lunedì, agosto 25, 2008

Grande idea ...

Lo sapevo ..

... che non avendo attualmente un lavoro ed occupandomi solo del negozio che apre alle 16:00 sarei tornato al imo vecchio stile di vita che prevede la sopraggiunta del sonno soltanto dopo le 4:00.
Non si può andare avanti così .. quelli che hanno il mio ciclo vitale sono dei fattoni che vanno in discoteca ogni giorno della settimana per poi schiantarsi sulla tangenziale ai 200 km/h !
Ma che cavolo di animale sono ?
Che poi manco a dire che mi diverta con chissà quali follie mentre sono sveglio, in verità mi rompo le palle a più non posso guardando i film in terza serata per poi ascoltare Insomnia su All Music fino al crollo neuronale!
Nemmeno WoW (Al quale ho rinnovato l'abbonamento non so nemmeno tanto il perché) mi tiene su, non ci sto giocando dalle 11:00 ma sono ancora qui davanti allo schermo ...
Bastaaaaaaaaa !!!!
Qualcuno mi spari in testa uno di quei siringoni anestetici !!!!
Che poi mi prende un'amarezza, mi si riempe la testa di pensieri inutili e martellanti su tutta la gente che conosco e non riesco a togliermi dalla testa più nulla, poi ci credo che non dormo più !!!
Non riesco a spegnere più niente !!!!
ARGH !!!

sabato, agosto 23, 2008

Titoli

Si sa che in Italia come in alcuni altri paesi esiste l'abitudine di cambiare i titoli dei film stranieri.
Di esempi ce ne sono tantissimi, ed il motivo banale per il quale questa pratica è tanto diffusa è abbastanza palese: Così come il ridoppiaggio è una esigenza in un paese come il nostro dove la conoscenza delle lingue straniere è pari allo zero, così anche i titoli dei film devono essere tradotti per far capire allo spettatore italiano cosa sta andando a vedere, o almeno per metterlo in grado di pronunciare il titolo del film al botteghino per comprare il biglietto.
Questa però non è l'unica ragione, come è ovvio tradurre un titolo cosente anche di acchiappare gli spettatori medi accentuando le qualità comiche o drammatiche di un film, un pò come quando si scrive un sottotiolo assolutamente inventato sotto la scritta "AmericanPay" o "The departed".
A volte i titoli vengono anche del tutto cambiati stravolgendo il senso che potrebbero avere, così da far credere che si stia andando a vedere una cosa invece che un'altra, perché, e non finirò mai di ripeterlo, ai produttori non interessa minimamente se il film che state andando a vedere vi piaccia o meno, ma solo che COMPRIATE IL BIGLIETTO. Ed il biglietto si compra prima di entrare, non dopo.
Questo significa che la maggior parte del costo di un film è situata nel marketing e non nella sua produzione. Il Trailer, la pubblicità, i gadget e le locandine sono quello che al produttore preme di più, e tra queste cose il titolo fa ovviamente la sua figura.
Un caso clamoroso che ricorderò per sempre e che fa comprendere in maniera lampante di cosa sto parlando è un film di Jim Carrie chiamato "A Little sunshine in a spotless mind".
Ora, come tradurreste voi questo titolo ? Bene, in Italia è stato tradotto con "Se mi lasci ti cancello".
Non sorprendetevi, è semplicemente marketing. Il titolo originale ha un senso all'interno del film (Trall'altro stupendo, uno dei più bei film della mia vita) che è un film indubbiamente serio, a tratti lento e sicuramente non un film comico o demenziale.
Presentare uno dei primi film "Seri" di Jim Carrie, però, di certo non rende come presentare il nuovo film "Comico" di Jim Carrie, e quindi giù con il titolo nuovo che fa il verso a tutta quella serie di spazzatura quali "Se scappi ti sposo", "Se mi lasci ti rovino", Etc.
Cosa importa se tanto chi va a vedere il film convinto di farsi due risate esce dalla sala mezzo travolto dall'esatto opposto ? Tanto il biglietto l'ha già pagato no ?
Il problema è che quando vai a vedere un film con lo spirito di farti 2 risate e ti trovi davanti ad un, diciamo, "Mattone", è ovvio che pensi che quel film faccia pietà.
E' come dire ad un bambino "Andiamo a Disneyworld", e poi portarlo a vedere la Gioconda a Luvre .. che idea pensate che si farà della cosa ?
Un film stroncato dalla critica del popolo per un titolo del cazzo cambiato solo per prendere in giro la gente ...

Ora andiamo a parlare di un'altro film, "The pursuit of happiness", un film con Willy Smith diretto da Silvio Muccino.
In Italia è stato chiamato "La ricerca della felicità". Ora, chiunque abbia anche solamente giocato a World of Warcraft masticherà abbastanza inglese da sapere che "Pursuit" non è "Ricerca" ma bensì "Inseguimento", "Rincorsa".
Potrebbe sembrare una cosa di poco conto, ma all'interno del film il titolo viene citato più volte (3, mi pare) e gli viene dato un significato, soprattutto alla parola "Inseguimento" che nei dialoghi è sempre stata sostituita con la parola "Ricerca", tanto per non smentire il titolo, facendo perdere senso a più di un discorso.
Ma dico io, ma se si chiama "L'inseguimento della felicità" è tanto difficile scriverlo così, che cacchio centra adesso la parola "Ricerca" ??
Mi sono chiesto se chi traduce i testi almeno vede il film, ma è abbastanza sicuro che lo faccia. E' certo che chi ha visto il film in lingua originale è deve tradurlo non può fare un errore così grossolano, quindi l'unica realtà è che esiste qualche "Genio" che ha pensato "L'inseguimento della felicità suona male, facciamo Ricerca che è sicuramente meglio".
Questo film lo tiro in ballo perché il regista è Muccino, un ITALIANO che a mio parere avrebbe per lo meno dovuto dire qualcosa .. ma niente.
Vabbé, lo sfogo notturno è finito e vado a dormire ... tristezz :P

"Il diavolo veste Prada"

Ho appena visto il film e stavo sdraiato nel mio letto perché dopo volevo dormire.
Ho scelto questo film perché lo ritenevo un film leggero ed invece ora non posso far a meno di scriverne sopra qualcosa.
Ho sentito parlare molto di questo film fin da quando si trovava ancora nelle sale cinematografiche. Tutti ne parlavano bene e ne parlano tutt'ora. Si dice sia bello, intelligente e significativo.

PORCA TROTA MAI VISTO UN FILM PIU' IDIOTA DI QUESTO.

Non sto scherzando. Di film idioti ne ho visti tanti, sicuramente molto di più di quelli belli, ma questo arriva dritto alla cima, se non altro per l'effetto capitombolo. Dal piedistallo sul quale viene decantato a finire sul fondo marcio del pozzo delle scemenze è un bel volo e si sente tutto.
Ci sono molti film sopravvalutati ma questo li batte tutti in volata.

Non mi esprimo sulla regia, fa il suo dovere. Niente di esaltante ma il regista si muove indubbiamente bene. La fotografia è buona, soprattutto perché nonostante tutti i colori presenti nelle inquadrature non stanca mai l'occhio e non fa sembrare tutto come una copertina di Mode.
La recitazione ? Niente di che. La protagonista è abbastanza insulsa, glia ltri attori praticamente non esistono. La Streep è ottima ma quello è il suo standard, non è certo la Streep di "La morte ti fa bella" ma è perfetta per il ruolo.
Ora parliamo della storia: Una cagata pazzesca!
Non ha nessun senso. Al principio non sembra male, forse un pò banalotta ma pare che abbia dei contenuti, se non fosse soltanto che si capisce subito dove si vuole andare a parare.
Non scendo nei particolari perché tanto so che il film lo avrete visto o vi trovere a vederlo, ma lo reputo ancora accettabile fino al primo tempo, dopo di che, tutto perde il senso. La protagonista cambia da un estremo all'altro senza un vero motivo, conflitti interiori apparentemente di portata enormi risolti con una alzata di spalle, lavori senza significato e totalmente inesistenti. Tutto questo senza parlare del finale, privo di ogni logica e realismo. La "Redenzione" finale della povera giornalista/schiava/psicologa/troia accade in meno di 20 secondi (Gli ho contati) senza nessuna morale. Il personaggio della Streep poi, seppur ben interpretato, non ha veramente senso. In più punti gli si vorrebbe dare un minimo di umanità che però non c'è e non è credibile, a cascarci può essere solo quella demente della protagonista e solo perché sta scritto sul copione.

Fino alla fine ho aspettato per lo meno che qualcuno impazzisse e prendesse Miranda a cazzotti sulle gengive, ma niente. Prada nemmeno viene nominata, quindi non capisco manco il titolo.
Se fossi una donna, sinceramente troverei il film anche offensivo, ma tanto penso che ci siano tutte abituate. Mi fa strano pensare che una donna possa sentirsi offesa da una pornostar e non da un film che dipinge il suo sesso con uno steriotipo idiota, vanesio, acido, viscido e ridicolo.

Preferirei vedere 4 volte consegutive "Wrong turn" seguito dalla triologia del "Signore degli anelli" piuttosto che rivedermi sta' scemenza.
Sono comunque contento di averlo visto , perché se prima quando lo sentivo nominare me ne stavo zitto, ora so esattamente cosa dire, solo che mi auto-censuro, va ...

mercoledì, agosto 13, 2008

Voglio 1 gruppo

Ok, ne ho già due, ma voglio un terzo gruppo di GdR.
Sarebbe fantastico se fosse slegato dagli altri, con gente nuova, conosciuta solo per giocare. Il gruppo sarebbe per Conspiracy X, gioco dal quale non riesco a tenermi lontano.
Le cospirazioni mi vengono troppo bene, ed avere come scenario per gli intrighi l'intero pianeta con qualche luna e stella lassù direi che è il massimo.
Insomma ... ROSICO !
Ma possibile che i giocatori di ruolo non si riescono più a trovare ?? Vabbé, per la verità non si sono mai trovati. Il GdR è un gioco per pochi, proprio perché del "gioco" ha poco.
In rete non ci si riesce .. si trova qualche giocatore sparso qua e là, ma metterli insieme è troppo complicato. Luoghi, date, impegni ... troppe cose da far combaciare e non è che io queste cose non le abbia.
L'ideale sarebbe un gruppo che già si conosce, oppure due gruppi da mettere insieme. Alla fine di 3-4 persone si tratta ... :P
Vabbé, era solo uno sfogo ^_^

Chuck Norris bis


Mi hanno omaggiato con un bis :)

lunedì, agosto 11, 2008

City of Yama

Brian e Aronne entrarono nell’ascensore dalle imbottiture rosse dell’hotel Josephin, sperando che qualcuno premesse il tasto del piano desiderato.

Negli ostelli o in quegli alberghetti ad ore a Sud di Boston è relativamente facile arrivare alle scale senza essere costretti ad attraversare delle porte, ma il Josephin era un posto di lusso, uno di quelli da ottocento dollari a notte, e lì le scale erano sempre chiuse e raramente utilizzate.

Brian non si era ancora abituato alla cosiddetta “Dipendenza architettonica”. Attendere in piedi accanto alla pulsantiera senza premere nulla lo faceva sentire ridicolo. Aronne, dal canto suo, era perfettamente a suo agio nel suo completo italiano rosso a strisce nere, tanto da apparire parte dell’ambiente.

Brian osservò il collega. I suoi abiti non dovevano essere particolarmente costosi, ma la sua pelle nera, la testa rasata ed il suo fisico alto ed asciutto, in forma per un’uomo di mezza età, facevano risaltare ogni piega di quel tessuto luccicante. Il suo aspetto avrebbe potuto essere quello di un manager o di uno stilista, ma bastava la presenza di Brian e del suo spolverino marrone a riequilibrare i toni del duo.

Finalmente entrò una cameriera orientale che premette il tasto giusto e l’ascensore cominciò lentamente a salire.

Mentre i tasti si illuminavano uno ad uno segnalando il trascorrere dei piani, il nervosismo dentro Brian cresceva.

Non era la sua prima azione, non era certo un pivello, tuttavia la tensione è qualcosa al quale non ti abitui mai veramente. Ti attanaglia ai fianchi, ti porta a muovere convulsamente le dita, le gambe;

a volte spinge a dire cose futili, e Brian si trovò presto a sottolineare ciò che era ovvio:

“Il bastardo dovrebbe stare alla 333. Non riesce a lasciarsi alle spalle quel fottuto numero” disse con fare distratto.

“Ognuno ha le sue fissazioni – ribatté con calma Aronne, - Sicuramente il numero 3 ha un qualche significato occulto per quanto riguarda la sua vita passata, qualcosa legato alla sua dannazione”.

“Sai che non mi interessano queste filosofie. Questo bastardo ha già fatto quattro vittime e questa volta stai pur certo che non me lo lascio scappare”.

Le porte si aprirono e la cameriera fece due passi indietro costringendo Brian ad appiattirsi in un’angolo per non essere toccato.

Una volta uscita, i due colleghi si diressero con decisione a destra, prestando attenzione con lo sguardo ai numeri delle stanze in veloce crescita. Arrivati davanti alla 333, entrambi tirarono fuori dalla fondina le pistole, controllando i proiettili al loro interno.

“Io sono a posto. Appena entriamo ci dividiamo, il primo che lo avvista spara”.

“Tranquillo, come fatto” Rispose Brian e con uno sguardo deciso attraversò la porta di ingresso.

Aronne si mosse verso il bagno e la stanza da letto, Brian si diresse rapidamente verso la sala principale, l’arma ben salda in pugno.

In piedi a guardare dalla finestra la strada sul quale si affacciava la stanza c’era il legittimo inquilino dell’Hotel, un’uomo alto e magro, appena vestito, con una tazza di caffè caldo in mano.

Brian puntò su di lui la pistola, per poi scorrerla su tutto l’ambiente, cercando l’anomalia, la faccia bianca e traslucida del suo nemico.

Il suono assordante dell’arma di Aronne riempì l’aria. Brian si girò di scatto nella direzione dello sparo ed un’ombra luminosa attraversò l’uscio della sala, dirigendosi verso il piccolo e stretto corridoio interno attraversando la porta d’ingresso.. Brian si gettò nell’inseguimento.

Il “perduto” correva in maniera sbilenca ma veloce. La sua postura era decisamente animalesca: Le braccia ciondolanti davanti al busto ricurvo, le gambe storte che arrancavano nella speranza di correre più veloce, la testa che non la smetteva di girarsi a cercare una via d’uscita, nonostante un solo sguardo bastava chiaramente a mostrarne l’assenza.

Brian si fermò a puntare la pistola e sparò. Il colpo ferì l’essere alla gamba destra facendo ruzzolare la sua forma umanoide sul pavimento.

Rallentando, Brian lo raggiunse continuando a mirare alla sua testa.

L’essere era di sesso maschile. La sua mascella era esageratamente ingrandita per via dei denti aguzzi, troppo lunghi per rientrare nella bocca. I suoi occhi sgranati roteavano all’impazzata dando al mostro un’espressione impaurita e confusa.

Aronne giunse proprio quando Brian premette il grilletto. Il proiettile fantasma penetrò nel cranio della creatura. Tutta il corridoio si riempì delle urla stridule di dolore del mostro, che contorcendosi convulsamente sembrava quasi combattere contro il dolore della ferità mortale.

“Odio quando fanno così” Commentò Brian.

“Ce ne vuole un’altra” Concluse Aronne. Brian mirò nuovamente alla testa e premette il grilletto. Un secondo colpo attraversò l’occhio sinistro del fantasma, andando a depositarsi nel cervello, ancora ben visibile nel corpo traslucido dell’essere.

Le grida cessarono di colpo.

“E’ assurdo quanto siano attaccati a questo mondo. Nemmeno le pallottole sembrano servire più”.

“Non pensarci. Sono solo rari casi isolati, di solito una è più che sufficiente”. Aronne rinfoderò la sua arma seguito da Brian, poi entrambi cominciarono a dirigersi verso l’ascensore.

Una voce alle loro spalle lì fece girare entrambi di scatto. Il cadavere stava parlando.

“Un Turish !!”. Aronne si lanciò verso il corpo disteso sul terreno con velocità felina, scivolando sul pavimento con le ginocchia per raggiungerlo già chinato su suo volto, per sentire meglio.

“Sta parlando, sta parlando!” Disse eccitato, più a sé stesso che al proprio collega.

“Ancora con questa storia, dicono cose senza senso, sono soltanto dei residui”. Brian venne zittito con un forte “ssshh” del suo compagno.

La creatura balbettava, sussurrava …

La volontà di concepire delle parole di senso compiuto si scontrava con la morfologia della sua mascella sproporzionata. Nell’agonia, l’ultimo messaggio del mostro faticava ad uscire a causa della sua stessa natura.

“Notte ..” Pronunciò.

“Notte! Ha detto ‘Notte’!” Ripeté Aronne.

“Arriverà di notte. Giungerà nel cuore delle anime, le strapperà dal loro petto …”.

“Sembra una filastrocca” Osservò Brian. Il suo interesse per la cosa era decisamente scarso, ma l’orecchio era comunque teso ad ascoltare le parole profetiche del moribondo.

“Arthut! Arthut! Arthut! ARTHUT !!!!!”

Il fantasma si dissolse d’improvviso, disperdendo la sua essenza nell’aria. Al suo posto, il pavimento lucido dell’Hotel sembrava non aver mai ospitato una simile mostruosità.

Aronne si rialzò con lentezza, lo sguardo corrucciato ad indagare su ciò che aveva sentito.

“Contento ora ?” Chiese Brian sardonico.

“Sembrava un Turish di cattivo presaggio. Un contatto nefasto”.

“Perché ti ostini a credere in queste cose ? Tutte le volte che uno di quei cosi ha parlato è stato sempre e solo per dire scempiaggini”.

“Il Turish non è una scempiaggine. Quando un’anima muore per la seconda volta entra in contatto con il divino. Lui entra nel suo mondo dove il tempo non esiste ed il passato, il presente ed il futuro si fondono. Le sue parole divengono profezia”.

Brian rinunciò a ribattere un argomento che aveva già affrontato molte volte. Il suo collega era di diversa opinione e di norma simili discorsi finivano con una paternale da parte del nero.

“Come vuoi” Si limitò a dire.

Alla fine, entrambi tornarono all’ascensore, aspettando che qualche cameriera ritornasse al pian terreno, mentre dalla stanza 333 usciva l’uomo con il caffè in mano a prendere il giornale poggiato davanti alla porta.


Continua (Forse) ...

venerdì, agosto 08, 2008

Morello's birthday


Ti odio ^_^

8 Agosto

Oggi Moreno compie gli anni.
Quant'è che ci conosciamo ? Stando a quanto dico di pensare non dovrebbe avere nessuna importanza per quanto riguarda i miei sentimenti verso di lui.
Il nostro rapporto è invece direttamente influenzato da questo fattore. Il numero di secondi che abbiamo passato insieme, ma soprattutto le esperienze che abbiamo condiviso.
Il tempo che è passato ci ha sicuramente cambiato. Siamo cresciuti in alcuni aspetti e siamo rimasti uguali in tanti altri, forse troppi. Alcune abitudini o modi di pensare sono anche regrediti, o forse si sono semplicemente lasciati eclissare dalle idee che il mondo ci porta ad assumere.
Crescere è indubbiamente lo scopo biologico della vita. Se si dovesse trovare un senso alle nostre azioni, questo senso deriverebbe sempre dal progredire, questo perché solo una visione più completa permette di godere di una seconda visione più ristretta.
Nessuno appare sodisfatto della propria fase vitale.
Quando avevo 12-14 anni, ero fermamente convinto di stare trascorrendo il periodo più florido della mia vita. Era una cosa abbastanza insolita in una età nella quale si vuole solo diventare più grandi.
Ho sempre pensato di possedere una mentalità progettata per vivere per sempre. Il senso del tempo che trascorre è molto forte in me, portandomi paradossalmente a non percepire i minuti o le ore, ma solo i mesi e gli anni.
Ora capisco che quando ero contento della mia adolescenza, era grazie alla più ampia visione che avevo della stessa attraverso il mio sguardo attuale.
Probabilmente è assurdo.
Ad ogni modo, anche quella convinzione era errata. Probabilmente ero contento di non dovermi preoccupare delle conseguenze delle mie azioni, cosa che sapevo avrei dovuto fare in seguito.
Allo stesso modo ora sono felice di non dover prendere decisioni per la sanvaguardia di terze persone, soprattutto perché so che questo momento sta arrivando alla fine.
Credo fermamente che in ogni fase della vita ci sia qualcosa per cui essere contenti; scoprirlo è qualcosa che rende completi.

Ho divagato, questa volta di proposito. Nel prossimo post faccio gli auguri a Moreno, così non si potrà lamentare che ho incasinato il suo post :D

sabato, agosto 02, 2008

Cyberpunk - Kira




"Credono di aver costruito un'impero.

Senza di noi.
Credono di aver superato gli altri, di essere degli intoccabili dei del cazzo.
Sopra di noi.
Credono che le cose saranno sempre così, che non cambieranno mai.
Ma non noi"

Ero Yoshikage Kira, ero la furia cieca prodotta dal sistema, ero la voce e la rabbia del popolo che sgusciava via dalla stretta di coloro che sopra di noi provano a tenerci mansueti. Ero l'anti-tv, ero il macete con il quale veniva spezzata da disinformazione dei giornalisti corroti. Ero il fottuto faro che illuminava la notte intera per tutti quei poveri cieci privati della loro umanità.
C'è stato un tempo in cui la parola "Kira" bastava a far tremare le mura della roccaforte Militech, quando una sola vibrazione delle mie corde corrispondeva ad un dirigente Arasaka che si buttava giù dalla torre.

Quel tempo era il massimo.
Non avevo quelle stronzate che ho avuto in seguito. La gente non si fermava a chiedermi l'autografo perché non sapeva nemmeno che faccia avesse "Kira".
Dopo il concerto, ad attendermi c'erano quelle quattro troie troppo truccate con le quali finivo la serata, e a fine mese ero lì a rovistare nel kibble come gli altri in cerca dello scarafaggio del giorno.
Non ero nessuno eppure ero tutto. Non avevo niente ma facevo parte di qualcosa più grande di me, qualcosa di rispettato.


Poi venne il marketing. Si presentò sottoforma di una tettona bionda che vestita di gran classe scese dalla sua limo e mi montò così tanto la testa da svitarmela dal collo.

"Tu non hai ancora preso il meglio dalla tua popolarità - Diceva, - Con una corporazione alle spalle la tua voce raggiungerà anche gli angoli più remoti d'America".
La cosa forte è che da quando l'uomo ha imparato a diffidare delle menzogne, loro hanno imparato a fregarti con la verità.

Ora sono qui, fantasma di me stesso.


"Kira"
era troppo "Etnico" e quindi mi chiamano "Crysis". Ho scritto e suonato cose del quale non ne capisco il senso. Parlo ancora del sistema ... di quanto faccia schifo, ma farlo dal mio PC da 10.000 E$ non ha proprio lo stesso valore.
A chi cazzo voglio darla a bere ?
"Se non puoi batterli alleati con loro". Il mio vecchio deve averlo detto qualche volta ...
E' questo quello che hanno fatto, e non gli deve essere costato nemmeno tanta fatica.

Non so cosa sia cambiato, so solo che all'ultima intervista in cui quella tizia con gli acchiali mi ha chiesto cosa ne pensavo del mio ultimo successo, ho risposto "Ma che cazzo ne so!".
I miei sponsor non l'hanno presa bene, ed allora gli ho mandata a fanculo.
La mia donna non l'ha presa bene, così come tutti i miei presunti choomba, ed allora mi è toccato mandare a fanculo anche loro.
Guardandomi allo specchio mi sono mandato a fare in culo anche io ed ho detto basta.
Basta saltare la fila, basta bere champagne, basta chitarre esagerate, concerti programmati, comparsate in tv e talk-show del cazzo. Io sono un fottutissimo animale di strada, una bastarda spina nel fianco, una stramaledetta arma del popolo verso il sistema.
"Conosci il tuo nemico" diceva una canzone del passato, ed io l'ho conosciuto fin troppo bene. Non ci cascherò due volte. Non mi interessano più i soldi, il successo o le belle macchine. Ora sono tornato a terra e da qui non mi muovo.

Per strada ancora ogni tanto mi indicano, i gruppi emergenti mi trattano come un'appestato, una meteora che ha finito il suo giro. In parte li capisco, la mia reputazione sarà cresciuta nello star-system, ma nei ghetti è calata sotto le scarpe.
Ma sapete che vi dico ? Io sono bravo, io sono un fottuto Dio della musica. Lo ero prima e lo sono adesso, solo incazzato il doppio.
Io sono Kira, e vi farò ingoiare quel sorrisetto ebete che avete stampato in faccia a suon di calci chiodati !!!!