sabato, settembre 09, 2006

Ciclo e riciclo

Ed il cielo attraversò una stella,
mentre la brutta prendeva il posto della bella,
e la gente con stupore constatava,
che il mondo al contrario adesso andava.
Con la bocca aperta e lo sguardo basito,
la terra del mare fu gremito,
tra sassi, macerie, montagne e palazzi,
tutti fuggirono urlando come pazzi,
che il giudizio universale era arrivato,
che era la fine di quel mondo malato.
Possibile o no, credibile o meno,
l'acqua accese il fuoco, e all'uomo crebbe il seno.
Tra follia e ironia, insanità e violenza,
la terra si disfò dell'uomo e tornò a vivere senza.
E tutta qulla natura, di nuovo incontaminata,
crebbe rigogliosa come un'oasi fatata.
Finché da un'altra scimmia, per chissà quale follia,
nacque una bambina, frutto di magia.
E tutto si ripete, tutto si riavvolge,
disengo senza fine, piano che si svolge.
Perché a lungo pensare a chi è il più dannato,
se è l'uomo che distrugge o la natura dal quale è nato,
non vi è risposta alcuna, in nessuna parte del creato.

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