martedì, settembre 19, 2006

"Giustizia"

Quante volte ho provato rabbia nel sentire dal TG che un plurioicida, o un violentatore o altro torna libero solo dopo 4-6 anni di galera ? Penso parecchie.
La "giustizia" italiana fa schifo da sempre, anche se su questo particolare punto non ho mai saputo di una "giustizia" che funzioni, ed è normale visto che la "giustizia", ammesso e non concesso che esista, non può certo venire amministrata dagli uomini, ed ancor meno da delle stupide leggi.
Oggi la madre di una povera donna assassinata incinta dal proprio fidanzato parlava di "giustizia" negata usando frasi come "La vita di mia figlia non può valere così poco" oppure "non può finire così", a causa della uscita prematura del colpevole.
E' veramente sconfortante osservare come una donna può ridursi male a causa di sé stessa.
La vita di sua figlia ovviamente non può valere così poco, ma quanto può valere ? dieci anni ? cento ? la condanna a morte ? Quanto può valere una vita di una persona non lo si può certo calcolare in anni (Non si può calcolare affatto!), quindi non ha senso tirare in ballo la vita spezzata della vittima per "giudicare" un colpevole.
Per quanto riguarda il "Non può finire così" .. Ovviamente non ci si rende conto che è già finita.
La vittima è morta e nessuna pena venga inflitta al colpevole può farla tornare in vita, o anche solo farla stare meglio.
Da qui un dato di fatto: Le condanne dei colpevoli servono ad alleviare la pena dei parenti, non hanno NULLA a che vedere con la vittima, se questa è morta, ovviamente.
Sto parlando principalmente di omicidi, ma il discorso, anche se più complesso, vale per tutti i reati.
Se una vittima di violenza vede il suo violentatore finire in galera, anche per sempre, non si sente per nulla meglio, ha solo l'illusione di stare meglio perché le pulsioni principali che quell'esperienza ha scatenato vengono mitigate: rabbia, paura, vergogna.
Il dolore, il dolore fisico o mentale, rimane intatto con tutto il suo effetto negativo.
L'unica cosa che veramente fa sparire tutto, non solo fa sì che ci si riesca a dimenticare di ogni esperienza negativa, ma la converte in qualcosa di buono, è il perdono.
Perdonare, parola abusata da tutte le vittime di crimini, è qualcosa di veramente mistico, è una illuminazione in piena regola. Perdonare non significa non vendicarsi o non rivalersi, è una cosa più profonda che include solo sé stessi nella sua dinamica.
E' una cosa per pochi, difficile tanto da quasi non esistere. Non è scontata e non è dovuta, è solo il modo, l'unico modo, corretto per ottenere la pace. Tutti gli altri, compresa la così tanto acclamata "giustizia", sono solo surrogati che mai potranno sostituirla, ma che anzi proponendosi come leggi morali sono anche dannosi, non sapete quanto.
Quando subiamo un torto il nostro primo impulso è quello di rivendicarlo. La "giustizia" proposta dallo stato, dalla nostra cultura, non è altro che una vendetta legalizzata, niente di diverso, chi pensa che ci sia differenza è solo un illuso.
La stessa legge serve solo a punire, non a prevenire. Se io ora uscissi di qui ed investissi quattro persone, non c'è nessuna legge che mi VIETA di farlo, ma ce ne sono solo alcune che mi PUNISCONO per tale azione. Questo è un'altro punto sul quale vale la pena riflettere ...
E' ovvio che una qualsiasi legge scritta non lede mai la mia libertà, ma mi obbliga solo a subire determinate conseguenze delle mie azioni. Le uniche leggi che davvero servono, perché anziché preoccuparsi di punire riescono a prevenire ogni reato, sono le LEGGI MORALI.
Le leggi, quindi, che ognuno di noi impone a sé stesso.
E' la diversità enorme che hanno queste leggi in ognuno di noi la maggiore causa di tante disgrazie. Anche l'indole e gli eventi della vita hanno certamente un grande peso, ma è l'educazione morale quella più facilmente identificabile.
Per educazione morale non intendo quella dei genitori, che anche se ottimi difficilmente riescono a gareggiare con il bombardamento di informazioni che la tv, la musica e la scuola inculcano nei ragazzi di ogni età.
Prima di educare il singolo bisogna educare la massa, l'opinione pubblica. Ma l'opinione pubblica è un miscuglio di troppe moralità diverse per essere unificato, e qui il cerchio si chiude.
Dimostrarlo è semplice: se dico "RAZZISMO", tutti, anche chi è razzista, sa bene come la pensa l'opinione pubblica al riguardo, la condanna senza replice (almeno in europa).
Ma se dico "EUTANASIA", già il discorso è diverso, non vedete ? Difficile dire chi è contro e chi è a favore.
Se dico "Guerra mondiale", ovviamente dico qualcosa di negativo. Ma se dico "Guerra per la liberazione", scommetto che troverete un pò di caos per le strade.
Non dico certo che tutti dovremmo pensarla allo stesso modo, ma le linee guida che soprattutto i ragazzi seguono non dovrebbero essere un mucchio di voci contrastanti, se così non fosse si starebbe di certo tutti meglio, soprattutto sui temi importanti della vita.
C'è gente che ancora si chiede se esista o meno il colpo di fulmine quando la natura stessa dell'amore è questione di controversie, per altro mai verificate (Cosa mlto semplice da fare).
Gente convinta di avere un milione di amici o anche solo uno quando non si è mai chiesta cosa vuol dire essere amici (Almeno per sé stessi).
L'opinione pubblica, soprattutto quando è confusa, prende facilmente il posto delle proprie opinoni personali se non ci si interroga a riguardo, e pocchissime persone lo fanno. Si pensa di conoscere la natura di qualche cosa senza essersi mai chiesti perché.
Tornando al motivo principale (Mii che post divagante), il concetto è che se mai qualcuno facesse qualcosa a coloro che amo, io essendo un essere schifoso proverei odio e vorrei che i colpevoli marcissero all'inferno. L'unica differenza è che non userò il loro ricordo come scusa per odiare, e non fingerò di essere qualcuno che vuole solo "giustizia". Io vorrò vendetta, come tutti, e non ne sono affatto felice.

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