giovedì, maggio 25, 2006

La tentazione

Vedo la solitudine petrosa già vista alla mia sinistra nella visione del battesimo di Gesù al Giordano. Però devo essere molto addentrata in essa, perchè non vedo affatto il bel fiume lento
e azzurro, nè la vena di verde che lo costeggia alle sue due rive, come alimentata da qull'arteria d'acqua. Qui solo solitudine, pietroni, terra talmente arsa da essere ridotta a polvere giallastra, che ogni tanto il vento solleva con piccoli vortici, che paion fiato di bocca febbrile tanto sono asciutti e caldi. E tormentosi per la polvere che penetra con essi nelle narici e nelle fauci. Molto rari, qualche piccolo cespuglio spinoso, non si sa come resistente in quella desolazione.
Sembrano ciuffetti di superstiti capelli sulla testa di un calvo. Sopra, un cielo spietatamente azzurro: sotto, il suolo arido; intorno, massi e silenzio. Ecco quanto vedo come natura.
Addossato ad un enorme pietrone, che per la sua forma, fatta su per giù come mi sforzo a disegnarla: fa un embrione di grotta, e seduto su un sasso trascinato nell'incavo, al punto +, sta Gesù . Si ripara così dal sole cocente.
E l'interno ammonitore mi avverte che quel sasso, su cui siede, è anche il suo inginocchiatoio e il suo guanciale quando prende le brevi ore di riposo avvolto nel suo mantello, al lume delle stelle e all'aria fredda della notte. Infatti là presso è la sacca che gli ho visto prendere prima di partire da Nazareth. Tutto il suo avere. E dal come si piega, comprendo che è vuota del poco cibo che vi aveva messo Maria.
Gesù è molto pallido e magro. Sta seduto con i gomiti appoggiati ai ginocchi e gli avambracci sporti in avanti, con le mani unite ed intrecciate nelle dita. Medita. Ogni tanto solleva lo sguardo e lo gira attorno e guarda il sole alto, quasi a perpendicolo, nel cielo azzurro. Ogni tanto, e specie dopo aver girato lo sguardo attorno e averlo alzato verso la luce solare, chiude gli occhi e si appoggia al masso che gli fa da riparo, come preso da vertigine.
Vedo apparire il brutto ceffo di Satana. Non che si presenti nella forma con cui noi ce lo raffiguriamo, con corna, coda etc. etc.. Pare un beduino avvolto nel suo vestito e nel suo mantellone che pare un domino da maschera. Sul capo il turbante, le cui falde bianche scendono a far riparo sulle spalle e lungo i lati del viso. Di modo che di questo appare un breve triangolo molto bruno, dalle labbra sottili e sinuose, dagli occhi nerissimi e incavati, pieni di bagliori magnetici. Due pupille che ti leggono in fondo al cuore, ma nelle quali non leggi nulla o una sola parola: mistero. L'opposto dell'occhio di Gesù, tanto magnetico e fascinatore anch'esso, che ti legge nel cuore, ma nel quale leggi anche che nel suo cuore è amore e bontà per te. L'occhio di Gesù è una carezza sull'anima. Questo è come un doppio pugnale che ti
perfora e brucia.
Si avvicina a Gesù: "Sei solo?"
Gesù lo guarda e non risponde.



1 commento:

Karoo ha detto...

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