giovedì, dicembre 30, 2010

Ubuntu CE

Linux Ubuntu Christian Edition (noto anche come Virtuos Virgin) è una versione di Linux appositamente pensata per i cristiani. Lo staff lo ha creato in soli sei giorni (il settimo si è ripostato mentre faceva l'upload delle iso sul server).
Ecco le principali caratteristiche di questa distribuzione:

Dopo un po' di tempo che non usi il PC, Ubuntu Christian Edition inizia a pregare per salvare lo schermo.

Ubuntu Christian Edition ha un modulo speciale del kernel, plug 'n pray, per gestire le periferiche, dopo la connessione aspetta che preghi prima di farle funzionare.

Ubuntu CE fa funzionare Wine senza perdita di prestazioni, dopotutto può fare miracoli.

Ubuntu CE è l'unico sistema operativo che può girare su un'architettura trinitaria (x86, PowerPC, Sparch) senza essere ricompilato.

In Ubuntu CE Nautilus file manager è stato rimpiazzato da Arca di Noé file browser, ed integra una funzione di backup dei file limitata a 40 giorni.

In Ubuntu CE l'uomo patata è vestito. La nudità è oscena.

In Ubuntu CE, EOF è sostituito da AMEN.

In Ubuntu CE, chmod non permette di impostare i permessi a 666.

In Ubuntu CE la priorità dei processi non ha importanza, tutti i processi sono uguali davanti gli occhi di Dio.

In Ubuntu CE, fsck stampa "Questo è un buon momento per pregare" se eseguito in modalità automatica su un file system corrotto.

I virus non sono messi in quarantena in Ubuntu CE, ma sono gestiti da un processo confessore che ascolta prima i loro peccati.

Il lettore multimediale di Ubuntu CE, scopre automaticamente i messaggi nascosti nella musica rock e li cancella.

In Ubuntu CE, solo i processi sposati possono fare figli.

In Ubuntu CE, il processo init è stato rimpiazzato da genesis.

Se disinstalli Ubuntu CE, si reinstallerà automaticamente dopo tre giorni.

Ubuntu CE non ha il "configuration Wizard" (mago di configurazione), perché le superstizioni non sono ammessi in sistemi operativi cristiani.

Se un processo "muore" (dies) in Ubuntu CE, raggiunge la vita eterna. Se non ha errori nel codice, raggiunge il Paradiso Informatico. Se ha errori nel codice, è condannato a passare l'eternità nell'Inferno Informatico.

In Ubuntu CE non ci sono messaggi diretti dal Sistema Operativo all'utente: ci sono invece dei Profeti che si incaricano di farli recapitare.

In Ubuntu CE non ti puoi collegare come root (amministratore) perché non puoi sostituirti a Dio.

In Ubuntu CE tutti i CD devono rimanere vergini prima del matrimonio. Quelli non vergini rischiano di essere burned (bruciati).

In Ubuntu CE non puoi configurare un'interfaccia di rete in modalità promiscua.

In Ubuntu CE è stata tolta dalla libreria scientifica la peccaminosa funzione sin().

In Ubuntu CE non solo puoi navigare sul web, ma puoi anche camminarci sopra.

Durante il periodo quaresimale, Ubuntu CE funziona solo in modalità testo.

Se stai utilizzando la normale Ubuntu (non cristiana), esiste uno script per convertirla. (PS: questa è vera! http://www.whatwouldjesusdownload.c...-of-ubuntu.html)

Sfortunatamente, non è possibile installare Ubuntu CE su un Mac. Infatti, se si prova ad inserire il CD di Ubuntu CE su un computer della Apple, appare una schermata di errore con scritto: "Ti avevo detto di non toccarla!".

In Ubuntu CE ci possono essere soltanto un amministratore e 12 utenti, uno dei quali aiuterà gli hacker ad accedere al sistema.

In Ubuntu CE, quando un utente tenta di kill (uccidere) un processo, compare una schermata di errore con scritto: "Rispetta il 5° comandamento".

In Ubuntu CE, la cartella dove vengono messi di default i files salvati è \heaven.

In Ubuntu CE, durante il login non ti viene richiesta alcuna password, ma ti viene fatta una domanda di catechismo per verificare se sei veramente cristiano.

In Ubuntu CE, quando appare la manina al posto del cursore, si vedono chiaramente le stigmati.

In Ubuntu CE al posto dei processi daemons (demoni) sono stati introdotti i processi angels (angeli).

PS: stupidaggini a parte, esiste veramente! http://www.whatwouldjesusdownload.c...an-edition.html

lunedì, dicembre 06, 2010

Adele - Make you feel my love

When the rain is blowing in your face,
and the whole world is on your case,
I could offer you a warm embrace
to make you feel my love.

When the evening shadows and the stars appear,
and there is no one there to dry your tears,
I could hold you for a million years
to make you feel my love.

I know you haven't made your mind up yet,
but I would never do you wrong.
I've known it from the moment that we met,
no doubt in my mind where you belong.

I'd go hungry; I'd go black and blue,
I'd go crawling down the avenue.
No, there's nothing that I wouldn't do
to make you feel my love.

The storms are raging on the rolling sea
and on the highway of regret.
Though winds of change are throwing wild and free,
you ain't seen nothing like me yet.

I could make you happy, make your dreams come true.
Nothing that I wouldn't do.
Go to the ends of the Earth for you,
to make you feel my love
to make you feel my love!

lunedì, novembre 15, 2010

Sentiero

Cammina nella sabbia mentre il sole è folgore
cenere attraversa il suo sguardo sopito
tutto era e tutto è polvere
di luce e ottone tutto è guarnito

La mente viaggio ove non c'è colore
la bocca tiene nascosto un sorriso
nell'ultimo giorno illuminato dal sole
l'ultimo uomo cammina sul suo viso

Egli protende la sua mano di fiamma
nulla risponde al solitario abbraccio
ma egli è convinto di toccare una palma
fatta di soave eterno ghiaccio

Sei tu pace o dannazione ?
Chiede l'uomo con tutto il fiato
Ciò che importa è la destinazione
Risponde l'altro chiamato fato

Anarquia

Parlare con il mare

Quanto è anacronistico in quest'epoca perdere tempo prezioso a soffrire per la condizione umana.
Il fatto è che il tempo non è così tanto prezioso per noi. Noi che ne abbiamo da perdere, noi che godiamo nel perderlo.
Non sono sempre depresso, ma quando lo sono scrivo, motivo per cui posso apparire come una persona eternamente triste, o stupidamente sconsolata. Affranta da un futuro senza prospettive, capace solo di condurre alla tomba, con la dolcezza con la quale ci si addormenta al concludersi di una giornata felice.
Non è nei miei piani fare tante cose. Non mi interessa scalare l'Everest, vincere il campionato di decathlon o invadere la Polonia per la milionesima volta.
Non ho grandi prospettive. Nessuno della mia generazione credo ne abbia.
La prossima almeno ha degli dei al quale confessarsi, come il grande fratello, gli x-factor o gli amici di Maria.
Noi di prospettive non è che ne abbiamo mai avute, ma è veramente troppo semplice scaricare tutto su una depressione generazionale.
E' comodo pensare che non è colpa nostra, che è la società ad averci reso cinici.
Già da bambini abbiamo imparato che il fallimento non è fallimento se viene mascherato da successo, che i soldi sono il metro di giudizio della civiltà e che gli idealisti, i romantici, non sono altro che dei fattoni perditempo, che non concludono niente.
Ma cosa concludono gli altri ?
Io non voglio concludere niente. Quello che mi piacerebbe è credere.
Vedo tanta gente intorno a me. Gente adulta, con vite complesse. Gente che sta concludendo la sua carriera professionale, gente che vive le sue giornate all'avventura.
Non sembrano persi e smarriti quanto me. Nessuno sembra nemmeno un essere umano quando si è tristi.
Non voglio consolazione. Quella no. Non mi interessa nemmeno la comprensione.
Mi interessa solo scrivere, mettere sulla rete questo posto come un naufrago mette il suo messaggio nella bottiglia, affidandolo al mare, conscio che questo non servirà a salvarlo.
Non voglio parlare con te, voglio parlare con il mare.

lunedì, novembre 08, 2010

Delurabbia

Quello che provo al momento è un senso di delusione misto a rabbia. Rabbia di non poter cambiare ciò che mi sta intorno senza distruggere quello che sono ora.
L'idea che, una volta operato lo sfacelo, se le cose non miglioreranno, o anzi peggioreranno, a quel punto sarà anche colpa mia.
Non mi sento sotto pressione, non ho responsabilità per quanto succede. Questa è la naturale destinazione di un treno partito molto tempo fa. Un treno con pendolari che devono scendere su binari differenti.
Che ne so, sarà questa carrellata di tutta la serie di Rocky che stanno dando da due mesi a questa parte, ma mi sento proprio come un pugile suonato.
Un atleta che non ha niente da dimostrare a nessuno, non più, e che se si rialza lo fa solo per sé stesso, e non per lo spettacolo, o per l'onore, o per quegli alti ideali.
Come un moderno e borghese barbone che stanco si accascia su una panchina, sfogliando i giornali lasciati per terra, mi siedo su una scomoda sedia di legno, digitando parole a caso su internet.
La rabbia si sopporta. Raggiunge un apice e poi scema. Ma la delusione no, quella permane, si insinua nelle ossa come un freddo siberiano, che non ti lascia più nemmeno dopo anni.
La delusione è l'intuitiva percezione di aver perso la fiducia, ti fa sentire solo, incompreso ma non confuso.
Anzi, di norma schiarisce le idee.
Alla delusione segue la comprensione e poi l'accettazione. L'accettazione che il mondo è diverso da come lo vedevi.
Più a lungo si trascina questo limbo di idee, più si soffre.
Quello che è difficile mandare giù, è che non si vuole soffrire. Ogni attimo di tristezza è un ulteriore riprova della propria stupidità pregressa.
La potrei chiamare delurabbia, soprassedendo ad un mio scarso vocabolario emotivo.
La delurabbia è una viscida lumaca, di un colore smorto, indefinito, che striscia sulla tua gamba con lentezza, portandosi via molto del tuo entusiasmo.
la delurabbia fa schifo, è un inutile bagaglio dimenticato nell'angolo della stanza che non si ha voglia di disfare.
Ma passerà anche questa, e riderò di queste parole.
Così procede.

martedì, ottobre 26, 2010

Diario di un giovane Haker

Mi ha fatto cadere dalla sedia !!!! XD

Caro diario, giorno 1
Oggi ho deciso di installare Linux. Non si può essere un vero hacker se non si usa Linux, e io voglio essere un vero hacker. Soprattutto per far colpo sulle ragazze. Ho chiesto a quelli che conoscevo ed ho scoperto che Giovanni usa Linux; stranamente ha gli occhiali spessi, è sovrappeso, non si lava molto, non si rade e non conosce nessuna ragazza.
Mi aspettavo qualcuno di più figo, con gli occhiali scuri anche al chiuso e il trench di pelle. Probabilmente si traveste per non dare nell'occhio. Una doppia vita! Che cosa emozionante diventare un hacker. Mi ha consigliato la Debian dicendo che è la "distruzione di Linux" per veri duri. Io sono un duro. Uso il computer da quando ero piccolo; sempre Macintosh, ma quando uno sa usare un computer, li sa usare tutti! Pensa: l'hacker di "Indipendence Day" entrava nel sistema operativo di una nave aliena: figata! Chissà perché si chiama "distruzione di Linux". Dovrò chiedere. Che nome da duro!
Caro diario, giorno 2
Giovanni mi ha spiegato oggi che la Debian è una DIS-TRI-BU-ZIO-NE di GNU/Linux. Non distruzione. Dice che è molto importante che si dica GNU/Linux, se si dice solo Linux la Microsoft (che dovrei scrivere Micro$oft o Microsuck, non so perché) prenderà il controllo del pianeta, provocherà l'Apocalisse, spegnerà il sole, farà piangere Gesù Bambino e impedirà che ci siano giochi recenti per GNU/Linux. In questo ordine (di importanza). Giovanni dice che GNU vuoi dire "GNU Non è Unix", però Linux è Unix e Giovanni dice che è da queste contraddizioni apparenti che si capisce chi è un vero hacker. Tutti gli altri sono dei perdenti che si meritano che un Virus spedisca alla nonna pezzi di E-Mail pornografiche scambiate con la morosa. Io non posso essere un perdente perché mia nonna è quadriplegica e non sa usare il computer; oltre tutto, non ho mai avuto la morosa, anche se ho scritto dei racconti un po' spinti su Kaori della pubblicità del Philadelphia. Sto già diventando un vero hacker.
Caro diario, giorno 3
Ho smesso di fare domande a Giovanni, perché il suo travestimento da non-figo puzza davvero tanto e non riesco a concentrarmi trattenendo il fiato. Chissà dove si procura il suo "odore di ascella non lavata da quindici giorni", è DAVVERO realistico. Un altro segreto hacker, immagino. Ho comprato una rivista con i CD della Debian. Da questa notte il mondo sarà mio: devo solo installarla, poi sarò un vero hacker. Nella rivista non ci sono donnine nude: un vero hacker si eccita con le immagini dei computer nudi (smontati), o con il "codice sorgente". Ci ho provato, ma ho ancora molto da imparare.
Caro diario, giorno 4
Non trovo setup.exe nel CD. Sarà rovinato. Domani lo vado a cambiare.
Caro diario, giorno 5
Non c'è il setup.exe! E' tutto molto semplice: si inserisce il CD a computer spento, si seleziona da BIOS di boot-are (un modo di dire inglese che vuoi dire "stivalare", ah! gergo hacker!) da CD, e si installa. Facilissimo. Ci ho messo solo 3 ore a capirlo. Ora devo solo scoprire come invocare il BIOS.
Caro diario, giorno 7
Sono fortunato! Il BIOS nel mio computer si invoca semplicemente premendo i tasti CTRL-ALT-SHIFT-CANC-Q-W-E-R-T-Y-1-2-3-4-5 contemporaneamente nei 4 microsecondi in cui avviene il check della memoria. Pensa che nel computer di uno che conosco è possibile invocarlo solo nelle notti di luna nuova, dopo la mezzanotte, se si rimane all'interno d'un pentagramma tracciato per terra col sangue d'un gallo nero. E' destino che io diventi un hacker.
Caro diario, giorno 8
Sto installando. Ho aspettato 4 ore che comparisse la schermata grafica, ma continuo solo a vedere delle scritte. E non compare la freccetta del mouse. Devo chiedere.
Caro diario, giorno 9
Le scritte andavano lette! Pensa come sono furbi questi hacker, nessuno può usare il LORO GNU/Linux se non sa che le scritte vanno lette. E' un po' come una società segreta.
Caro diario, giorno 10
Ieri mentre installavo mi è stato chiesto di "partizionare l'hard-disk". Ho spinto OK quattro o cinque volte e sono andato avanti. Cosa sono i moduli del kernel? Non so, ne ho scelti alcuni a caso.
Caro diario, giorno 11
In solo una settimana ho fatto partire il sistema. Pare che io abbia cancellato tutto quello che c'era sull'hard disk quando lo ho partizionato, ma non è grave: c'erano solo le mie mail personali degli ultimi 3 anni con tutti gli indirizzi (quando sarò un hacker famoso, si rifaranno vivi tutti) e la copia digitale della dimostrazione dell'ultimo teorema di Fermat che avevo trovato in soffitta della nonna, dopo che è morta (non sono andato al funerale perché stavo installando). Poco male: diventerò un hacker, ed ho la copia cartacea. Non faccio una doccia da quando ho cominciato, ho la barba un po' lunga e sto solo mangiando pizza e hamburger. Però sto bene.
Caro diario, giorno 12
I moduli del kernel non andavano scelti a caso. Pare che io abbia fatto qualcosa che non va riguardo al modulo per la scheda grafica. Il monitor è esploso. Poco male: ne ho un altro. Nell'incendio è bruciata la copia cartacea della dimostrazione dell'ultimo teorema di Fermat. Non importa, non trattava di Linux. Le mie ferite guariranno in un mese, nessuno farà caso alle cicatrici quando sarò un hacker figo. Ho messo su 4 chili: smaltirò poi, ora non ho tempo.
Caro diario, giorno 14
Ho passato due giorni a scegliere quali programmi installare: l'elenco ne comprende 6739, con nomi di solito senza vocali come ed, amb, brlscnb e mvf fncl; di questi, 1356 sono editor di testo! Pare che servano tutti: gli hacker ne sanno una più del diavolo!
Caro diario, giorno 15
XF86Config ne sa MOLTE più del diavolo. O forse serve ad evocare il diavolo stesso, non ho capito bene.
Caro diario, giorno 20
Finalmente il computer funziona. Meno di tre settimane per sistemarlo: un record di velocità. Ho dovuto saltare le docce per risparmiare tempo, ma non ne ho risentito. Certo, non funziona l'audio, la grafica non va a più di 16 colori a 640*480, il masterizzatore non dà segni di vita e il cursore si teletrasporta da un angolo all'altro dello schermo: ma è proprio dalla capacità di affrontare questi piccoli disagi che si vede il vero hacker. Ora mi connetterò a Internet. Mi hanno detto che gli altri hacker sono sempre molto disponibili verso chi vuole imparare. Sono passati i vicini a chiedere dove era il cadavere. "Quale cadavere" ho chiesto io. "C'è odore di cadavere in decomposizione" hanno risposto. Non capisco. Non sento nessun odore: saranno impazziti? In effetti mi lanciavano delle occhiate poco rassicuranti.
Caro diario, giorno 21
Oggi ho provato a connettermi a Internet. Ho un WinModem. Questo è MALE.
Caro diario, giorno 22
Oggi ho provato a connettermi a Internet. Qualche cosa è andato storto, dal nuovo modem vengono rumori strani e un po' irati.
Caro diario, giorno 23
I rumori strani erano la voce di un cambogiano che rispondeva alle telefonate. Pare che il suo numero di telefono sia quello usato di default per la connessione a Internet. Ha detto che, se voglio, mi legge ad alta voce il giornale, così mi sento nell'autostrada dell'informazione. Per ora ho declinato. Si chiama Chea Vichea.
Caro diario, giorno 24
Mi sono connesso! Fino a che non esco dal pentagramma di sangue di gallo nero, tutto funziona a meraviglia! Mi chiedo cosa succederà all'alba. Sento degli strani rumori provenire dalla cantina.
Caro diario, giorno 25
Ho mandato delle mail su Internet chiedendo aiuto per capire meglio. Ho scritto sulla mailing list Kernel Dev, mi sembra il posto migliore per trovare degli esperti.
Caro diario, giorno 26
Chi è RTFM? E quando comincerà ad aiutami?
Caro diario, giorno 31 (o forse 52)
Sono stato multato. Pare che sia vietato bruciare i computer in terrazzo. Ho detto che dopo tutto era Capodanno, ma mi hanno spiegato che Capodanno è stato tre settimane fa: devo aver perso il conto dei giorni. Ora che ho eliminato il computer, sto molto meglio. Dopo la terza doccia ho sentito i miei vicini di casa urlare "era ora che riparassero quel tombino, l'aria era proprio irrespirabile!". Ho comprato un machete per tagliarmi la barba, fino ad ora ho rotto tre rasoi. Domani parto per la Cambogia, ho ritelefonato a Chea Vichea. Mi ha trovato un lavoro come bracciante nelle risaie. Non vedo l'ora di cominciare: ha detto che il computer più vicino è a 5km dal suo villaggio. Basterà?

Marco Liverani

Sandwich

mercoledì, ottobre 20, 2010

La cagnetta della Raffineria


Ecco la bella cucciola che si aggira per la raffineria.
Riuscirò a trovarle un padrone prima di doverla per forza di cose parcheggiare nel mio giardino ?
Chi vivrà, vedrà !

Ricordi lontani


Ieri sono dovuto andare ad un appuntamento di fronte al mio vecchio liceo.
Una volta parcheggiato, mi sono soffermato ad osservare le rosse cornici delle finestre, i corridoi nei quali trascorrevo le ore di buco, il cortile che frequentavo a ricreazione.
Non sono mai stato famoso per la mia memoria. Anzi, la facilità con la quale mi dimentico le cose è divenuta proverbiale tra la mia compagnia, ma devo dire che ogni reminiscenza risalente ai tempi della scuola mi giungeva lontana, quasi impalpabile alla mia mente.
Ricordavo degli eventi, delle situazioni ed anche dei pensieri, ma nessun odore, suono, emozione.
Era come osservare i ricordi di un altra persona attraverso uno schermo.
La vita di un parente, o di un amico che ricordi con affetto, ma non la propria.
Sentivo così poco contatto con il me stesso di quel tempo. Eppure è passato così poco da quando mi preoccupavo della prossima interrogazione, o del compito in classe.
Solo pochi anni sono bastati a sbiadire una intera vita precedente.
Penso con il sorriso ai miei problemi del tempo, ma senza deriderli. Ogni quotidianità ha i suoi scogli e le sue preoccupazioni, forse oggettivamente inferiori a quelli di altri, ma non per questo di poco valore.
E' curioso come senta più presenti i primi e gli ultimi giorni che ho passato in quell'edificio, lasciando nel mezzo una serie di episodi indefiniti, in ordine sparso e confusionario.
Tante volte mi vien da pensare a cosa potrei dire al me stesso di ieri, per poter rendere più sereno il mio presente. E' un pensiero divertente ma a volte frustrante.
Credo che quasi nessun insegnamento veramente importante possa essere tramandato senza l'esperienza.
Tutto quello che si può fare è prepararsi, abituarsi per tempo, ma nulla ci mette in condizione di comprendere l'ignoto prima di confrontarsi con esso.
A questo proposito, ho trovato maggiormente utile l'accettazione rispetto alla comprensione.
Accettare che non siamo in grado di comprendere è il primo gradino per la conoscenza.
Fin da adolescente osservai che il mondo nel quale mi muovevo, il mare nel quale nuotavo, era del tutto differente da quello degli adulti, da quello dettato da differenti culture e condizioni sociali.
Solo ora che ho "Passato" alcuni di questi "Cambi di stato", però, mi rendo conto di quanto effettivamente lontani sono gli universi che ci contraddistinguono.
Mi chiedo se un giorno avrò la capacità di superare questo gap per comunicare con coloro ai quali tengo.

venerdì, ottobre 15, 2010

Armi silenziose per guerre tranquille

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Schiavi di sé stessi

E' con un certo rammarico che noto un aumentare di fervore ideologico nelle persone intorno a me.

La curiosità verso stili di vita differenti, nuovi modi di vedere il mondo e sé stessi, sembra sempre una attività positiva, l'inizio di un percorso di auto determinismo.
Ma, per definizione, si cerca ciò che non si possiede. Per questo motivo chi parte in cerca di sé stesso deve prima accettare il fatto di non conoscersi, di non sapere.

Il primo passo di ogni percorso formativo è la scoperta dell'umiltà.

Senza di essa non potremmo mai spogliarci del nostro vecchio io. Come moderni San francesco dobbiamo abbandonare le nostre convinzioni per abbracciare l'ignoto, l'incertezza che tanto ci ha fatto tremare in passato.
Tanto da erigere a difesa imponenti mura composte da falsi giudizi, sicure opinioni, scientifiche certezze.

Per questo motivo provo sospetto verso chi abbandona tali convinzioni per abbracciarne subito altre.
Non è naturale.
Chi lascia un porto necessita di navigare per trovarne una altro. Trovarsi subito a terra significa essersi spostati poco e niente.

Il fatto è che, e forse non si direbbe, io apprezzo molto quell'incertezza.
E' mia abitudine cercare lo scontro ideologico. Sono un convinto oggettivista e credo che la realtà sia una ed una sola. Non accetto una forza casuale nell'universo e non disdegno di mandare a quel paese chi la pensa diversamente da me.
Ma questo mio essere un colloquiale despota non mi ha mai impedito di ascoltare gli altri. La mia famigerata nomea di barbaro della dialettica è figlia di questa mia volontà di cercare lo scontro di intelletto, di sbattere contro le altre navi disperse in mare, perché solo con tali incidenti la mia rotta è costretta a cambiare, a modificarsi per cercare il faro che prima non scorgevo.

Ogni volta che ho abbracciato una idea, l'ho fatta mia. Non ho mai parlato per bocca di altri. Non ho mai cercato le opinioni lì dove sapevo di trovarle a mio favore.
Senza contrasto non c'è litigio, ma senza litigio non c'è evoluzione, accrescimento, apprendimento.

Eppure vedo quanto è facile per molti di noi unirsi a gruppi di gente scelta. Comunità omogenee pronte ad avallare ogni forma di idea condivisa ed a demonizzare i diversi, coloro che dissentono o anche solo non seguono quello che, per forza di cose, presto si trasforma nel "Verbo".

Ancora più facile è mettere in discussione solo alcuni dettagli di sé stessi e convincersi di essere diversi. Di appartenere a pieno titolo ad un gruppo costituito.
E' facile e rassicurante, perché seguire la strada tracciata da altri è sempre confortevole.
Pensare di essere un altra persona dona un senso di comunione con il prossimo, porta a sentirsi puliti, diversi, perdonati di tutti i passati peccati, convinti che non potranno più ripetersi.
Che sciocca convinzione.
E' questa paura che ci porta a voler conoscere il perché di ogni cosa. Il motivo per il quale DOBBIAMO conoscere le ragioni dietro un delitto, per essere sicuri che a noi non possa capitare.
Per questo proviamo un senso di sollievo a sapere che la vittima era diversa da noi, che le motivazioni ci sono estranee.
Se una cosa può accadere a chiunque, può accadere anche a noi, e questo ci fa paura.

E' un istinto atavico.
Nell'antichità, era questione di sopravvivenza.
Conoscere il motivo per il quale la terra è smossa, significa non incontrare un animale predatore.
E quando una di queste ragioni sfocia nell'irrazionale, noi ci inventiamo una legge cosmica, una religione, un qualsiasi insieme di regole che ci metta ideologicamente al riparo dalla catastrofe improvvisa.

E' questo che ci fa sentire in pace quando ci convinciamo di essere parte della soluzione, anziché del problema. Ma questo è impossibile, perché parte del problema lo saremmo sempre, in ogni situazione.
Non si può accettare di essere colpevoli solo perché si è nati, perché altrimenti non si avrebbe il controllo sulla propria esistenza ...

Alla fine è questo che siamo. La nostra intera cultura multi millenaria è il risultato di un enorme, sconfinato complesso di impotenza.
Uscire da questo cerchio è visto come disonorevole, arrendevole, privo di dignità. Eppure così saggio.

Se vivessimo per sempre, tali dubbi ed incertezze sarebbero ben poca cosa .. ma il problema è che siamo limitati al tempo, e questo tempo lo perdiamo ad inseguire certezze su una realtà che non potremo mai afferrare.

Io credo nella realtà oggettiva, così come credo che nessuno possa mai raggiungerla.

Alcuni credono di averla raggiunta. E' questo lo trovo una tragica perdita di tempo.


mercoledì, ottobre 13, 2010

Un secondo


Un giorno un uomo chiese a Dio:

"Dio, cos'è per te un milione di anni ?"

E Dio rispose:

"Un secondo ..."

Allora l'uomo continuò:

"E cos'è per te un milione i dollari ?"

E Dio ancora:

"Un penny ..."

Allora l'uomo chiese:

"Dio, mi presteresti un penny ?"

E Dio, sorridendo:

"Certo. Tra un secondo ..."


lunedì, settembre 13, 2010

Nel fango


Come quando si è impantanati nel fango, ho la sensazione che ogni mio movimento sia inutile.
Mi fermo, aspettando che la terra mi inghiotta, approfittando dei miei ultimi istanti di vita prima dell'oblio per guardarmi intorno. Non in cerca di un appiglio, come si potrebbe pensare, ma per registrare ogni dettaglio, conscio di non avere nulla di meglio da fare.
Quando tutto sarà finito, ad aspettarmi ci sarà l'ignoto.
Ognuno di noi ha sognato almeno una volta di essere un avventuriero, un impavido eroe che sprezzante del pericolo affronta le sue paure e l'incertezza del suo futuro.
Come sempre accade, ciò che sogniamo non è mai ciò che vorremmo ottenere.
L'oscurità è lì, e mi sta aspettando. Non sembra né buona né cattiva, ma solo paziente. La pazienza dell'inevitabile.
Il fango procede con la sua implacabile voracità e, nonostante l'idea di sfuggirvi sia stata abbandonata da tempo, la volontà di arrendesi ad essa non è ancora matura.
Possibile che la strada sia soltanto una ?
Da piccoli siamo convinti di poter diventare tutto ciò che vogliamo. A volte mi sembra possibile ancora adesso.
Ma come possiamo esserne sicuri ? Se ciò fosse vero, tutta la nostra vita dovrebbe essere il frutto di una scelta; ma è così solo per pochi di noi.
Come bambini in un enorme negozio di giocattoli, ciò al quale aneliamo è spesso la possibilità di scegliere, e non la scelta in sé.
Ma che senso ha poter scegliere se una scelta non si opera ? E' forse questa la radice di ogni nostra insoddisfazione, la granitica certezza alla quale il destino ci porta ?
Per chi vive nel dubbio, il dubbio rimane l'unica certezza. Abbandonarla spaventa, confonde.
Il fango ormai lambisce la mia testa, ed ancora non sento del calore dall'altra parte. Non avverto nessuno che mi attende né delle voci di conforto.
Guardo ancora ciò che mi circonda, combattendo contro la malsana idea che sia tutto quello che sto per abbandonare.
La guarderò ancora e ancora e ancora. Non per ricordarla ma per riconoscerla. Non per lasciarla ma per ritrovarla.
Nell'ignoto. Quando affonderò di nuovo.

lunedì, settembre 06, 2010

lunedì, agosto 09, 2010

Ghandi


"Quando dispero, io ricordo che nel corso di tutta la storia la via dell'amore e della verità ha sempre vinto. Ci sono stati tiranni, macellai, e per un po' possono sembrare invincibili; ma la conclusione è che cadono sempre. Riflettici: sempre."

martedì, giugno 22, 2010

lunedì, giugno 14, 2010

End of line

Ed il lavoro se ne vaaa ...
A fine mese i miei servigi non sono più richiesti, quindi bye bye!
Che dire ? Boh, sapevo che questo giorno sarebbe arrivato già quando ho firmato il primo contratto.
Questa è la realtà dei lavori su commissione, del lavoro presso il cliente, delle società di servizi che
forniscono personale anziché servizi.

I miei piani ?
Sono stato contattato da un funzionario per il microcredito necessario ad aprire una attività, ma ho deciso di
rimandare per almeno qualche mese. Devo essere maggiormente preparato sotto vari punti di vista prima di
"Balzare".
Ho adocchiato un corso di certificazione come sistemista Unix, che mi consentirebbe per lo meno di
rispondere ad annunci di lavoro più stimolanti e redditizi.
Si parla di premere acceleratore sul progetto siti, di investire un minimo in consulenze private da
dirottare poi nella futura ipotetica attività fisica.

Insomma, non sono particolarmente preoccupato e nemmeno arrabbiato. Mi sono adirato molto di più
in altre situazioni, ironicamente meno importanti.
Potrei affermare che la consapevolezza mi abbia aiutato, ma credo più che si tratti di leggerezza di pensiero.

Paradossalmente, le reazioni di un uomo incosciente e quelle di un uomo consapevole sono spesso molto simili. Se io sia l'uno o l'altro, solo il tempo potrà confermarlo.

domenica, giugno 06, 2010

Ipad

Perché un funboy di Apple come me non dovrebbe parlare di iPad ?
Lo fanno tutti. Video su video di unboxing, recensioni pro e contro, analisi delle vendite,
feedback del prodotto e proiezioni astrali jobsiane da qui al 2012. Quindi lo faccio anche io :P

L'iPad a differenza di quanto sostengono i fedelissimi, non lo trovo un prodotto geniale. Non se
si guarda il mero prodotto, almeno.
E' stato definito l'iPod gigante, e per quanto questa definizione suoni come una critica, non posso dire che descriva troppo male il tablet di Cupertino.
L'iPad è un ipod gigante, e proprio per questo è una figata assurda!
Da possessore di iPod touch da circa 2-3 anni, posso dire che l'idea di utilizzare un device che grazie alla sua dimensione mi consenta di massimizzare la mia esperienza di utente ipod, mi elettrizza non poco.
Sembra un cliche dirlo, ma chi non ha mai posseduto un iPod Touch o un iPhone non potrà mai comprendere nessuna recensione su un prodotto del genere. Sarebbe semplicemente come chiedere ad un non patentato cosa pensa di una bmw m5. Ti dirà che è esteticamente bella, ma poi cosa potrà capire delle tue impressioni di guida ?
C'è gente che a volte chiede cosa ci si potrebbe fare.
In realtà mi sento porre questa domanda da una vita, ma riguardo ai computer in generale.
Compro un portatile ed il vecchio di turno, quello che passa le giornate in piazza seduto sulla sedia di paglia che si porta da casa ogni mattina, mi dice "Bello, bello, ma cosa ci fai ?".
Il problema è che questa domanda ha talmente tante risposte da risultare impossibile da soddisfare.
"Ci lavoro", ma quel vecchio ha lavorato 50 anni senza un computer, quindi è una stronzata.
"Ci gioco", ma i bambini giocano con una palla ed uno scatolone, quindi non regge.
"Ci vedo i film, ci sento la musica" Ci sono i cinema, ci sono le radio.
Ma insomma, a che cappero servono i computer ? Ad andare su internet ?
"E che l'è interniett ??"
Vabbé, lasciamo perdere.
So solo che anche per uno come me che non dorme, ma va in standby. Che non si nutre ma si ricarica e che chiama il proprio pc con il nome che aveva scelto per sua figlia, un iPad sarebbe uno strumento tanto comodo da risultare indispensabile.
Quante volte accendente un pc solo per controllare la posta ? Quante volte solo per vedere un video su youtube o per farvi una veloce partita ad un videogioco mentre aspettate la metro ?
Cosa ? Questo lo potete fare anche con un iPod/iPhone ? Sicuro, ma con un iPad lo fate meglio.
Senza contare tutte le altre cose dedicate solo a lui ...
Vabbé, lasciamo perdere, tanto lo so che vi interessa solo una cosa ... si, c'è la mela sopra, quindi andate a comprarlo e non rompete i maroni! XD

Saluti da ...

Rimini!
Da oggi una settimana di vacanze al mare :D
Hotel Stella Polare, pacchetto All Inclusive e spiaggia a 40 metri.
Sembra roba da ricchi ma in realtà è tutto al risparmio, anche se a me basta vitto, alloggio e wireless. Qui in più c'è la spiaggia, l'ombrellone, i lettini, le rivisite, le bibite, la piscina, le biciclette etc. etc.
Insomma si sta benissimo.
Certo, è Giugno mentre la mia temperatura ideale la si può raggiungere solo a fine Luglio, dove
se non mi licenziano sarò in ufficio a cazzeggiare, però non mi lamento nemmeno un pò!
Quando ho chiesto a qualche collega che era stato a Rimini se avevano qualche consiglio da darmi, mi hanno risposto "Non andarci con la donna!!"
Che amarezza.
Vabbé, visto che fatti non fummo per viver come bruti, informo tutti che a Rimini ci sono tantissime cose da fare e vedere, a partire dall'Italia in Miniatura, l'Acquario di Cattolica,
lo stato di S. Marino, le chiese con le opere del Giotto etc. etc. e che quindi questo, a differenza
di quello che tanti pensano, è un posto anche per gentaglia come me e non solo per
veline e calciatori.
Comunque una punta in spiaggia a ballare ce la faccio ;D
E con questo chiudo il primo post Romagnolo.

mercoledì, maggio 26, 2010

Libertà di parola

Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis: /Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet;
la prossima settimana Il testo approderà alla Camera diventando l'articolo nr. 60.
Il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo e ciò la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della"Casta".
In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog a disobbedire (o a criticare?) ad una legge che ritiene ingiusta, i /providers/ dovranno bloccare il blog.
Questo provvedimento può far oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all'estero; il Ministro dell'Interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può infatti disporre con proprio decreto l'interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.
L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore; la violazione di tale obbligo comporta per i provider una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000.
Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali.
Con questa legge verrebbero immediatamente ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta!
In pratica il potere si sta dotando delle armi necessarie per bloccare in Italia Facebook, Youtube e *tutti i blog* che al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata.
Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo dove una /media company/ ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento.
Il nome di questa /media company/, guarda caso, è Mediaset.
Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che, del tutto incidentalmente, vede coinvolta un'impresa del Presidente del Consiglio in un conflitto giudiziario e d'interessi.
Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di /normalizzare/ con leggi di repressione internet e tutto il istema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare.
Tra breve non dovremmo stupirci se la delazione verrà premiata con buoni spesa!
Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet in Italia il governo si ispira per quanto riguarda la libertà di stampa alla Cina e alla Birmania.
Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati il blog Beppe Grillo e la rivista specializzata Punto Informatico.
Fate girare questa notizia il più possibile per cercare di svegliare le coscienze addormentate degli italiani perché dove non c'è libera informazione e diritto di critica il concetto di democrazia diventa un problema dialettico.

martedì, maggio 25, 2010

per-morte

Stavo pensando che sono 27 anni che sto vivendo una esperienza di pre-morte.
Interessante.

mercoledì, maggio 19, 2010

Scarica barile

Ho appena avuto un brevissimo diverbio con un collega riguardante la maniera migliore per portare avanti una attività in ufficio. Come sempre anche un argomento così banale e quotidiano mostra chiaramente il motivo per il quale qui non mi adatterò mai.

C'è un lavoro da fare entro il tempo X. Per portarlo a termine esistono due soluzioni:

1) Eseguire una procedura standard. In questo caso il lavoro verrà eseguito, ma oltre il tempo limite, risultando quindi inutile e non raggiungendo il fine che ci si è preposti.

2) Eseguire una procedura personale. Questa procedura è più veloce e porterà a termine il lavoro in tempo,
ma essendo una iniziativa personale, ogni intoppo ricadrà su di noi.

Io sono ovviamente promotore della seconda scelta. Prima di tutto perché è l'unica che a mio avviso serve allo scopo, ovvero porta a compimento il lavoro nella scadenza prevista.
Il mio collega sostiene invece la prima metodologia, in quanto non è minimamente interessato al raggiungimento dell'obiettivo, ma solo alla possibilità di scaricare la responsabilità del fallimento a colui che ha in precedenza imposto una procedura lenta ed obsoleta.

Il fatto strano è che, all'interno di questo contesto lavorativo, il mio collega ha ragione.
La cosa inizialmente mi sfuggiva, perché mi sento ancora legato ad un mondo in cui il lavoro è responsabilità del lavoratore, e che il (In questo limite) il fine giustifica i mezzi.
Ma non è così.
La nostra figura qui dentro non deve avere capacità pensante. Nonostante esegua un lavoro qualificato, che necessità di conoscenza ed iniziativa per essere svolto, siamo visti e trattati alla stregua di strumenti.
Complessi strumenti che il suo utilizzatore non capisce e si limita a maltrattare e sostituire quando ai suoi occhi non sono funzionanti.
Immaginate un vecchietto che urla contro il bancomat perché questi non gli eroga i suoi soldi. La colpa difficilmente sarà del bancomat, visto che per gli altri funziona benissimo, ma il vecchietto ne sarà sempre convinto e continuerà a tirargli bastonate, come se il ricevere traumi fisici potesse in qualche modo giovare ai meccanismi interni della macchina.

martedì, maggio 18, 2010

Basta freddo!

Non ce la faccio più. Sarò anche uno dei pochi motociclisti freddolosi che ci sono ma a metà Maggio credo di meritarmi un po di considerazione anche io!
Stamane mentre vengo a lavoro, l'atmosfera che si respira è quella che precede un uragano o una piena imminente. La visiera mi si appanna (Cosa significa anti-fog ?) mentre ancora sono nel garage, ed appena metto le gomme sulla strada, ovviamente bagnata e scivolosa, tante piccole goccioline di pioggia mi coprono la visuale già scarsa causa il mio episodio traumatico quotidiano chiamato risveglio.
Mentre sono sul Grande Raccordo Anulare, poi, una leggera foschia comincia a spandersi ovunque. Mi sembrava di essere solo quando un auto d'epoca, del tipo 1930, sbuca dal bianco che mi circonda.
Sono finito in una fottuta nebbia del tempo ??
Tutto questo senza contare anche la mia rigidità post-caduta di Venerdì scorso .. ma questa è un altra storia.

Il fatto è che voglio il caldo! Il caldo che te lo senti sulla pelle, la calura che ti costringe a mezze maniche, a camminare all'ombra, a farti 2 docce al giorno (Per gli altri, perché io cammino al sole e mi lavo 2 volte l'anno, e me ne vanto).
DOV'E' QUESTO EFFETTO SERRA ???!!!


domenica, maggio 16, 2010

venerdì, maggio 07, 2010

giovedì, maggio 06, 2010

arroganza

..realmente registrata sulla frequenza di
emergenza marittima
sul canale 106 a largo della costa di Finisterra (Galicia),
tra galiziani e americani, il 16 ottobre 1997.



Spagnoli: (rumore di fondo) ... vi parla l'A-853, per
favore, virate 15
gradi sud per evitare di entrare in collisione con noi. Vi
state
dirigendo esattamente contro di noi, distanza 25 miglia
nautiche.


Americani: (rumore di fondo) ... vi suggeriamo di virare 15
gradi nord
per evitare la collisione


Spagnoli: Negativo. Ripetiamo, virate 15 gradi sud per
evitare la
collisione


Americani: (un'altra voce) Vi parla il Capitano di una nave
degli Stati
Uniti d'America. Vi intimiamo di virare 15 gradi nord per
evitare la
collisione.


Spagnoli: Non lo consideriamo fattibile, ne conveniente, vi
suggeriamo
di virare di 15 gradi per evitare di scontrarvi con noi.


Americani: (tono accalorato) VI PARLA IL CAPITANO RICHARD
JAMES HOWARD,
AL COMANDO DELLA PORTAEREI USS LINCOLN, DELLA MARINA DEGLI
STATI UNITI
D'AMERICA, LA SECONDA NAVE DA GUERRA PIU' GRANDE DELLA
FLOTTA AMERICANA.


CI SCORTANO 2 CORAZZATE, 6 DISTRUTTORI, 5 INCROCIATORI, 4
SOTTOMARINI E
NUMEROSE ALTRE NAVI D'APPOGGIO.


NON VI "SUGGERISCO" VI "ORDINO" DI CAMBIARE LA VOSTRA ROTTA
DI 15 GRADI
NORD. IN CASO CONTRARIO CI VEDREMO COSTRETTI A PRENDERE


LE MISURE NECESSARIE PER GARANTIRE LA SICUREZZA DI QUESTA
NAVE.


PER FAVORE OBBEDITE INMEDIATAMENTE E TOGLIETEVI DALLA NOSTRA
ROTTA !!!


Spagnoli: Vi parla Juan Manuel Salas Alcantara. Siamo 2
persone. Ci
scortano il nostro cane, il cibo, 2 birre, e un canarino che
adesso sta
dormendo. Abbiamo l'appoggio della stazione radio "Cadena
Dial de La
Coruña" e il canale 106 di emergenza marittima.


Non ci dirigiamo da nessuna parte, visto che parliamo dalla
terra ferma,
siamo nel faro A-853 di Finisterra sulla costa Galiziana.


Non abbiamo la più pallida idea di che posto abbiamo nella
classifica
dei fari spagnoli.


Potete prendere le misure che considerate opportune e fare
quel cazzo
che vi pare per garantire la sicurezza della vostra nave di
merda che si
sfracellerà sulla roccia.


Pertanto insistiamo di nuovo e vi suggeriamo fi fare la cosa
più sensata
e di cambiare la vostra rotta di 15 gradi sud per evitare la
collisione.


Americani: Bene, ricevuto, grazie

mercoledì, aprile 21, 2010

asd

mercoledì, aprile 14, 2010

giovedì, aprile 08, 2010

Sono sbagliato

Mia madre possiede una personalità molto estroversa. Ovunque si rechi, se ha a disposizione abbastanza tempo riesce a farsi ben volere dai più. La gente le offre favori, gli dona regali, le riserva un trattamento speciale praticamente su ogni cosa.

E' un dono. Funziona anche sugli animali.

Io quel dono decisamente non l'ho ereditato.
Sono del tutto sprovvisto dei meccanismi base dell'interazione sociale. Il mio volto ha una capacità espressiva prossima allo zero.
Quando sono convinto di sorridere, in realtà non muovo un muscolo. I messaggi visivi che provo a mandare con lo sguardo arrivano tutti sbagliati.

Sono disconnesso, estraneo. Un intruso.

Da quando sono piccolo, mia madre ha cercato ovviamente di farmi beneficiare del suo particolare talento conferendomi uno status di indubbio interesse:
"Vai e dì che sei figlio mio".
L'essere "Figlio suo" avrebbe indubbiamente portato a risultati positivi sotto ogni aspetto.
Se una cosa costava un prezzo, l'avrei pagato la metà o non lo avrei pagato affatto.
Se c'era una fila da rispettare, l'avrei potuta agevolmente aggirare.
Il fatto è che, ogni qual volta arrivava il mio turno per parlare, semplicemente non ci riuscivo.

Mi dava letteralmente sui nervi il presentarmi come "Il figlio di Sandra".

Non che non fossi fiero di appartenere alla sua progenie, ma il dovermi qualificare in base a qualcun'altro, oltretutto nemmeno presente al momento, ed ottenere un qualsiasi tipo di favoritismo solamente in base a questo, mi faceva storcere la bocca oltre i limiti della mia naturale rigidità cutanea.

"Sono il figlio di Sandra", e quindi stare fermo a controllare che il mio interlocutore avesse inteso bene.
Osservando attentamente so poteva leggere nel suo sguardo quel basilare sillogismo che li attraversava la mente:
"Voglio favorire Sandra, favorire suo figlio è come favorire lei, quindi favorisco suo figlio".
Insomma, favori su favori fatti per simpatia. Ma attenzione, non simpatia verso di me, piccolo ed inutile ragazzino che pretendi favori non meritati, ma simpatia verso mia madre, giunonica donna dalla popolarità imbarazzante.

Più ci penso, più mi rendo conto di quanto io sia stupido.
L'unica cosa che anelavo era vivere in un mondo che riservasse ad ognuno la stessa correttezza. Il cliente paga, il cliente riceve. Tutto commisurato al semplice legame che unisce il fornitore con il consumatore.
Due sconosciuti legati da niente più che un rapporto formale; socievole e confortante nel suo anonimato.
Ma un mondo così non esiste, o per lo meno poche volte l'ho intravisto.

Sono sbagliato.

Sono sbagliato perché non solo i miei simili non si fanno problemi ad accedere a queste scorciatoie, ma perché posso vederli sollazzarsi di tali fortune. Vantarsi di come le hanno ottenute, gioire di poterle sfruttare e guardare con superiorità chi non può permettersele.

Sono sbagliato perché queste cose fruttano, consentono di ottenere più cose di quelle che si meritano.

Sono sbagliato perché, ancora adesso, anche ora che sono a conoscenza del problema, non riesco ad accettare questo sistema.
Lo trovo errato, mal funzionante.
E' come osservare un palazzo costruito con delle carte da gioco. Rimani impressionato della sua realizzazione e stai lì a pensare che cascherà da un momento all'altro, ma quello non cade.
Rimane lì, traballante ed insicuro, ma permane. Non cede. Continua a ergersi tanto a lungo che cominci a pensare che, anche se non ne comprendi il motivo, anche se ti pare impossibile, quel palazzo deve essere stabile per forza.
Lo deve essere assolutamente.
Altrimenti perché nessuno va a dire agli occupanti di scendere ?

martedì, aprile 06, 2010

Disfattismo

Ed alla fine eccoci di nuovo qui. Hanno distrutto il mio posto di lavoro, o meglio, la mia voglia di lavorare.
Quando mi sveglio la mattina e mi reco in ufficio, cerco sempre un motivo felice per farlo.
Se non felice, simpatico. Se non simpatico, passabile.
Andare a lavoro soltanto per rimanerci il tempo necessario affinché sul mio conto venga depositato lo stipendio non è roba per me. Mi fa sentire uno schiavo più di quanto non so già di essere.
Se non schiavo, sfruttato. Se non sfruttato, inutile.
Anche questa volta, neppure troppo lentamente, hanno minato le fondamenta dell'impiego, rendendolo asservito oltre la decenza. Oltre quanto sia disposto ad accettare.
E quindi eccomi qua, che passo la giornata aspettando che suoni la campanella, come quando a scuola aspettavo la fine di una qualche materia noiosa che non sopportavo.
Questo non si chiama lavorare, si chiama passare il tempo.
Accade quando non ti importa più che il lavoro sia fatto bene, perché non importa più a nessuno.
Accade quando scopri che la tua professionalità o il tuo impegno valgono quanto una telefonata alla quale non hai risposto.
così accade che pensi "Chi se ne frega" e cominci a vegetare.
In compenso, cominci anche a pensare "al dopo" ed a cosa fare una volta fuori di qui. Perché fuori di qui di sicuro ci vai, quindi conviene essere preparati.
Una idea la ho, ma per ora la tengo per me ...

mercoledì, marzo 31, 2010

Terrore

"Il terrore non esiste solo quando alcune persone comandano altre e le fanno tremare, ma regna quando anche coloro che comandano tremano, perché sanno di essere presi a loro volta, come quelli su cui esercitano il potere, nel sistema generale dell'obbedienza. "

Michel Foucault

zune phone

Eccolo !!
E' arrivato !!

Equo compenso

Non c'è ancora nulla di ufficiale, ma grazie al ministro Bondi è stato apporvato
il decreto "Equo compenso" che ci porterà tutti a pagare ancora di più la SIAE
per prodotti che non centrano niente.

Ecco cosa ne pensa Altrocosumo:

Anche in altri Paesi europei c’è l’equo compenso, ma non a questi livelli e non esteso a così tanti prodotti. L’assurdo è che in Italia l’industria o i consumatori finanzieranno Siae anche per prodotti che non c’entrano nulla con la copia privata. O che c’entrano solo marginalmente. Impossibile, inoltre, usare l’hard disk di un decoder Sky per questi scopi. Eppure l’equo compenso si applicherà anche a tali prodotti.


martedì, marzo 30, 2010

Licenziamenti

Ieri non hanno rinnovato il contratto ad un collega, l'unico collega che lavorava, si faceva i cavoli suoi e non dava fastidio a nessuno.
Come ovvio, sono oscure le ragioni del licenziamento.
Avrei capito se avessero buttato fuori qualcun'altro oppure me, ma lui proprio non ha senso.
Sembra si dovesse fare posto a qualcun'altro. Probabile. Di certo questo nuovo
arrivato non avrà il mio supporto come è successo per gli altri.
Non capisci un "H" di Lotus ? Caxxi tuoi, la prossima volta pensaci. Non sai come funziona uno sticky ? Idem come sopra.
D'altronde il mio lavoro non comprende il fare affiancamento.

Sono veramente incavolato. Forse di più che se a saltare fossi stato io.
Inoltre ieri che sento in tv ? Che le elezioni le ha vinte la Polverini.
Niente di strano che in un paese dove la gente viene lasciata a casa senza nessun motivo tranne quello di far entrare il figlio o il nipote, venga eletta una ladra, bugiarda, infame e bigotta come quella catto-fascista della Polverini.
Si vota per i propri interessi; per cos'altro se no ? (Domanda retorica).

Insomma: Giornata del cappero.
Lo sforzo maggiore sarà continuare come sempre nonostante questo stato di umore.
La vedo dura.


venerdì, marzo 19, 2010

yantra

giovedì, marzo 18, 2010

L'arte della sicurezza in moto

"Quando accade un incidente mortale, si dice spesso che si è trattato di una fatalità, lasciando così intendere che il fatto che quella persona dovesse morire in quel momento e in quel luogo fosse inevitabile, perché scritto da qualche parte nell’imperscrutabile disegno divino.
Se poi l’incidente di cui si parla riguarda un motociclista, ecco che nei commenti della gente comune traspare anche, più o meno esplicitamente, il fatto che tutto sommato quel tipo se la fosse pure cercata, visto che andava in giro su un mezzo così pericoloso.
Molti la pensano in questo modo. I fatalisti arrivano addirittura a fregarsene delle regole, delle cinture di sicurezza, degli airbag, dell’ABS, delle gomme lisce e sgonfie e di tutte le altre amenità del genere, perché nessuna di esse può avere alcun effetto nell’evitare la decisione divina.

Non è un caso che la parola “incidente” sia così definita dai dizionari:
- “fatto che viene improvvisamente a interrompere il corso, il procedere regolare di
un'azione; comunemente il termine è usato per indicare infortunio, disgrazia, sinistro”
- “avvenimento inatteso che turba il corso di eventi previsti; infortunio, sciagura”

Quindi un evento sostanzialmente imprevedibile, una sorta di fulmine a ciel sereno che piomba sulla normalità, interrompendone il corso.
Ma di solito un incidente è tutt’altro che imprevedibile, perché in realtà esso
non è altro che la conseguenza di una catena di errori commessi da tutte le parti coinvolte, ivi compresa quella che secondo il Codice della strada avrebbe ragione.
Il fato e la sfortuna all’atto pratico non esistono, perché la stragrande maggioranza degli incidenti non dipende da loro. Sfortuna potrebbe essere un ponte che crolla mentre lo si percorre, o un aereo che cade sulla propria testa, o un ictus alla guida: eventi unici, più che
rari. Tutto il resto è solo il frutto d’impreparazione, imprudenza o disattenzione di tutte le parti coinvolte in un incidente.
L’uso della parola “incidente” è dunque fuorviante; da qui in poi eviterò quindi di usarla e adotterò al suo posto il termine “collisione”. E proprio di questo si tratta, di un contatto violento tra un veicolo e un’altra cosa, che può essere un altro veicolo, un oggetto fisso (un ostacolo, la strada) o una persona: non più un fatto accidentale e imprevedibile, ma il risultato
di errori evitabili.
"

Il testo completo è scaricabile gratuitamente qui:
http://www.visionzero.org/blog/arte-della-sicurezza-in-moto/

mercoledì, marzo 17, 2010

Autostima

Cos'è quella cosa che nel momento in cui
sostieni di averla molto probabilmente non la hai già più ?
Sbagliato.
E' l'autostima.
Autostima è una parola fantastica.
Auto sta per auto. Cioé una cosa che si fa da sola. Una masturbazione mentale, insomma.
Stima sta per ammirazione, apprezzamento, fiducia, rispetto, considerazione e piacenza.
No, non la città.
Insomma, l'autostima è quella cosa che ti porta a pensare "Ah però, non sono poi tanto male".
Ed anche "Credo proprio di aver ragione io".
L'autostima non è però un alleata preziosa. E' volubile come una gatta randagia e perigliosa come
una siringa di eroina preparata da un tossico.
L'autostima è una meravigliosa e potente auto sportiva che guidi con un piacere tale da renderti conto di stare veramente correndo solo quando ti spalmi su di un palo della luce.
Ed anche i danni sono più o meno gli stessi.

Diciamo la verità: La maggior parte della gente l'autostima non sa nemmeno dove stia di casa.

Siamo pronti ad idolatrare qualsiasi cosa mostri un minimo di iniziava con remunerazione sociale. Se sei una star, uno status-symbol, è probabile che la tua intera immagine si fondi su una consolidata sicurezza; una granitica e pesante convinzione; una autostima con i contro cazzi che sprizza determinazione da tutti i pori.
Ma quanti di noi sono star e celebrità ? Meno del 70%.
Se escludiamo anche quelli che SI SENTONO una star, si scende a meno del 3%.
Se poi togliamo anche youtube ed il televoto, i divi di oggi sono sotto l'1% della popolazione, e sicuramente nessuno di loro sta leggendo le mie boiate quindi non mi rivolgerò a loro.

Cosa si può fare quando l'autostima non te la crea una equipe di neolaureati in scienze della comunicazione (Alias la facoltà di canale5) ? Lasciatemelo dire: E' veramente dura.
Ovviamente non parlo per me, che di autostima ne ho anche troppa (Azz, ci sono cascato!).

L'autostima la si cerca per tantissimo tempo. Alcuni per sempre.
Altri sono convinti di esserci nati dentro, ma spesso si confondono con la boria.
E' difficile comunque ottenerne una degna del suo nome.
La difficoltà di raggiungere un livello soddisfacente di autostima è direttamente proporzionale alla quantità e qualità di pressioni al quale si viene sottoposti dal mondo esterno.
In parole più semplici, più ti viene sbattuto in faccia come gli altri vorrebbero tu fossi, più diviene difficile riuscire ad accettarsi come si è realmente.
Per questo motivo le donne partono molto più svantaggiate. No, non ci provate; non c'è nemmeno paragone.

Come dicevo, comunque, l'autostima è una bastarda che più ti manca e più la vuoi; fermo restando che solo quando smetti di ricercarla si può iniziare a pensare di averla trovata.
Ma allora come si cerca una cosa che non si può trovare in tal modo ?
Semplice: Nel modo sbagliato.
Incapaci di costruirsi una identità complessa, si sceglie di sostituirla con una prefabbricata.
Uno stereotipo. Anzi più spesso lo stereotipo di uno stereotipo, come un/una fan sfegatato/a di Tiziano Ferro (Esiste ancora ?) o di Scamarcio (Si, questo purtroppo esiste ancora).

Peccato che il rispetto per sé stessi è un valore insostituibile. Quindi giù ad osannare ed emulare, tanto non serve a niente.
A scanso di equivoci vorrei aggiungere che non serve a niente nemmeno curare il proprio aspetto fisico.
Nemmeno comprarsi un macchinone.
Nemmeno rimorchiare "Miss Scalo di Grisolia '08".
Nemmeno laurearsi in Giurisprudenza per poi fare la cassiera alla SMA.
Nemmeno dimagrire, usare parole come "Cool" o "Sfigato", andare due giorni a Londra per dire che "Questa estate sono stato in Gran Bretagna" e nemmeno, cazzarola, nemmeno fare 80 livelli a World of Warcraft in meno di 52 ore.

Il succo del discorso è che se volete veramente riuscire a trovare voi stessi, dovreste iniziare fregandovene di tutto questo.

Una persona illuminata è una persona che ha raggiunto la pace dei sensi. Pertanto non ha più bisogno di nulla che la società potrà offrirgli. Ergo, della società non gliene fregherà assolutamente più nulla.
Volete essere voi stessi ? Smettetela di ascoltare gli altri. Tabula rasa.

Lo so, alla fine di questo testo vi aspettavate un concetto meno banale.
Avremmo potuto stupirvi con effetti speciali; con massime ultraterrene della serie "E' tutto intorno a te", ma no.
No perché il concetto è semplice. Perché semplici sono quasi tutte le risposte sull'essere.
Per questo ci piacciono così tanto i sempliciotti alla Goku o alla Forest Gump. Per questo lo Zen ci sembra una figata ed ascoltare i Nirvana fa tanto "uomo vissuto dentro".
Quindi se volete sta' cappero di autostima, semplicemente smettete di pensarci.
amen !


lunedì, marzo 15, 2010

Aiutaci tu !

Oggi mi sono trovato questa nota su un TT ... sono svenuto XD

P.S: Viste le lamentele mi vedo costretto a spezzare una lancia in favore dei miei colleghi che NON sono così impediti da non saper usare yum. Il problema però riguardava l'applicativo Matlab che restituiva l'errore della libreria mancante nonostante fosse già presente nel sistema ...
Ovviamente ora è risolto :P

venerdì, marzo 12, 2010

vita di ufficio

Dopo un certo numero di mesi nei quali mi trovo ad occupare il mio tempo presso un ufficio, è mia abitudine fermarmi per fare il punto della situazione; una sorta di training autogeno concentrato in un paio di minuti.
Minuti importanti, per quel che penso.

L'ufficio è un luogo strano. Per i Dylandoghiani può essere un inferno sulla terra, ma in realtà si tratta più che altro di un mondo parallelo in cui le leggi sociali come noi le conosciamo mutano lentamente nel tempo, in maniera subdola, uniformandosi a quel modello di subordinazione tanto caro alla nostra umana natura troglodita.
All'interno di un ufficio le persone non sono più simili. E' impossibile esserlo. Ci si definisce come colleghi, ovvero persone accumunate da una mansione lavorativa, ma essi non sono altro in realtà di figure sottomesse ad altre figure, ognuna intenta a preservare il proprio ruolo all'interno di quell'enorme catena alimentare chiamata lavoro dipendente.
Quando si viene assunti, ognuno di noi si sente una persona. Essa ha un valore intrinseco che gli consente pari dignità e diritti, ed il luogo di lavoro altro non è che il posto nel quale si svolgono le proprie mansioni.
Basta un pò di tempo, però, che tale percezione svanisce per venire sostituita da una forma di identità più complessa. Non si è più una persona ma una posizione. Gli altri non vanno più valutati in base alla loro natura ma sul loro contratto, sulle loro amicizie, sulla gerarchia che regola la vita professionale che ormai è divenuta la vostra intera vita e non più quella misera porzione che voi guardavate con distacco fino a qualche mese prima.
Senza questi due minuti credo non mi salverei dalla sindrome da ufficio.
Se non mi fermassi un attimo per ridimensionare le cose prima che sia troppo tardi, finirei per esserne fagocitato, inglobato in quel mondo distorto in cui si deve tener conto di chi si saluta, a chi ci si rivolge, a come muoversi e come parlare.

E' come possedere l'unico anello di Tolkien. Dapprima si tratta solo di un anello e tutti sappiamo come dovremmo utilizzarlo, ma in seguito diventa la nostra vita, la nostra anima, tutto ciò che abbiamo, e faremmo di tutto per difenderlo. Accetteremmo qualsiasi cosa.
Se si è in grado di fare questo, probabilmente si farebbe anche cariera, ma io non ne sono in grado, e ne sono veramente fiero.
Continuerò a prendermi questi due minuti, facendoli diventare anche quattro, se avrò voglia.
Si vive una volta sola.

lunedì, marzo 08, 2010

martedì, marzo 02, 2010

mercoledì, febbraio 24, 2010

Spam!

Ogni giorno digitiamo su internet circa un milione di parole.
Usiamo i motori di ricerca, le chat, i blog.
Commentiamo, aggiorniamo, scarichiamo.
Se usate facebook, tutto il materiale da voi inserito diventa proprietà di facebook e può utilizzare tali dati come meglio crede.
Se usate Gmail, ogni mail ricevuta o spedita viene scandagliata da Google, ed utilizzata per ricerche di mercato, sondaggi televisivi e statistiche giornaliere.
Se usate Chrome, tutto ciò che battete sulla tastiera viene letto da un nerd occhialuto pieno di soda dentro uno scantinato a Montainview.
Se usate e-bay, il log dei vostri acquisti o anche solo degli oggetti che scegliete di tenere sotto controllo può essere utilizzato da e-bay per fornire specifiche segnalazioni sulla vostra mail.
E se ogni tanto vedete qualche video su youtube, lasciamo stare ...
Insomma, il controllo è assoluto. Internet sa chi siamo, sa cosa mangiamo, cosa amiamo e soprattutto sa cosa compriamo.

Allora ... perché cavolo oggi mi è arrivata una mail che dice "Compra il nuovo freelander: Da sole 375€ al mese!" ...


MI STAI A PRENDE PER IL QIULO ?????!!!!!!!!!!

venerdì, febbraio 12, 2010

Snow!




Ecco la neve a Roma vista dal mo ufficio proprio oggi :D
Bellerrima !!

Bertolaso


C'è un certo sottile piacere ad avere un posto di lavoro tanto chiaccherato come la protezione civile.
Terremoti di qua, alluvioni di là, Haiti, Abruzzo, G8, etc. etc.
Ma soprattutto:
Bertolaso l'eroe. Bertolaso che le dice agli USA. Bertolaso che diventerà ministro.
Ed infine:
Bertolaso corrotto. Bertolaso che va a prostitute. Bertolaso da buttare giù.

E pensare che prima di lavorare qui non sapevo nemmeno chi fosse ... XD

Insomma, l'ascesa e la caduta repentina di un uomo che, in fin dei conti, pur non essendomi simpatico "A pelle" non mi sembrava proprio il tipico politico mangiasoldi.
Ma che lo sia o meno adesso fa poca importanza. Ormai si tratta di una manovra mediatica abbastanza grossolana.

La protezione civile è del tutto fuori norma. Si può proclamare lo stato di emergenza (Terremoti, maltempo ...) o lo stato di "Grande evento" (G8, etc.) praticamente su qualsiasi cosa senza che ci sia possibilità di replica.
Una volta che un grande evento è classificato come tale, la protezione civile può per suo mandato fare delle cose che i ministeri o l'esercito si sognerebbero soltanto.
Ad esempio può erogare fondi statali senza limite e senza tenerne una vera traccia se non a livello interno, può emanare leggi in un solo giorno con una validità estesa, può prelevare uomini e mezzi da polizia, carabinieri, aeronautica, marina e chi più ne ha più ne metta.
Insomma, può fare quello che gli pare ... e la cosa giustamente non è del tutto corretta.

Ma Bertolaso è un eroe. L'uomo che ha salvato L'Aquila, che ha sventato pandemie ed alluvioni e guarito la cecità mentre moltiplicava i pani ed i pesci.
La protezione civile sarà anche una potenza smisurata, ma fintanto che si trova nelle mani di un messia come Bertolaso, chi vuoi che si lamenti ? Anzi, si loda la mancanza di burocrazia ad ogni livello, la velocità con la quale si interviene senza che nessuno si chieda il "Come" od il "Perché".
Se qualcuno volesse attaccare la protezione civile, di certo dovrebbe attaccare Bertolaso; e guarda caso è proprio quello che è stato fatto.

Nel giro di una settimana, al nuovo eroe dei due mondi è arrivato un avviso di garanzia per concorso in corruzione. Si sono intercettate telefonate che hanno portato al titolo di "Bertolaso va a puttane", o anche "Festini sexy hard per Bertolaso".
Se le escort non avevano attaccato più di tanto con Berlusconi, che a guardarlo tutti si aspettano che gli tocchi solo pagare per vederla un pò; con Bertolaso la cosa può fare la differenza.
Arrivano perquisizioni, arresti di massa, accuse a destra ed a manca. E quando anche Bertolaso sarà uno dei tanti politici corrotti, uno dei tanti stronzi che vive nell'oro e sperpera i soldi dei contribuenti in festini hard e favori agli amichetti, allora attaccare la protezione civile non sarà più tanto blasfemo.

Non significherà più spezzare la spada ad un eroe ma togliere il mitra ad un pazzo egoista. E la gente non solo non si lamenterà, ma penserà anche che sia stato un provvedimenti giusto.

Per quanto riguarda me, sono d'accordo con la massa. Concordo che la protezione civile vada regolamentata, concordo che il provvedimento che la farebbe diventare una s.p.a. appaia come una cazzata e concordo che Bertolaso (Ma anche gli altri) dovrebbero aprire gli occhi su come vengono gestite le cose che coinvolgono dai 50.000€ in su, perché sono SOLDI !

Certo che se per ottenere tutto questo bisogna gettare fango tirando in mezzo le solite prostitute perché il popolino si scandalizza solo con il sesso, un pò mi sento disgustato.
Non può farmi piacere essere preso per il culo così, e credo che se più gente ci prestasse attenzione, non farebbe piacere nemmeno a loro.

P.S. Comunque un po' di ripercussioni ci sono anche qui :)
Stamane è arrivato proprio Bertolaso per trasferirsi alla sede di Vitorchiano, quindi bisognerà scattare sull'attenti un po' più spesso ...

Paura delle cimici ? :D


lunedì, febbraio 08, 2010

Dimmi cosa guidi ...

Pokerissimo

Eccomi a voi come il nuovo campione di poker della Domenica sera a casa mia.
Se pensate che non sia granché come titolo, immaginate a quello che hanno rimediato gli altri partecipanti ...

Il piatto era di 5€ a testa.
Preparo il tavolo, calcolo le fiches, controllo le carte. Ci sediamo tutti quanti e si
ripassano le regole (Mii, come siamo pro !!).

Prima mano di buio. Edo apre con circa il 50% del budget. O_o

"Eeedo, ma dai non puoi giocare così pesante! Altrimenti esci subito e giochiamo solo in tre!"
"Aoh, lasciame fa'"

Scende già il Flop.
Edo fa All in -_-

"Ma dai Edooo!!"
"Sshh, ma lo so quello che faccio!!"
"Ma cacchiarola c'è solo il Flop caxxo ci avrai mai per essere così sicuro ?!?"
"Mo' vedi, mo' vedi!"

Stefano esce.
Io esco.
Alessia ... vede!

Edo: "Azz, mi ha fregato"

Tristezza infinita. Edo esce al primo giro -_-
Vabbé, per amor del gioco ha messo altri cinque euro ed ha continuato a giocare (Ed a perdere) per tutta la serata XD

Non si smentisce mai :D

Per il resto è stato tutto molto divertente. E' solo durata un pò poco perché abbiamo iniziato tardi, ma non vedo l'ora di rigiocare. Sarà perché ho vinto tutto io ? ;)

sabato, febbraio 06, 2010

Due ricche porzioni

"Due ricche porzioni" (http://duericcheporzioni.wordpress.com/) è un blog divertente, utile, truce come la carta vetrata e sincero
come un bambino davanti ad un film osé anni 80.
Consigliatissimo per farsi quattro risate, ma assolutamente non vicino ai pasti ;)

Per l'occasione riapro anche i link ai blog preferiti, ma visto che sono morti non rimetto quelli dei compagni (Sono morti i blog, non i compagni !).

giovedì, febbraio 04, 2010

Pocker game

Ultimamente mi sto interessando al pocker .. al texas hold'em come va di moda in questo periodo ;)
Ecco un giochino divertente con il quale si può giocare senza spendere una lira ...
Non lavorate troppo, mi raccomando !! XD

http://www.newestgames.us/games/pokersaloon.swf

Mi illumino di meno

Ecco che arriva un'altra grande giornata all'insegna dell'ecologia e del rispetto dell'ambiente, la fantastica "M'illumino di meno".
Gran bello slogan, non c'è che dire, e gran bella presa per il culo.
Anche se può sembrare che queste iniziative siano opere illuminate (hihi), in realtà provocano più danno che altro.
Mi spiego meglio:

Parlando dal mero punto di vista scientifico, non c'è nessun guadagno tangibile che può derivare dallo spegnimento simultaneo di tutte le luci (Fossero anche veramente tutte le luci d'Italia) rapporto allo spreco infinito di energia che un semplice GP del Qatar produce.
Ovvero, anche spegnendo tutte le luci di tutta Europa per 6 giorni interi, non si avrebbe il benché minimo guadagno sul danno che crea una nazione come la Cina (O gli USA) in un solo giorno.
I dati ve li potete tranquillamente trovare su internet, o ancora meglio li potete estrapolare con semplici funzioni algebriche.
Per quanto riguarda l'Ecologia, quella con la E maiuscola, quindi, questa iniziativa è quasi priva di senso.
Della serie, al pianeta terra serve aria e noi proviamo a dargliela soffiandoci sopra una volta all'anno.

Ma dal punto di vista morale ?
In teoria queste iniziative dovrebbero svegliare le coscienze. Potrebbe essere un invito a preoccuparsi del nostro pianeta sia per i grandi che per i più piccoli.
Può essere un segnale collettivo che il pianeta ci sta a cuore, può essere una educazione per le nuove generazioni.
Magari tra, chessò, trecento anni, i nostri pronipoti avranno capito il gesto e si prodigheranno per essere più ecologisti di quanto non siamo noi ora.

In realtà, tutto questo non fa altro che allungare il problema.
Seguitemi: Se ti trovi su una nave che affonda, inizierai a buttare l'acqua fuori bordo con il tuo secchiello.
Se sei un ecologista, quel secchiello sarà bello grosso ed inciterai gli altri a fare altrettanto, non capendo perché invece stiano lì a poltrire.
Ma volete sapere quanto VERAMENTE darai il meglio di te ? Quando l'acqua ti sarà giunta alla gola.
Solo allora non potrai più inventarti scuse. Solo allora non potrai più fare affidamento soltanto sul secchiellod el tuo vicino e non potrai pensare "Vabbé, ma qualcuno verrà di certo a salvarmi prima che affoghi".
Non potrai fregartene.

Ora sulla nave che affonda ci siamo tutti, e la maggior parte di noi è lì a creare nuove falle nello scafo.
Sarebbe il caso che qualcuno andasse lì a dargli due botte in testa, per lo meno starebbe fermo; ma no, noi cosa facciamo ? Gli cheidiamo se gentilmente quelle falle le può fare di 2mm più piccole.
E quando lui lo fa che succede ? CHE LO RINGRAZIAMO! Che lo facciamo sentire utile ed ecologista.
Che lo facciamo sentire a posto con sé stesso.
Che li facciamo i complimenti e gli facciamo credere che quello che fa è giusto, che non è colpa sua se il mondo va a rotoli.
No, lui si illumina di meno.

SVEGLIA !!!

Se volete che la gente smetta di buttare la plastica in mare, incolpatelo di ogni fottuta morte di ogni delfino che ci si impicca.
Se volete che la gente si preoccupi del fumo dell'ozono, fatela incontrare con chi si è preso il cancro alla pelle.
Niente riciclaggio ? Fateli vivere nell'immondizia.
Buste di plastica ? Smaltiscigliele dietro casa.
Elettro-smog ? Spreco di enegia ? CO2 ?

L'ecologia è il prodotto di una mente collettiva più evoluta, che ha capito che il rapporto tra il pianeta e chi lo abita è simbiotico.
L'evoluzione di una mente collettiva, come quella individuale si ottiene in troppo tempo. Tempo che la terra non ha.
Qui non si ha bisogno di evoluzione, si ha bisogno di mutazione. E la scorciatoia è lo schock.
Schockare per risvegliare.

il senso di colpa è un arma potente. Queste iniziative lo assopiscono, lo nascondono dietro ad un gesto inutile ma che fa sentire bene.
La terra non ha bisogno di falsi ecologisti fanatici per un giorno, ha bisogno di veri ecologisti costanti e motivati.
Le iniziative come "M'illumino di meno" non fanno altro che aumentare questa prima categoria, inconciliabile con la seconda.

Detto questo, illuminatevi anche di meno, ma nella testa la lampadina accendetela, per lo meno per illuminare le vostre coscienze.