mercoledì, agosto 19, 2009

Attesa

avete notato che il blog fa schifo ?
Avete notato che langue ?

Ci sono cambiamenti in vista ...

lunedì, agosto 03, 2009

Condivisione

A detto di molti, una componente fondamentale del rapporto di amicizia è la confidenza.
Io sono una di quelle persone, ed anche se ritengo questo aspetto infinitamente inferiore alla condivisione delle emozioni e dei pensieri, mi pare ovvio che la condivisione debba partire anzitutto da cose più terrene, come quello che si sta facendo a lavoro, confessioni amorose, problemi parentali.
Insomma ... nessuno vorrebbe vivere a Twin Peaks, ma ogni tanto mi sento come una comparsa nella vita di chi mi sta intorno.
Non dico che ci si debba telefonare a notte fonda per raccontarsi l'ultimo sogno che abbiamo fatto od organizzare dei pigiama party per scambiarci idee sulle nostre posizioni sessuali preferite, ma cazzarola, se un amico sta male oppure è entusiasta di qualcosa, come minimo mi piacerebbe saperlo .. e non dal pincopallo di turno come capita sempre, ma dal diretto interessato.
Il problema è che qui siamo tutte persone chiuse e frustrate. Questo è un dato di fatto e vista la società in cui viviamo, trovo che la discrezione sia solo un gran pregio, ma c'è anche un limite.
Qui nessuno parla di niente. Se capita qualcosa, la si dice a X ipotizzando poi che quell'X la dica a tutto il resto dell'alfabeto .. ma non è mica normale sta' cosa .. perché poi ovvio che diventiamo solo un gruppo di persone in cui nessuna si fa i cazzi suoi.
Io ho comprato la moto nuova ... non ho messo i cartelli perché amanti dei motori siamo solo Stefano ed io, quindi immagino che a Graziano, ad esempio, non importi poi un granché .. Stessa cosa se aggiorno la scheda video del computer, ma certo non se ho una promozione a lavoro o se ... boh, sono un tipo noioso, però quelle quattro cose che mi capitano i miei amici le sanno.
Non sono offeso che nessuno si confidi con me (E si che sono il più riservato del gruppo), solo trovo che in questo modo ci si perda qualcosa nel rapporto di amicizia che difficilmente potrà essere integrata in futuro, rendendoci tutti più distaccati e distanti.
Potrei essere il primo a fare un passo avanti, certo ... ammetto che non è facile ed a volte nemmeno possibile .. però uno sforzo lo farei, cribbio !!

sabato, agosto 01, 2009

Bullet in ya head

This time the bullet cold rocked ya
A yellow ribbon instead of a swastika
Nothin' proper about ya propaganda
Fools follow the rules when the set commands ya
They said it was blue
When the boold was red
That's is how you got a bullet blasted through your head

Blasted through your head
Blasted through your head

I give a shout out to the living dead
Who stood and watched at the feds cold centralized
So serene on the screen
You was mesmerized
Cellular phones soundin' a death tone
Corporations cold
Turn ya to stone before you realize

They load the clip in omnicolor
They pack the 9, they fire it at prime time
Sleeping gas, every home was like Alcatraz
And mutha fuckas lost their minds

Just victims of the in-house drive-by
They say jump, you say how high

They load the clip in omnicolor
They pack the 9, they fire it at prime time
Sleeping gas, every home was like Alcatraz
And mutha fuckas lost their minds

No escape from the mass mind rape
Play it again jack and then rewind the tape
Play it again and again and again
Until ya mind is locked in
Believin' all the lies that they are tellin' ya
Buying all the products that they are selling ya
They say jump
Ya say how high
Ya brain dead
Ya gotta fuckin' bullet in your head

Just victims of the in-house drive-by
They say jump, you say how high

Ya standin' in line
Believin' the lies
Ya bowin' down to the flag
Ya got a fuckin' bullet in ya head

sabato, luglio 25, 2009

Luna

Ho sempre invidiato la luna.
Il suo isolamento, la sua autonomia sono il suo grande fascino. Essa non elargisce e non pretende, non commercia con il mondo, esaurisce le sue passioni in sé stessa.
Tuttavia è una banale sfera che si erge talvolta ad irridere il destino degli uomini, conscia della sua naturale superiorità.
Ho sempre trovato insensata la sua ambizione a rivaleggiare con il sole, l'astro nascente, il padre della vita; ma questa è la sua forza, regina di un mondo di tenebre, tacita cospiratrice ed infine.... vincitrice.

Una certa Cassandra

venerdì, luglio 10, 2009

Fever

Ho la febbre da Domenica scorsa .. quasi 6 giorni :( :(
Che palle .. ormai quando mi sento bene prendo il termometro e misuro la temperatura per scoprire che ho quasi 38°... vabbé, ormai per me sarà diventata quella la normalità ..
Era molto tempo che non stavo male per così tanto tempo, e proprio durante il G8 .. saranno contenti a lavoro :P
Per ora ho preso almeno 5 tipologie di farmaci .. l'antibiotico mi sta dando fiducia, proprio adesso mi prendo una capsulina.
Altre noovità ci sarebbero ma non ne posso parlare, e per questo motivo mi sta dando al cazzo questo blog ..

giovedì, luglio 09, 2009

martedì, giugno 30, 2009

Ergo Proxy





You complete my fate
The world unwinds inside of me
You complete my fate
The halo crawls away
You repeat my fate
Rewinding all we can
You refill my place
You refill my place, place

Come and save me
Come and save me
Come and save me
Come and save me
Come and save me

You complete my fate
The heavens stroll inside of me
You repeat my fate
Revealing who we are
You refill my place
You refill my place, place

Come and save me
Come and save me
Come and save me
Come for me and take out my heart and take my breath away
Come and save me
Come for me and take out my heart and take my breath away
Come and save me

Believe in me and
Drink the wine and
Take my hand and
Fill me up

Believe in me and
Drink the wine and
Take my hand and
Let me follow

domenica, giugno 28, 2009

Povero bimbo :(

Giornata di minimoto.
Premesso che è la seconda volta che ci vado, la prima è stata 3 anni fa ..
Ad ogni modo salgo, giro, mi diverto. Mi sdraio due volte io da solo come un pirla ... ma come ca.zzo fanno a girarci su sti cosi senza grattuggiarsi i piedi ?
Sarà che sono un pippa, sarà che sono 183cm per 46 di scarpe, ma su sti cosi mi ci ammazzo che è un piacere

Ad ogni modo, visto che stavo facendo un casino ed il mio ego era sotto le suole (Rovinate), decido di mettermi dietro un tizio intutato per imparare qualcosina, solo che questo va più lento di me (Non so perché, passeggiava proprio) ed a una variante praticamente si ferma tanto frena, costringendomi a passarlo.
Mi sposto un pò sull'esterno curva per impostare e SBAM! urto un bambino
tutto intutato anche lui che finisce sull'erba con tutta la minimoto.
Ok, questi sono bambini ogm che in 8 anni 6 gli hanno passati in pista, e poi bardato com'era non si è fatto nemmeno un graffio, ma madonnina vedere un corpicino così sbattuto a terra mi ha pianto il cuore manco fosse figlio mio
Mi sono sentito proprio una meeeerd.aaaa ....

Vabbé .. colpa mia al 100% immagino. Sò troppo una pippa

domenica, giugno 21, 2009

Antipatico

Sarebbe facile per me risultarti simpatico.
Mi basterebbe essere affabile, gentile nei tuoi confronti o comunque fingermi interessato
di tutti quei piccoli episodi ai quali tu dai quell'enorme importanza.
Potrei preoccuparmi della tua grande storia d'amore o delle tue tragedie di salute, ma non
lo farò.
Non lo farò perché se lo facessi, se anche facessi finta di capirti, sarebbe per me come fare dei
piccoli passi nel tuo mondo; un mondo costruito intorno a paure, manie e paranoie.
Un intero universo che si erge in un precario equilibrio dal quale svegliarti all'improvviso
sembra avventato anche per me.
Se ti fossi simpatico, potrei vantarmi della tua amicizia. Ancora più importante, potrei
vantarmi di essere un tuo amico. Una persona che ti comprende e che cerca di darti
quello che tu chiedi in maniera tanto infantile.
Ma nella mia ottica, un amico non è colui che ti compatisce quando stai male, ma è colui che
cerca di guarirti, delle volte spronandoti a reagire, a combattere.
Per far emergere i detriti dal fondo, la maniera più rapida e l'agitare le acque.
Un amico potrebbe farlo con dolcezza, dosando momenti di comprenzione ad utili attimi
di stoici confronti; ma come ho detto io non ti sono amico.
Non sono tuo amico perché non ho interesse per te, ma questo non mi impedisce di
cercare di darti una scrollata, di farti sbattere contro più angoli possibili, in modo che forse,
un giorno, questo tuo mondo di finzioni e balocchi non crolli prematuro sotto il peso
delle sue contraddizioni, non facendoti altro che bene.
La verità rende liberi, si dice, ma professarla non è facile. La verità è dura per tutti, per me
quanto per te, ma a differenziarci c'è la volontà di scoprirla, anche a costo di sacrificare
la felicità che ci siamo avvolti intorno.
Se credessi che tutto ciò non ti tocchi, ti lascerei in pace. Se pensassi che la verità possa essere
lasciata fuori a battere alla porta senza che nessuno la senta, allora sarei comprensivo, ma so che così non è.
Prima o poi il risveglio arriva per tutti, a noi resta da sperare che accada in tempo utile.
Quindi, caro anonimo, se non mi vedrai mai circuirti o accettarti così come avviene con le
altre persone che ho scelto di frequentare, sappi che un motivo c'è, e scoprirlo ti sarebbe molto più utile che ignorarlo.
Ad ogni modo, se quest'ultima è la scelta che hai deciso di operare, il mio interesse per la cosa si esaurisce qui, in questo post di un blog che non leggerai.

lunedì, giugno 15, 2009

Sogno nefasto

Ho fatto adessoun sogno, talmente malato che sento il bisogno di scriverlo qui, per dimenticarlo e continuare a dormire.
Il sogno era nitido, a colori ed abbastanza realistico, nonostante accado cose che sono normali solo nei sogni. Un vero incubo da strizzacervelli al quale non sono affatto abituato, visto che per lo più sogno colori e sensazioni e non delle vere storie dallo svolgimento più o meno lineare.
Ad ogni modo, mi trovavo in unpo chalet con tutti i miei amici. Ci stavamo divertendo e decidiamo di farci delle foto tutti vestiti con abiti di colori diversi, ad esempio uno tutto blu, mi sembra si trattasse di Marco, uno tutto bianco etc.
Il giallo era già stato preso, quindi io decido di vestirmi di Arancione, uno dei miei colori preferiti.
Scatto delle foto con la digitale di Stefano, ma quando poi vado a leggerne la memoria i miei occhi innorridiscono perché i primi scatti sono pornografia di una volgarità unica e riguardano la mia ragazza.
Considerate che Stefano, come quasi tutti gli altri miei amici, lo conosco fin dall'infanzia ed è sicuramente uno dei miei compagni più fidati e leali.
Ad ogni modo mi sono sentito morire di un dolore che non avevo mai provato prima. Forse è perché normalmente non sono geloso, o comunque lo sono molto meno della soglia comunemente accettata, ma quel rumore sconosciuto del cuore che si spezza e con tal forza ancora me lo sento adosso.
A quel punto, trattenendo un urlo vero e proprio, chiedo a Stefano di uscire perché gli dovevo parlare.
Prima di uscire chiamo la mia ragazza ma a rispondermi è la madre. Non ricordo bene, so che non parlo mai direttamente con lei ma che gli faccio dire di venire da me.
Stefano appare nervoso, perché probabilmente ha intuito cosa avevo visto (E non è che ci volesse tanto, visto che ha lasciato tutto in bella vista :), ma mi seguire fuori.
Una volta all'esterno, mi ricordo che era notte. Mentre parliamo, camminiamo lungo un fiumiciattolo la quale grandezza sembra variare in base a come conduciamo il discorso, assumento i tratti di un filo d'acqua a quello di un torrente sul quale è stato addirittura costruito un piccolo ponte di roccia.
Ora, razionalizzando, mi sembra che nel colloquio si siano assunti dei fatti del tutto inventati, che in quel momento erano scontati.
Il primo è che tempo fa io mi fossi lasciato per un paio di giorni con Alessia. Il secondo è che tra Alessia e Stefano ci fosse stato un bacio.
Come ho detto entrambi i fatti sono irreali, ma essendo un incubo queste cose apparivano come risapute.
Mentre camminiamo, quindi, gli chiedo cosa fosse successo tra loro in quel periodo, e fino a dove si era spinto con la mia ragazza.
L'ennesima cosa strana è che durante l'intero tragitto ci segue una giovane madre bionda, che tutta contenta osserva il figlio che tiene per mano andare su e giù per il fiume, nuotando tutto vestito.
I toni della discussione si accendono quando Stefano, abbastanza presto, mi dice che sono arrivati al punto mostrato sulla fotocamera.
Io lo prendo per il bavero della giacca/camicia ma non ricordo cosa gli dico. Ricordo che non potevo accettare la cosa, che mi veniva da vomitare.
La madre con il suo bambino, dal canto suo, era contenta ed orgogliosa ed io in un lato del mio cervello non capito come mai questa donna non si rendesse conto del nostro stato d'animo e non se ne andasse via, anche solo per proteggere il figlio da una situazione tanto disdicevole e dai vertici drammatici.
Forse è stato proprio l'osservare questo ennesimo paradosso a farmi svegliare.
Ora son qui, e me ne torno a dormire. Scrivere o raccontare gli incubi funziona sempre, probabilmente perché dopo aver scritto una tale marea di scemenze, ci si rende conto di essere ridicoli ad aver preso tutto questo per vero.
Scusate la confusione ma d'altronde sono le 5 del mattino, ed io fra due ore mi devo svegliare.
byez!

lunedì, giugno 08, 2009

Buttate giù!

Ecco Sté che cerca di farla finita con la sua vita ma inutilmente perché
purtroppo non hanno accettato di buttarlo giù dall'aereo senza paracadute ..

Cit. di Stefano:
"Chi pensa che abbia rischiato qualcosa, provi a fare la tangenziale tutte le mattine
in moto".

Come dargli torto ?
Così, hai torto.



mercoledì, maggio 27, 2009

sabato, maggio 23, 2009

Access to system

Accesso al sistema in corso ...
Username:
Karoo
Password:

Karoo>
Karoo>
Erase /all
Proseguendo con queste operazione l'intero contenuto del disco andrà perduto.
Si desidera continuare [s/n]: n
Karoo> ls -lart

- lavoro
- amici
- .amore
- .progetti
- proprietà
- .ossessioni
- .speranze

Karoo> Erase lavoro | Erase proprietà | Erase .ossessioni
Erase Lavoro .... OK
Erase proprietà ...OK
ERROR: Erase .ossessioni: Accesso negato.

Karoo> tar .ossessioni
Karoo> Expand .amore
Karoo> Expand .speranze
ERROR: Expand .speranze: Spazio su disco insufficiente.

Karoo> Send .speranze To ftp://nowhere.it
Karoo> fix Karoo
ERROR: Comando non riconosciuto.
Karoo> Defrag Karoo
L'operazione potrebbe richiedere molto tempo. Si desidera continuare [s/n]: s
Karoo>

0% xxxxxxxxxx========================= 100%

Zum zum zumma zum

Lasciarsi crescere i capelli. Decidere di iscriversi in palestra. I turni a lavoro.
Sentirsi bene. Stare a posto. Non pensare al futuro, il futuro è adesso. Il futuro non esiste.
Il futuro se ne frega.
Io mando già il rospo. Minerva si incazza e ride. Zulu gioca nel suo balcone.
Non correre che non ti fai male.
Zum zum zumma zum.
Internet la nostra voce e la Tv le nostre orecchie. Gli occhi non ci servono più.
Zum zum zumma zum.
Aerius la mattina, aereosol la sera. Visiera alzata e giacca chiusa.
Troppa cioccolata, la mensa costa troppo. Si mangia di più saltando i pasti.

sabato, aprile 11, 2009

Pronti, soccorso e via !

E' questa l'Italia della quale siamo orgogliosi ?
Tutti pronti a darsi una mano, a correre in aiuto del vicino. Tutti quanti a macinar chilometri per tirare su macerie e soccorrere gli sfollati da prima pagina, quelli in tv, nonostante gli addetti ai lavori chiedano gentilmente di astenersi.
Ma come si fa a starsene con le mani in mano ? C'è gente che soffre Santo Cielo !
E giù a telefonare per sapere cosa si può fare, a mandare sms a destra e a manca, a donare il sangue a Krotone, perché in Abruzzo hanno bisogno !
L'Italia sempre fraterna.
Davanti a tragedie come un terremoto di 5° magnitudo, che però se guardi bene è quasi 6, che in scala Mercalli diventa 9 e che se misurato all'epicentro è praticamente una bomba nucleare sparata dritta dritta sopra il nostro bel paese.
Una tragedia, morti su morti, "La più grande catastrofe del nuovo millennio", alla faccia dello Tzunami. Ma chi se ne frega dello Tzunami ... mica era in Italia quello.
Storie che si accavallano a leggende che diventano miti.
Un medico si alza la mattina, tira fuori dalle macerie il cadavere di suo zio, salva la sorella dal coma e corre in ospedale per prestare aiuto in ambulatorio. Ah si, già che c'è manda tutta la storia per fax a Studio Aperto, che non sia mai che la gente pensi che non esistano gli eroi.
Bruce Willies è una pippa.
Case rase al suolo, palazzi mal costruiti, regolamenti ignorati. Ma daltronde chi poteva prevedere qualcosa ? Nessuno è chiaro. Infatti le città in zone sismiche vengono ricostruite ogni settimana.
Vabbé, il solito magna magna. "Ma non bisogna polemizzare, ora bisogna pensare a dare il proprio sostegno, ad aiutare".
Tutti ad aiutare! Perché questa è l'Italia della quale siamo orgogliosi. "Siamo Abruzzesi, non possiamo piangere" !
300 morti. Dico 300 morti ! Praticamente un 747 che cade. Praticamente un mese e mezzo di stragi del sabato sera. Quasi una giornata in Rwanda .
Assurdo, sconvolgente, paradossale, cataclismatico.
1000 feriti, 1500 sfollati. Quasi mezzo quartiere a Roma.
Ma ora non c'è ragione di essere tristi, tanto si ricostruisce tutto.
15 milioni di euro per la casa dello studente. 15 milioni di euro. Una cazzo di casa dello
studente tuttatempestatadidiamanti. L'ospedale era stato costruito 9 anni fa, ma era
ovvio che sarebbe caduto visto che è costato solo 25.000.000.000 di Lire !
Le scosse di assestamento dureranno circa un'altro mese. Ma tanto che ne sanno ? Mica
si possono prevedere !
Funerali in diretta. Ora bisogna ricominciare. Si riscoprono le cose importanti della vita.
Si rinasce. Bisogna guardare il futuro ma bisogna ricordare le vittime.
E' necessario tornare alla normalità ma anche un pezzo di cioccolata rende felici i bambini.
Basta un pallone ed un uovo di Pasqua gigante, chi le ha mai volute la Playstation, l'X-box,
Internet, il Nokia n73 e l'iPod. Bastano 4 carte, una tenda e un sms da 2 euro.
Avete telefonato per sapere cosa potete fare ? Non vi dicono niente se non fate parte di una
associazione organizzata ? Vabbé, dai, ci avete provato. Siete degli eroi, almeno potenzialmente.
Peccato, se ci fosse stati magari sareste apparsi nel prossimo film tv :(
Alla prossima catastrofe ...


Questa è la mia insensibile brutalità come difesa verso l'attacco emozionale mediatico. Se vi attaccano un milione di cavallette vi riparate con un retino ?
La libertà di poter scrivere una cosa senza nasconderla dentro mille frasi fatte, altrimenti sei un mostro. Ma stai ancora leggendo ? Non sei andato ad aiutare ? Allora sei un mostro, benvenuto.

venerdì, aprile 10, 2009

Creed - Higher



TESTO

La mia piccola Mimi

Mi ricordo quando era piccola come il mio pugno. La madre la allattava
dentro il bagno dove è cresciuta, dove ha aperto quei grandi occhi verdi di quello
smeraldo che solo un felino può avere.
Mimi sempre di corsa. Non si riusciva ad avvicinarsi che correva via, timida
e paurosa, anche dopo otto anni di vita insieme.
Non voleva mai uscire; ci abbiamo provato ma niente. Era una gatta agorafobica ma
tanto la madre usciva per entrambi.
Ricordo quando le trovavo ambedue a fissarsi perfettamente immobili, per poi scattare in
brevi litigi nati per motivi oscuri che noi umani non potremo mai capire.
La Mimi che si era innamorata di Alessia, chissà per qual motivo. Ogni volta che veniva
a trovarmi lei di soppiatto entrava in cameria mia, ad attirare l'attenzione con quel
suo breve miagolio. Ferma ed eretta a sollevar le zampe, prima una e poi l'altra.
Mimi la gatta dalle fusa rumorose.
Domani la seppellirò in giardino, dove riposa principessa ed il cucciolo al quale non
ho potuto nemmeno dare un nome. La piccola Mimi del quale conserverò la cicatrice
che mi fece quando dovetti tagliarli le unghie, la paurosa Mimi, la solitaria che cercava di
intrufolarsi nella mia stanza, seguendo le orme adulte della madre, ma che scoperta
si lanciava nei suoi fugoni.
Può sembrar poco, ma non lo è affatto.

mercoledì, aprile 08, 2009

Cx again


Stanno tornando ...

lunedì, aprile 06, 2009

terremoto

piccolo post direttamente dall'ipod..
poco fa mi sono svegliato ed ho visto la
casa tremare per quasi 5 secondi buoni.

questa è la prima volta che ricordi in cui
anche io riesco ad avvertire un terremoto ..

ad ogni modo sono rimasto imbambolato sul letto
e dopo qualche secondo mi sono alzato.
succesivamente ho preso l'ipod per vedere se mi ero sognato tutto
o se la scossa c'era stata davvero .. ebbene verso mezzanotte
e mezza una magnitudo 4 ha colpito l'Aquila!

shocking in my town

aggiornamento: forte scossa di terremoto avvertita a Roma verso le 3:30.
È ufficiale: sono meglio dell'ANSA.

mercoledì, aprile 01, 2009

Appstore - 1409


Finalmente l'Appstore, il servizio di distribuzione software per iPhone e iPod Touch si è
decisa ad accettare l'app che ho creato un mese fa e che si chiama iBifbish!!!
E' in vendita sull'appstore a soli 0,79 centesimi di euro, ma visto che altre applicazioni sono
state scaricate anche 100.000 volte, potrei anche diventare ricco !!!
URRA' !!!

In questa pagina (Su Applestore) potrete trovare una descrizione del mio software,
costatomi ore di fatica e notti insonni !! Correte a comprarlo !!!

Fuga

Le dita scorrevano a gran velocità sopra l'umida pietra di quel corridoio sotteraneo dal quale
Jennie stava fuggendo.
La sua cecità non era mai stata un intralcio come in quel momento. Si era sempre ripetuta di poter avere una vita normale, di essere una persona come tutte le altre, ma come prigioniera non poteva ignorare di essere facile preda dei suoi aguzini più di altre ragazze della sua età.
Le dita continuarono a contare gli incavi che intercorrevano tra una roccia e l'altra, disegnando
il tragitto che l'avrebbe portata verso le scale. Ancora cento passi e le sue chance di scappare
sarebbero aumentate notevolmente.
Un rumore sinistro la fece istintivamente voltare indietro. Era buffo come il suo corpo rifiutasse la menomazione, costringendola ad usare gli occhi consapevole che sarebbe stato inutile.
Si voltà di nuovo e si impose di non smettere di camminare.
Una grata si aprì emettendo un sinistro stridio. Altre incavi pieni di muschio ed insetti si susseguirono ancora. Jennie smise di contare i passi, quelli che contava adesso erano i battiti del suo cuore.
Nessuno la richiamava indietro, nessuno correva a dare gli allarmi. La grata poteva essersi aperta per puro caso, uno scherzo beffardo del destino che si divertiva con semplici giochi di vento alle spalle di una povera invalida spaventata.
Il terreno irregolare quanto le pareti si fece colpire dal passo incerto della ragazza, provocandole dolore all'alluce sinistro. Per un attimo incerpiscò su sé stessa, rischiando di cadere.
Jennie portò tutta la sua attenzione al proprio equilibrio. Non doveva sbilanciarsi. Una persona normale si sarebbe rialzata immediatamente, ma le gambe li dolevano ancora per le ferite, e se avesse perso il contatto con le pareti, avrebbe potuto perdere la giusta direzione.
Per non rovinare a terra, decise di fermarsi.
Il silenzio intorno a lei era tornato assoluto. Se la grata si era mossa, ora si trovava immobile dietro di lei.
Il suo orecchio si tese nel cercare segnali della presenza dei suoi carcerieri.
Si diceva che la perdita di un senso rendeva più aquti gli altri, ma lei non lo sapeva. Lei era cieca solo da qualche tempo.
Un fastidioso ronzio interruppe i suoi timori. L'unica a raggiungerla era stata una stupida zanzara, ancora non sazia del sangue che aveva già versato.
Riprese a camminare.
Il muro scorreva senza incertezze adesso. Il malfatto mosaico di rocce e pietra aveva lasciato spazio a pareti ben levigate, scavate nella terra con una certa maestria.
Questo la infastidì oltremodo. Non ricordava un simile cambiamento e dentro di lei nacque il dubbio di aver in qualche modo sbagliato strada.
Com'era possibile ?
Seppur fosse trascorso del tempo, più e più volte era stata trascinata attraverso questi luoghi. Le segrete nel quale era stata rinchiusa avevano sbucciato le sue ginocchia, contuso le sue braccia.
Se avesse potuto vedere, era convinta che molti di questi spazi erano tinteggiati del suo sangue rappreso e delle sue lacrime versate in silenzio.
Possibile che questo luogo la tradisse ancora ? Che l'infierire sulla sua persona soddisfasse
la sua prigione quanto i suoi guardiani ?
Poi la sua mano si scontrò con del legno, ed un oggetto di una certa grandezza cominciò ad ondeggiare alla sua destra. Si trattava di un piccolo quadro incorniciato.
Provo a ricordare cosa raffigurasse, ma niente.
Jessie decise dentro di sé che anche se avesse sbagliato tutto, anche se si stesse dirigendo verso
la sua stessa tomba, per nulla al mondo sarebbe tornata indietro.
Che il suo destino fosse di riveder la luce o di sprofondare ancor più nelle tenebre, esso si sarebbe compiuto quel giorno, per sua scelta.
Proseguì.
Passi incerti mossi l'uno dopo l'altro la fecero giungere ad una curva a sinistra. Il calore delle torce appese alle pareti le rammentava ancora una volta i limiti della sua condizione.
Chiunque avrebbe potuta vederla, osservarla incerpicare ed arrancare verso false speranze di libertà.
Un rumore sottile, tanto silenzioso da far accapponare la pelle le fece immaginare un passo strusciato proprio dietro di lei. Ancora una volta il suo istinto rispose, facendola voltare di scatto.
Il silenzio era tornato, pronto a celare ogni cosa sotto il suo manto di velluto nero.
Se qualcuno la stava pedinando, altro scopo non poteva avere se non di riportarla indietro.
Prendersi il disturbo di seguirla di nascosto ridicolizzava la sua volontà di fuga.
Così comica per i suoi aguzzini doveva essere, tanto vulnerabile da suscitare ilarità.
Dopo sessanta battiti, ancora niente. Jessie proseguì ancora.
La sua mano lasciò la parete e si agitò nel vuoto.
Abbassandosi sulle ginocchia, le dita incontrarono i tanto desiderati scalini. Un sorriso si formò a forza sul volto stremato della ragazza.
Procedendo a tentoni, Jessie iniziò a salire le scale. Alcune lacrime le rigavano le guancie e lei si stupì di trovare nei suoi occhi un'utilità ancora tanto grande.
Passo dopo passo, il calore del sole che doveva penetrare nella tromba le scaldava la pelle in modo differente dalle fiaccole alla quale era abituata.
I suoi capelli biondi parvero riprendere vita a contatto con un'aria più pura, ed una volta arrivata all'esterno, una boccata di freschezza le riempì i polmoni, alimentando un urlo silenzioso che avrebbe potuto scuotere il mondo intero.
Intorno a lei immaginava un grande prato verde, una distesa infita e perfetta di vita e natura, che solo lo sguardo della sua mente portava fino alle montagne innevate, oltre l'orizzonte.
Suoni di uccelli nascosti tra gli alberi arrivò alle sue orecchie abituate ad urla e dolore. Una nuova umidità accarezzava la sua pelle proveniente dalla rugiada sull'erba dopo una pioggia d'estate.
Jessie liberò quel sorriso che ostinato voleva uscire. Poi il tocco pesante di una mano l'afferrò per la spalla.

Minerva

Anima libera, Anima nera
Colei che soffre per una vita intera,
Nel creato che ti hanno donato
Del fato buio che la notte ha portato.

Così iniziava la mia prima poesia.
La scrissi a dieci anni sotto le coperte della
mia cameretta, vegliata dalle ombre dei giocatolli che mostruse si
ingigantivano alla luce della mia bagiure.
L'oscurità, che tanto intimoriva le mie coetanee, era sempre stata la mia
più grande fonte ispiratrice, la mia musa prediletta.
Già dalla più tenera età la cupa atmosfera delle mie poesie era stata la causa del
mio successo e dei miei problemi.
Più i miei componimenti inorgogliosivano i miei genitori ed insegnanti più sentivo
aumentare la distanza che mi separava da loro e dagli altri; ogni rima un passo verso
la notte lontano dal caldo focolare di casa mia.

Ero sempre stata una emarginata, stretta tra compagni di scuola troppo infantili e
docenti adulti troppo banali. La vita mi scorreva davanti come un film già visto.
Niente mi emozionava veramente, né il successo accademico alla quale ormai ero
abituata, né il falso amore della mia famiglia che da esso scaturiva.
Il giorno dei miei diciotto anni, ricordo che tornai in giardino a prendere dall'albero
cavo il mio diario segret e lo bruciai. Il tempo dei sogni infantili era finito,
la vita non era altro che una sequenza di impegni, cerimonie e bigotti sorrisi.

La mia famiglia era ricca.
La nostra casa a Back Bay era una stupenda villa in stile coloniale,
con un giardino di 500 mq ed una moltitudine di giardinieri portoghesi
a curarne ogni singolo cespuglio.
Forse la mia memoria di bambina mi inganna, ma ricordo di aver
visto mio padre la prima volta soltanto compiuti i quattro anni,
quando tornando dal suo viaggio di lavoro trovò una figlia in trepidante attesa
che liquidò in pochi minuti di affetto ed un regalo costoso.
A sei anni ero già fuori di casa.
Il collegio nel quale ero stata mandata a studiare costava una moltitudine
di dollari l'anno appositamente per tenere lontana la prole dalle
coppie troppo focalizzate su sé stesse per prendersene cura.
QUando cominciai a scrivere, le cose in minima parte cambiarono.
Non era conveniente ignorare una bambina prodigio quando si poteva appenderla su uno
stendardo per far sì che tutti l'ammirassero.
I miei genitori attinsero alle loro conoscenze per darmi tutto lo spazio
creativo del quale potevo aver bisogno, vantandosi ai quattro venti
di quanto era bella ed intelligente la loro figlioletta, di quanta
capacità artistica era dotata.
Nemmeno l'ironia che a fargli tanto piacere fosse il frutto della mia
indifferenza verso il mondo mi dava veramente soddisfazione.
Semplicemente mi ero rassegnata tempo prima.

La vita, intanto, andava avanti.
Vinsi qualche premio regionale, finì gli studi obbligatori e passai gli esami di
ammissione per Harvard.
Una volta al college ebbi più tempo per dedicarmi alle mie passioni letterarie.
Ero attratta dai libri meno conosciuti. Passai molto tempo a ricercare
autori mai sentiti, libri perduti. Più era arduo rintracciare un testo, più la mia curiosità aumentava.
Questo piccolo hobby mi consentì di superare i seguenti anni di tedio, composti da
esami, colloqui ed inutili compagni di stanza.

Quando gli esami finali si stavano avvicinando, ero ormai considerata una vera promessa
della letteratura moderna. Mi ero specializzata in letteratura classica, forse
cercando nelle passate filosofie una risposta esistenziale che ovviamente non c'era.
Stavo preparando la mia tesi sul culto della morte etrusco quando sentii quella cosa.
Essa proveniva dalla mia anima, da qualcosa dentro di me che pensavo non esistesse, che
fosse solo una stupida invenzione religiosa.
Qualcosa dentro di me si era risvegliato. Era desto, vivo, e desiderava emergere.
Fu un periodo confuso. Ricordo che mi svegliavo di notte, tesa, e per calmarmi
prendevo quei libri e li studiavo, trovando in essi una sorte di pace, di appagamento.
Anche la gente intorno a me sembrava notare il mio cambiamento.
I miei componimenti si fecero più criptici, di poca popolarità. Spesso era difficile
anche per me riuscire a dare un significato a quelle rime così astratte, al di fuori
di ogni contesto narrativo.

Poi arrivò colui che mi spiegò tutto ...

... Ed ora sono qui.
Sono una maga, sono una Guardiana del Velo, ed ho ritrovato me stessa.
Dopo la visione del mondo di Stige che come un uragano spazzò via tutte le mie
incertezze e convinzioni capovolgendo il mio universo, ora sono una persona nuova.
Ho abbandonato tempo fa la mia famiglia, sono stata maledetta e diseredata dai miei
genitori, ho lasciato l'università un minuto prima di discutere la mia laurea.
Ho dimenticato i lussi del mondo ovattato dove sono cresciuta, il solo riportarli alla
mente mi irrita.
Ho deciso di abbandonare ogni atteggiamento, ogni filtro che poteva esserci tra me ed
il mondo che mi sta intorno è caduto, calpestato dalla folla di emozioni che ogni
giorno getto fuori di me, lontano, sempre con maggior vigore.
Vivo, assaporo, vedo i colori e me ne nutro.
Ho cominciato a suonare, a cantare. Scrivo ancora ma solo per poi stracciare sempre
le mie poesie e buttarle nel cestino.
Come ogni cosa vivente, anche l'arte nasce, cresce e muore.
L'immortalità è frutto di stupide fantasie. Si muore per divenire fantasmi, ma anche
un fantasma può morire.
Tutto ciò che abbiamo è qui ed ora. La compensione dei misteri, lo spirito della magia,
tutto ciò che abbiamo è destinato a finire, ma questo per me ora non è più motivo
di depressione, ma di azione, di voglia di fare.
Qui ed adesso, così vivo la mia vita. Non sono diversa da tante altre persone. Forse
nella folla urlante di una discoteca punk puoi perdermi di vista, possono confondermi e
sembrare una stupida poco di buono, ma io so cosa ci aspetta, l'ho visto.
E questa compresione mi ha cambiata per sempre.

Racconti

Ho messo in ordine i "Capitoli" del racconto "Scacchi". Era da un pò che volevo farlo, perché
mi sembrava stupido non onorare l'unico racconto che abbia concluso, seppur nella sua mediocrità e banalità :)

Non so poi se qualcuno ha notato, ma sono arrivato a 10.000 visite !!!
Normalmente questo numero è un traguardo per qualsiasi sito, ma se si pensa che su 10.000
entrate almeno 6.000 le ho fatte io, e che questo record è da spalmarsi su 5 anni di onorato servizio, dire che il blog langue è dir poco.
Ad ogni modo, come disse Toretto, "Chiedi ad un pilota, ad un qualsiasi pilota vero. Non
importa se vinci di un metro o di un chilometro: L'importante è vincere!"
Mi sono ridotto a citare Fast & Fourius ? Ma perché ho mai fatto citazioni "Alte" io ?
Allora che cosa volete ?

martedì, marzo 31, 2009

Uomini duri


Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile,
l'uomo con la pistola è un uomo morto.

giovedì, marzo 26, 2009

Gran Torino

"Penso che ci sia bisogno di una combinazione di entrambi gli elementi. Cerco una storia che abbia un messaggio ma spero anche sia un intrattenimento, che trasmetta emozioni agli spettatori, che siano tragiche o divertenti. Cerco di raccontare una storia interessante. Da giovane ho fatto film per il piacere dell'avventura, per il pubblico, ma in questa fase mia vita voglio poter dire qualcosa. Negli ultimi 15 anni ho fatto film per adulti, sperando che li vedano anche i giovani. Mi manca l'epoca in cui gli adulti andavano al cinema, quando non c'era sempre lo stesso genere e i film non dovevano essere necessariamente dei sequel. I tempi di Preston Sturges e Howard Hawks, che giravano sempre soggetti nuovi per loro, che fossero spettacolari o veicoli di un messaggio. Oggi appena un film ha successo e fa soldi, i produttori ne vogliono fare altri quattro uguali! A 78 anni, non sarei soddisfatto se ogni giorno non potessi imparare qualcosa di nuovo"

Il mio attuale regista preferito.

mercoledì, marzo 25, 2009

sabato, marzo 21, 2009

"Benvenuto a Boston"

Se per te ogni cosa è un evento vavo,
Se alle sei in punto hai una spada in mano,
Se quando ti incazzi, dici porca eva,
Quardati bene intorno, che non ti ha sentito spera.

Benvenuto a Boston, patria di ogni mago
Non fare casino oppure sei spacciato
Che se il Nemeo per sbaglio, un dito si è tagliato,
Da un troll un minuto dopo, potresti esser mangiato.

Quando hai cinquant'anni, ma pare che ne hai trenta,
Quando è nuvoloso, conviene che stai attenta,
Quando nella tua testa ormai si paga anche l'affitto,
Spacca una finestra o vola via in Egitto.

Benvenuto a Boston, città della magia,
Se hai incendiato un bosco, che cosa vuoi che sia,
Basta l'incredulità, per te che sei neonato,
Con un bibliotecario di colpo sarai ritrovato.

Solo ora capisci perché Edera s'è dato,
E perché a una certa, quello dei nove s'è scocciato,
Che a stò punto Emoglobina forse era il più normale,
Nello Special Media Group quasi quasi voglio entrare

Benvenuto a Boston, se non hai niente da fare,
Se sei un risvegliato, vedi di scappare,
Se proprio poi ci tieni ad essere qualcuno,
Che sia almeno perché hai due mondi in uno.

Un'ultima strofa credo sia dovuta,
Al master della campagna che a tutti è più paciuta,
Tranne per qualcuno che ha provato del dolor,
Ma sarà piaciuta anche a Nabucodonosor.

lunedì, marzo 16, 2009

Offspring - Dammit, I Changed Again

Hey, come inside
While I stand here acting bold
(can't stand to feel this way)
Clear out the cobwebs in my soul

This time I turn around
Things have changed
Now I don't feel the same

Start a fight
I cant defend
One more time
Damnit I changed again

Now I don't see
Things the way I did before
(cant stand to feel this way)
Things important yesterday
Dont matter anymore
It doesnt make any sense
To feel so different day to day
(cant stand to feel this way)
When nothings changed except for me

This time I turn around
Things have changed
Now I don't feel the same, yeah
Start a fight, kick a fit
One more time
Dammit, I changed again

Next time i...

Next time I turn around
Things have changed
Now I don't feel the same, yeah
Start a fight, kick a fit
One more time
Dammit, I changed again

This time I turn around
Things have changed
Now I don't feel the same, yeah
Start a fight, kick a fit
One more time
Dammit, I changed again

I see it

mercoledì, marzo 11, 2009

Il gioco infinito

"Circa un secolo fa, il matematico e astronomo Henri Poincarè si poneva una domanda
fondamentale: “Come mai la realtà più accettabile per la scienza è sempre una realtà che un
bambino non potrebbe capire?”
Ai giorni nostri sembra fargli eco lo scrittore Robert Pirsig: “Ma è davvero inevitabile che la realtà
sia qualcosa di comprensibile soltanto ad un piccolo drappello di fisici di genio? Ci si aspetterebbe
che venisse compresa, se non da tutti, almeno da una buona maggioranza di persone normali. Non
è proprio possibile esprimerla altro che con simboli accessibili solo a chi ha una laurea in
matematica? Deve proprio essere una cosa che cambia da un anno all’altro, man mano che
vengono formulate nuove teorie scientifiche? E sulla quale possono sorgere dispute interminabili
tra scuole di fisica di diverso orientamento, senza mai giungere ad una soluzione definitiva, in un
senso o nell’altro? Se la risposta è sì, è giustizia rinchiudere d’autorità una persona in manicomio
perché “non dimostra un’adeguata comprensione della realtà”? Perché allora non essere rinchiusi
in manicomio tutti quanti, meno quello sparuto drappello di fisici? Chi sono i matti, qui, e chi i sani
di mente?”
Il problema sembrerebbe risolto se la realtà fosse quella ben più semplice che ci viene insegnata in
gioventù al catechismo, quella che leggiamo nella Bibbia e che chiunque è in grado di capire…
Ma anche qui sorgono delle complicazioni: le nuove scoperte scientifiche sull’origine del mondo,
dell’universo, dell’uomo, della mente e della coscienza relegano la versione biblica, nel migliore dei
casi, su un piano più metaforico che reale, mentre nuovi ed approfonditi studi esegetici stanno
facendo affiorare numerosi e secolari errori di traduzione dagli originali testi in antico ebraico,
interpretazioni palesemente ad hoc, e via dicendo.
E del resto, se le sacre scritture andassero prese effettivamente alla lettera ed adottate fedelmente
come unica verità assoluta, come si potrebbero effettivamente conciliare la Bibbia con il Corano, ed
entrambi con i Veda o i Sutra o gli antichi testi Taoisti?
Certo, quelle appena viste sono tutte domande più che legittime in un mondo dove Scienza e
Religione dettano legge, l’una su ciò che è dentro il mondo materiale e l’altra su ciò che dovrebbe
esserne fuori… .
Sono lontani i tempi in cui Chuang Tzu, il grande maestro taoista del IV secolo a.C., poteva
affermare: “Su ciò che è fuori il mondo materiale il saggio indaga, ma non ne ragiona; su ciò che è
dentro il mondo materiale il saggio ragiona, ma non lo critica”. Basta infatti entrare in una chiesa o
in un’aula universitaria per sentir dei preti ragionare di teologia o degli scienziati criticare dei
colleghi loro avversari."

Da "Il gioco infinito"

mercoledì, marzo 04, 2009

martedì, marzo 03, 2009

Facebook e "hacker"

"I pirati informatici provano a rubare i dati sensibili per insidiare il server,approfittando della fiducia degli iscritti.
Gli hacker non risparmiano neanche Facebook: solo nell’ultima settimana il celebre social network è stato oggetto di cinque attacchi da parte dei pirati informatici. Secondo alcuni esperti, citati dalla Bbc, gli hacker stanno tentando di “rubare” i dati sensibili degli utenti utilizzandoli per insidiare il server, approfittando della fiducia e dei contatti degli iscritti. Una sorta di cavallo di Troia sotto forma di applicazione che una volta installata si riproduce sugli account dei propri amici.

«È stata una settimana piuttosto brutta per i social network in generale», ha affermato Rik Ferguson, capo della sicurezza della società informatica “Trend Micro”. Secondo Ferguson, la scorsa settimana Facebook è stato colpito da quattro applicazioni «maligne» tra cui una nuova variante del virus “Koobface” che aveva già attaccato il social network a dicembre dell’anno scorso."


Ma a casa dei ladri mica si va a rubare !!

domenica, marzo 01, 2009

musicidio


"Biglia del destino/
Che muovi la mia vita/
Smetti di girare/
Vedi di farla finita"

CItazione

E cambio anche citazione, va ..

Offspring

Si può trovare un pò di pace semplicemente riscoprendo un vecchio gruppo che aveveo ascoltato "Di striscio" alla fine degli anni '90 ?
Bhé, io l'ho fatto. A volte basta poco, oppure ce lo facciamo bastare.

Franca

Si scrive per tristezza, per sfogarsi o per comunicare.
A volte si scrive perché va di scrivere, ed al perché ci si pensa dopo, quando ci si è dimenticati di farlo. Che tanto poi il perché non interessa mai a nessuno, tanto meno al sottoscritto.
Che sono depresso, si è capito dal post precedente. Anzi, forse dal post precedente si è capito che sono completamente partito.
In realtà non è stato niente di eccezionale, se non un banale e quotidiano attacco d'ansia.
Sembrava panico, ma poi è stata ridimensionata ad ansia. Fra un pò sarà stata solo una semplice temepsta tropicale.
Ad ogni modo, quel giorno Katrina mi sembrava una brezza leggera .. anzi quella notte, perché era notte, ed io ero a lavoro.
Mi sono ripreso un cazzo di h24 (A me piace più dire 24h, che ha anche più senso) perché pensavo che sarebbe stato simile a quello che ho svolto in passato .. invece qui è gestito di merda ed alla fine mi farà impazzire, tanto che mi è bastata la prima notte a farmi uscire di testa ...

Facciamo il punto:
Qualche giorno fa mi è morta la nonna. A dirmelo è stato un simpatico infermiere di 60 anni o giù di lì che dall'alto della sua sensibilità, essendo mia nonna spirata senza l'accortezza di aver rilasciato le dovute generalità al personale ospedaliero, ha preso il suo cellulare ed ha chiamato il primo numero che ha trovato, che misterisamente era il mio.
Io sapevo che mia nonna era in ospedale, ma c'era andata solo perché di notte non respirava bene, non è che fosse moribonda o roba simile.
Ad ogni modo, questo sant'uomo mi chiama e mi fa "Oh, sei William ?".
Io che mi ero appena svegliato, mugugno un "Si" smangiucchiato e quello replica "Allora deve venire che sua nonna è morta".
Ora io non sono uno che cade dal letto per ogni cosa, però gli occhi li ho strabuzatti un pochino.
La cosa peggiore (Forse una delle peggiori che mi è capitata fin ora, so che non è molto ma ho ancora tempo per superarmi) è stato quando ho realizzato che sarei stato io a doverlo dire a mia madre.
Avanzo qualche passo malfermo fuori dalla stanza cercando di comprendere l'accaduto e vedo mamma dormire nel suo letto. Decido allora di andare in salotto dove trovo mia sorella.
La pessima idea è stata quella di dire prima a lei la novità, così lei ha cominciato a piangere ed ha svegliato mia madre che è corsa a chiedere cosa fosse successo.
Non riesco nemmeno a descrivere cosa è accaduto dopo, ma penso che se avete un cuore nel petto potrete immaginare qualcosa di simile.
Non dico sentirla, ma immaginarla si.
Vabbé, questa è una vicenda. Non è il fulcro della cosa.
Sarebbe comodo per me pensare "Cazzo, mi è morta mia nonna, è normale che non mi senta bene", ma questo verme l'avevo già da almeno un mese prima. Ora ha soltanto preso forza.

Io mi ritengo una persona ipersensibile. Per farmi piangere basta portarmi a vedere "Play by heart" (Uno dei miei film preferiti) o anche semplicemente "4 amici da salvare".
A volte, se sto sentendo la canzone giusta, mi trovate seduto in macchina dentro il garage con gli occhi chiusi ad immagine chissà che.
Sono il tipo da scrivere post introspettivi e del tutto privi di significato all'interno di un blog sfigato frequentato da 3 persone in tutto per quasi 4 anni.
E' morta mia nonna ed io non ho versato una lacrima. Non subito almeno. Prima c'era da occuparsi di altro. Quello che mi rode è che in seguito non è che riesca di sfogarsi con altrettanta liberazione.
La vitiligine già la ho, a questo punto mi aspetto un'ulcera perforante.

Saltiamo va ... mando i CV. Mi chiamano in 17 ma tanto io come il solito coglione ho già fatto il colloquio dal primo arrivato ed ho preso centinaia di accordi, appuntamenti e strette di mano.
Ok, tanto quello era il posto più promettente.
FAccio 3 colloqui di cui uno con prova tecnica .. penso "Deve essere un posto serio !", come se non avessi ancora imparato che più te la menano più si tratta di stronzate.
A sentir parlare chi lavora nell'IT sembra sempre che curino il cancro .. cazzo ci vuole a dire:
Facciamo questo e quest'altro .. no, sempre lì a fare: "Siamo il gruppo BBS Billing che gestisce tutti i sistemi DOT della H3G dal FE al BE controllando i flussi vattelapesca su macchine pinco pallino" .. e che palle !!
Ma poi il discorso non è nemmeno questo. Il lavoro (Orari a parte) non ha niente che non vada nello specifico.
Io so solo che mi sono presentato alla mia prima (E forse ultima) notte di lavoro, e verso le 4-5 del mattino mi sento male, fisicamente e mentalmente. Vengo assalito da così tante emozioni incomprensibili che mi travolgono con una forza mai provata prima, tanto da spingermi a scrivere quello che ho riportato qui sotto, che a leggerlo ora, lo ammetto, mi sa quasi di patetico ...
Non lo so, non riesco nemmeno a ricordarmi il malessere che ho passato. La cosa peggiore è che sento che ritornerà.
A questo proposito ho tanta gente da ringraziare, ma visto che l'ho sicuramente già fatto o dovrò farlo di persona, mi risparmio di farlo anche qui che è una perdita di tempo.

Ecco, ho condensato un pò di roba in un solo post, così non mi rimane niente da scrivere negli altri e sembra che il blog langue (Ed infatti langue).
Manco il titolo da dargli mi viene .. anzi sì, va !

giovedì, febbraio 26, 2009

Impossibile ritorno

NOn ci riesco, è più forte di me, forse la più brutta sensazione che ho mai provato.
E' come il morso di un odiato serpente che ti prende alla base del collo, alle spalle, alla pancia ed al basso ventre.
Si chiama panico, estremo bisogno di fuggire via, di rintanarsi in un angolo buio e scomparire alla vista. Pensieri che dovrebbero confortarmi si affollano nella testa, divenendo solo l'ennesima tortura mentale ed emotiva.
Ora è notte e non posso nemmeno chiamare uccia per riuscire a stare un pò meglio, che poi meglio no starei perché il telefono non serve a nulla, avrei il dannato bisogno di averla qui con me.
Voglio andare nel mio letto, voglio correre in macchina e liberarmi di questo peso insopportabile.

Perché mi sta succedendo tutto questo ?
Razionalmente conosco la trafila. So che questa sensazione si affievolirà fino a scomparire, ed alla fine questo posto potrebbe anche cominciare a piacermi, ma ora non ce la faccio, sto dando fondo alle mie risorse.
Ho il panico, mi viene da vomitare. Il mio corpo risponde concretamente ad uno stimolo psico-somatico.
Aiutatemi, davvero. Non ce la faccio, rifuggiarmi in bagno non serve, nemmeno chiudere gli occhi o tapparmi le orecchie.
Ora proverò ad isolarmi qualche minuto, metterò le cuffie ed abbasserò la testa.
Cosa mi prende ? E' sempre stato così le prime volte ? Mi ero abiutato a qualcosa che in realtà odiavo ed ora che ho smesso nuovamente non riesco più a riprendere ?
Quello che mi fa impazzire è la mancanza totale di alternative valide ..
Non posso fare niente, sono incastrato. Sono incastrato come sono bloccato su questa sedia, davanti a questo computer, e per cosa poi ? Per una miseria.
Voglio quacuno con cui parlare, devo sfogarmi.
Panico, mi sento male, scrivere non sta funzionando. C'è nessuno ?

lunedì, gennaio 26, 2009

Stupro

Se ne stanno dicendo parecchie in questi giorni, dalle provocazioni di Beppe Grillo, ai commenti di associazioni di aiuto alle donne che francamente, nella loro deculturalizzazione dello stupro, prendono un grosso abbaglio.
Sostenere la tesi dello stupro come una tendenza maschile intrinseca è infatti una forma di biologismo dell'aggressività che lascia davvero interdetti perchè non confortata dai fatti.
Tutte le ricerche interculturali effettuate, una su tutte quella della Sanday [1981] che ha messo a confronto circa 90 culture diverse, dimostrano che l'incidenza dello stupro varia notevolmente da una cultura all'altra e lo stupro si inserisce e acquista significato per il maschio solo all'interno di una configurazione di valori e istituzioni particolari.
Lo stupro è più frequente nelle società in cui la violenza è giustificata, i maschi sono considerati dominatori e c'è separazione fra i sessi.
All'interno di una stessa cultura l'incidenza dello stupro varia in modo significativo nei vari strati sociali: una donna ispanica o nera ha più probabilità di essere violentata di una donna bianca; i tentativi di violenza sono perpetrati più spesso da amici e conoscenti che da estranei; e una donna delle classi povere e meno istruita o residente nelle grandi città rischia lo stupro più di una donna delle classi medie che abita in un quartiere residenziale di una cittadina di provincia.
Naturalmente queste sono tendenze generali che si scontrano con casi specifici "devianti", ma stanno a significare che lo stupro non è un fenomeno trasversale e transculturale.
Gli stupratori a loro volta risultano essere più probabilmente neri o ispanici che bianchi, risiedono in città e sono scarsamente istruiti.
Anche la teoria di una natura psicopatologica dello stupro non trova riscontro nei fatti: soltanto pochi stupratori sono classificabili come malati mentali.
Quello che gioca un ruolo più importante sono le idee sul sesso.
In particolare se i maschi sono cresciuti in una sottocultura in cui i miti relativi allo stupro sono comuni, e lo stupro è considerato sessualmente stimolanti, saranno più inclini a perpetrarlo.
Secondo questa concezione le donne apprezzano la violenza maschile, sono sessualmente eccitate dal maschio che le obbliga all'atto sessuale, si sentono in colpa per la sessualità e quindi considerano la coercizione sessuale un modo di soddisfarsi senza doversi vergognare.
Se la cultura è il terreno di attecchimento di un atteggiamento deviato nei confronti delle donne è nella cultura che vanno trovate risposte e rimedi.
Quando lo stupratore è un extracomunitario trovo un po' pruriginoso ipotizzare una fenomenologia solo psicologica o sessuologica, minimizzando la cornice culturale più ampia in cui si iscrive. Le culture di provenienza sono una chiave di lettura importante e prenderle in considerazione non configura minimamente un tentativo di discriminazione socio-razziale.
E integrare vuol dire anche emancipare, senza false ipocrisie e terzomondismi ciechi.

Giulietta Capacchione


sabato, gennaio 24, 2009

venerdì, gennaio 23, 2009

W il 5 in condotta

Finalmente nella scuola vedo qualcosa di utile, il 5 in condotta che porta immediatamente alla bocciatura.
Non è molto, certo, ma almeno è qualcosa. Un qualcosa che avvicina di un passo la scuola a quella che dovrebbe essere, ovvero un istituzione il quale scopo è educare i ragazzi, insegnarli a vivere nella comunità e renderle in futuro delle persone mature.
C'era un tempo, forse risalente ai miti greci, dove la scuola non aveva smarrito il proprio ruolo sociale, dove la disciplina (Seppur eccessivamente ferrea) ed il rispetto erano le materie principali, soltanto catalizzate nelle scienze e la letteratura.

La scuola moderna ha smesso da tempo di cercare di elevare i propri alunni, limitandosi a valutare le loro nozioni, incurante del carattere e della personalità che i ragazzi sviluppano. Riempire un vaso d'acqua senza curarsi se il vaso è bucato, però, serve solo a sprecare tanto liquido.
Purtroppo gli insegnanti attuali sono i primi ad essere cresciuti in un sistema che mai si è curato della loro persona, convinti che chi conosce alla perfezione l'arte, le scienze o le lingue è sicuramente una persona matura.
Ahimé, non mi pare difficile capire che la cultura non contiene in sé la coscienza, che la semplice capacità di recitare poesie o elencare la tavola periodica non significa conoscere i valori morali ed i comportamenti necessari per vivere nel mondo, almeno nel mondo che vorremmo esistesse.

E' radicata in molti ragazzi la convinzione che la scuola esista per consegnare un titolo di studio che serve solo per trovare un lavoro. Essi studiano nella speranza di trovare un guadagno materiale in età adulta, ed ancora più tristemente la maggior parte frequenta gli istituti perché è normale farlo.
La scuola ha convinto i propri alunni che se si possiede una competenza sufficiente in tutte le materie, allora si è autorizzati a comportarsi come delle bestie e ciò nonostante venire comunque premiati dall'istituto con la promozione all'anno successivo.
Dico questo perché protestare contro il voto in condotta questo vuol dire.

Il voto in condotta all'estero non esiste, ma ogni azione intrapresa dagli alunni DENTRO E FUORI DALLA SCUOLA, è presa in seria considerazione e può portare all'espulsione dall'istituto, cosa che influisce anche sul'ammisione a qualsiasi altro istituto.
Qui non si parla di studio, si parla di sapersi comportare, perché che il bullo del cortile conosce a memoria la divina commedia non frega a nessuno e non gli consente di infilare la testa dei compagni nel gabinetto per divertirsi e filmarsi con il cellulare.
Non si può pretendere che un paese come il nostro emuli una esemplare condotta giapponese, ma per lo meno non ci si metta a protestare per un provvedimento che non fa altro che punire chi se lo merita.

P.S. E che la Gelmini la smettesse di andare su youtube, che tanto non se la fila nessuno e non si diventa "Simpatici" o "Fichi" solo perché si usa il mezzo di comunicazione dei dementi. Come dire: "Se i ragazzi non leggono i giornali, allora le cose ve le faccio dire dai Simpson" ...

giovedì, gennaio 22, 2009

domenica, gennaio 18, 2009

Tizio buffo

Sedia

Ciao pà .. mi si sono rotti gli schienali delle sedie in cameria mia ed a forza di stare davanti al pc stò diventando gobbo ... non è che tene avanza una da qualche parte ? :)

Matrimonio

Cos'è per me il matrimonio ?
Il matrimonio è una cerimonia, una convenzione.
Una inutile messa in piazza dei propri sentimenti, omologandoli a quelli di migliaia di persone che non né conoscono né ne conosceranno mai il significato.
E' la banalizzazione del proprio rapporto, la risposta all'esigenza sociale di standardizzare i sentimenti, di renderli legalmente accettabili.
La regolamentazione della propria vita, la grande mascherata con la quale si attesta ciò che non avrebbe nessun bisogno di essere esposto. La disascrazione di qualcosa di santo e miracoloso.
Il ballo al quale una grande massa di ignoranti ed ipocriti costringe a partecipare due persone compiaci di tanta falsità.

Questo è quello che pensavo del matrimonio. Forse lo penso ancora, forse no. In realtà ho trovato di meglio a cui pensare, perché c'è decisamente di meglio a cui pensare.

Visto ciò che ho scritto sopra, non mi stupirei se qualcuno condividesse la mia idea. In tutta sincerità, ancora ho difficoltà a capire cosa rappresenti il matrimonio per chi vi aspira così tanto.
Ma odio il matrimonio ? No, certo che no.
Odiarlo sarebbe senza senso, perché per quanto possa ritenerlo una pratica del tutto sopravvalutata non vedo proprio quale sia il male che possa fare.
Se il matrimonio ha mai rovinato una coppia, a farlo è stata l'idea del matrimonio che quella coppia aveva, e non certo l'atto di scambiarsi delle fedi o di gettare via il bouquet.

Il matrimonio è un atto di celebrazione. Il canto d'amore che due persone vogliono dividere con il mondo che possono sentire e vedere, il mondo che possono toccare: i propri parenti, gli amici, i conoscenti.
Il matrimonio è soltanto una cerimonia, allora perché mi dovrebbe dare tanto fastidio eseguirla ?
Ho fatto tante storie per la comunione ? Per le feste di compleanno ?
Le cerimonie sociali che ci troviamo a praticare nell'arco di una vita sono tantissime, farne una in più è davvero tanto doloroso ?

Parlandone, mi sono reso conto che l'avversione che potevo provare per il matrimonio, da ovunque essa provenisse, non avrebbe mai dovuto procurare dispiacere alla persona da me amata.

Sarebbe veramente ridicolo se proprio l'ipocrisia riconosciuta nel matrimonio fosse causa della mia ipocrisia.

L'ipocrisia di decretare stupida ed inutile una cosa importante per qualcuno di importante.
L'arroganza di decidere io per tutti e due, di dire no senza un vero motivo, convinto che i miei non-motivi siano più elevati dei motivi che potrebbe avere chi al matrimonio ci tiene, coloro per i quali significa più di una semplice cerimonia.

Ci sono talmente tante cose per me importanti che altri potrebbero considerare futili ed inutili che ci potrei riempire una petroliera.

Chi sono io per dire che una cosa importante per tanta gente è stupida ed inutile ?
E talora anche lo fosse davvero, che dolore potrebbe provocarmi acconsentire ad essa rispetto al dolore che provocherebbe per la mia controparte rinunciarci ?
Mi sono reso contro che non c'è nulla di veramente banale nel matrimonio se non l'idea che alla gente piace avere del matrimonio.
Quando vediamo uno che piange al solo vedere due sconosciuti che si dirigono all'altare ci viene da ridere, ma quanti di noi preferirebbero essere al suo posto piuttosto che l'arido cinico che cercano di apparire ?
Se non sei pronto a risultare ridicolo, allora niente di bello ti capiterà mai nella vita.
Questo èun detto a cui credo.
Se non ti interessa il matrimonio perché non ti interessa l'opinione degli altri, allora interessati almeno a quello della persona che ami, perché se anche il matrimonio si rivelasse essere un giorno di festa tra i le centinaia di giorni di festa che trascorrerai, sarà sempre e comunque meglio di uno dei tanti giorni ordinari che hai già passato fin'ora.

P.S. Questo post è dedicato principalmente a Stefano, anche se probabilmente non lo leggerà mai ..

Passo dopo passo

Riuscire ad apprezzare visioni mentali aliene alla nostra è indubbiamente uno dei passi fondamentali che chi cerca di percorre la via dell'illuminazione deve compiere.
Per chi si prepara a farlo, dal basso della mia esperienza, posso solo consigliare di non sentirsi speciali, di non pensare di esserlo ma, soprattutto, di non pensare che gli altri ci siano inferiori.
Il sentiero dove tutti ci troviamo non segue un verso, ed è presuntuoso anche per un santo pensare che si possa dividere le proprie conoscienze in ciò che sta dietro ed in ciò che sta davanti.
Siamo tutti alla ricerca di noi stessi e la cosa più sorprendente è scoprire ogni giorno ciò che già sappiamo da sempre.
Non c'è niente di speciale in noi se non quello che possiamo osservare. La ricerca del nostro io altro non è che l'osservazione dell'infinita moltitudine della vita.
Per noi piccoli uomini è impossibile smettere di glorificarci. Smettere di comprare oggetti che ci celebrano; smettere di cercare di diventare famosi, rispettati ed onorati.
Questo impedimento è tanto forte in chi vive attraverso gli occhi degli altri come in chi cerca di ripararsi da quegli sguardi.
Chi cerca di ergersi a diverso non è dissimile da chi vuole primeggiare. La banalità della ricerca del nostro io originale.
Sarebbe bello se tutti potessimo scoprirci uguali agli altri ?
Sarebbe stupendo se potessimo dimostrare di essere migliori degli altri ?
Credo che l'unica cosa che avrebbe veramente valore sarebbe riuscire a convivere con questa nostra incompletezza.
La felicità esiste solo quando chiudiamo gli occhi. Si perde con la velocità di una lacrima trascinata dalle note di una canzone.
Quando smettiamo di pensare a cosa sia utile e cosa non lo sia. Quando nell'eterno attimo di un'emozione possiamo sentire quello spiraglio di comunione con tutto il resto.
Trovare sé stessi significa perdersi nel tutto. Smarrirsi per sentirsi vivi.
La mancanza dei nostri affetti, la presenza dei nostri dolori. La periodica sensazione di vuoto che ci opprime fino a quando non ce ne disinteressiamo, pensando che "Va bene così".