronti; ma come ho detto io non ti sono amico.
Non sono tuo amico perché non ho interesse per te, ma questo non mi impedisce di
cercare di darti una scrollata, di farti sbattere contro più angoli possibili, in modo che forse,
un giorno, questo tuo mondo di finzioni e balocchi non crolli prematuro sotto il peso
delle sue contraddizioni, non facendoti altro che bene.
La verità rende liberi, si dice, ma professarla non è facile. La verità è dura per tutti, per me
quanto per te, ma a differenziarci c'è la volontà di scoprirla, anche a costo di sacrificare
la felicità che ci siamo avvolti intorno.
Se credessi che tutto ciò non ti tocchi, ti lascerei in pace. Se pensassi che la verità possa essere
lasciata fuori a battere alla porta senza che nessuno la senta, allora sarei comprensivo, ma so che così non è.
Prima o poi il risveglio arriva per tutti, a noi resta da sperare che accada in tempo utile.
Quindi, caro anonimo, se non mi vedrai mai circuirti o accettarti così come avviene con le
altre persone che ho scelto di frequentare, sappi che un motivo c'è, e scoprirlo ti sarebbe molto più utile che ignorarlo.
Ad ogni modo, se quest'ultima è la scelta che hai deciso di operare, il mio interesse per la cosa si esaurisce qui, in questo post di un blog che non leggerai.

lunedì, giugno 15, 2009

Sogno nefasto

Ho fatto adessoun sogno, talmente malato che sento il bisogno di scriverlo qui, per dimenticarlo e continuare a dormire.
Il sogno era nitido, a colori ed abbastanza realistico, nonostante accado cose che sono normali solo nei sogni. Un vero incubo da strizzacervelli al quale non sono affatto abituato, visto che per lo più sogno colori e sensazioni e non delle vere storie dallo svolgimento più o meno lineare.
Ad ogni modo, mi trovavo in unpo chalet con tutti i miei amici. Ci stavamo divertendo e decidiamo di farci delle foto tutti vestiti con abiti di colori diversi, ad esempio uno tutto blu, mi sembra si trattasse di Marco, uno tutto bianco etc.
Il giallo era già stato preso, quindi io decido di vestirmi di Arancione, uno dei miei colori preferiti.
Scatto delle foto con la digitale di Stefano, ma quando poi vado a leggerne la memoria i miei occhi innorridiscono perché i primi scatti sono pornografia di una volgarità unica e riguardano la mia ragazza.
Considerate che Stefano, come quasi tutti gli altri miei amici, lo conosco fin dall'infanzia ed è sicuramente uno dei miei compagni più fidati e leali.
Ad ogni modo mi sono sentito morire di un dolore che non avevo mai provato prima. Forse è perché normalmente non sono geloso, o comunque lo sono molto meno della soglia comunemente accettata, ma quel rumore sconosciuto del cuore che si spezza e con tal forza ancora me lo sento adosso.
A quel punto, trattenendo un urlo vero e proprio, chiedo a Stefano di uscire perché gli dovevo parlare.
Prima di uscire chiamo la mia ragazza ma a rispondermi è la madre. Non ricordo bene, so che non parlo mai direttamente con lei ma che gli faccio dire di venire da me.
Stefano appare nervoso, perché probabilmente ha intuito cosa avevo visto (E non è che ci volesse tanto, visto che ha lasciato tutto in bella vista :), ma mi seguire fuori.
Una volta all'esterno, mi ricordo che era notte. Mentre parliamo, camminiamo lungo un fiumiciattolo la quale grandezza sembra variare in base a come conduciamo il discorso, assumento i tratti di un filo d'acqua a quello di un torrente sul quale è stato addirittura costruito un piccolo ponte di roccia.
Ora, razionalizzando, mi sembra che nel colloquio si siano assunti dei fatti del tutto inventati, che in quel momento erano scontati.
Il primo è che tempo fa io mi fossi lasciato per un paio di giorni con Alessia. Il secondo è che tra Alessia e Stefano ci fosse stato un bacio.
Come ho detto entrambi i fatti sono irreali, ma essendo un incubo queste cose apparivano come risapute.
Mentre camminiamo, quindi, gli chiedo cosa fosse successo tra loro in quel periodo, e fino a dove si era spinto con la mia ragazza.
L'ennesima cosa strana è che durante l'intero tragitto ci segue una giovane madre bionda, che tutta contenta osserva il figlio che tiene per mano andare su e giù per il fiume, nuotando tutto vestito.
I toni della discussione si accendono quando Stefano, abbastanza presto, mi dice che sono arrivati al punto mostrato sulla fotocamera.
Io lo prendo per il bavero della giacca/camicia ma non ricordo cosa gli dico. Ricordo che non potevo accettare la cosa, che mi veniva da vomitare.
La madre con il suo bambino, dal canto suo, era contenta ed orgogliosa ed io in un lato del mio cervello non capito come mai questa donna non si rendesse conto del nostro stato d'animo e non se ne andasse via, anche solo per proteggere il figlio da una situazione tanto disdicevole e dai vertici drammatici.
Forse è stato proprio l'osservare questo ennesimo paradosso a farmi svegliare.
Ora son qui, e me ne torno a dormire. Scrivere o raccontare gli incubi funziona sempre, probabilmente perché dopo aver scritto una tale marea di scemenze, ci si rende conto di essere ridicoli ad aver preso tutto questo per vero.
Scusate la confusione ma d'altronde sono le 5 del mattino, ed io fra due ore mi devo svegliare.
byez!

lunedì, giugno 08, 2009

Buttate giù!

Ecco Sté che cerca di farla finita con la sua vita ma inutilmente perché
purtroppo non hanno accettato di buttarlo giù dall'aereo senza paracadute ..

Cit. di Stefano:
"Chi pensa che abbia rischiato qualcosa, provi a fare la tangenziale tutte le mattine
in moto".

Come dargli torto ?
Così, hai torto.