venerdì, febbraio 03, 2006

Scacchi III

"Ogni mia mossa mi avvicina alla vita ?"
Il soldato interrogò nuovamente il suo avversario, sperando così di ottenere due risultati: capire l'essenza del gioco al quale stava partecipando e distrarre in qualche maniera il suo avversario, che per la maggior parte del tempo sembrava immerso del tutto nei movimendi della scacchiera.
"No - la voce dell'essere non accennava a scaldarsi, udirla rimaneva una fitta al cuore necessaria - tu non hai vita alla quale avvicinarti, ma solo ricordi ai quali attingere".
Una dura sentenza, ma che il crociato diffidava essere vera.
Nonostante le piccole sensazioni di vita che attraversavano la sua mente stanca non fossero che brevi attimi sfuggevoli, lui sentiva attraverso questi le membra riattivarsi, il sangue circolare e l'aria rifluire nei polmoni.
Un altro scacco ed un altro ricordo affiora alla mente; e mentre la figura che ha di fronte pensa con calma alla sua prossima mossa, la mente dell'uomo viaggia verso varchi infiniti, nello spazio che separa una pagina dalle altre pagine di un libro.

"Alessandro !"
La voce di Ysmaela suonava lontana alle sue orecchie, mentre il rombare di decine di cavalli cresceva come se il cielo minacciasse un temporale.
"Alessandro !"
Adesso la voce pareva più vicina, l'odore di polvere e vento arrivò alle sue narici, la luce torno ad illuminare i suoi occhi.
"Alessandroo !"
La voce si tramutò in un urlo mentre una gruppo di cavalieri galoppò a folle velocità intorno a lui, accerchiandolo e superandolo, diretti verso il reale obiettivo.
Alessandro si girò di scatto con il terrore nelle pupille dilatate, mentre si accorgeva una seconda volta, o un'altra ancora, che i mori puntavano ad Ysmaela, all'unico fiore di quella terra arida.
Non aveva armi con se, ma prese da terra una grande falce prima di gettarsi all'inseguimento dei cavalieri, in aiuto della sua amata.
I cavalli si fermarono intorno ad Ysmaela, e lei urlò ancora una volta; poi, due cavalieri smontarono a terra e vedendo il soldato correre a perdifiato verso di loro, estrassero le lame ricurve con la rudezza di un bandito.
Il tempo di un respiro e il crociato fu loro addosso.
Un arresto inatteso, uno sforzo di reni per spostare indietro il centro del cerchio, un lungo falciare dell'arma tanto veloce da sembrare invisibile, e l'uomo dalla pelle scura che li si era parato davanti cadde a terra sanguinante, quasi segato a metà dalla lunga mezza luna tagliente.
La morte del primo però, fece destare il secondo dalla boria.
Il semplice legno della falce cozzò con violenza il ferro della lama, nell'estremo tentativo di parare un fendente al petto.
Un secondo attacco dell'uomo fece cadere Alessandro a terra, dove la sua arma era priva di efficacia.
Un colpo e una parata, un colpo ed una schivata, ed il crociato ormai in seria difficoltà lasciò cadere l'arma per alzarsi e correre via, in fuga.
L'uomo lo inseguì, bramoso di sangue straniero.
Alessandro vide con la coda dell'occhio che il suo stratagemma aveva funzionato; rallentò appositamente per vedere l'avversario raggiungerlo ed alzare la lama, quando si girò di scatto.
Afferrò dal basso il pomo dell'elsa, colpendo contemporanemante il moro all'inguine con una ginocchiata ben posta.
Poi, quando egli si piegò sotto il dolore di un altro calcio, li strappò l'arma di mano e là calò feroce sul suo collo teso, tranciandolo di netto in un fiume di sangue.
Ancora sotto l'effetto dell'adrenalina, Alessandro si girò furente per vedere i cavalli fuggire, portando via con se la sua dolce Ysmaela, la figlia al quale suo padre non avrebbe mai rinunciato.
La nuvola di polvere si stava ancora affievolendo quando il guerriero sentì un grande botto provenire dal cielo stesso, e la sua mente si destò.
"Tocca a te muovere"
Il volto marmoreo davanti a lui non sorrideva, non mostrava nulla, nessuna espressione vera.
Guardò la scacchiera.
La mossa del suo avversario era stata perfetta, la strategia da lui iniziata sette turni fa stava giungendo a compimento, ma la cosa non lo preoccupava.
Alzò di nuovo la testa, questa volta potè sfidare gli occhi bianchi e spenti del suo avversario senza nessuna remore.
"Adesso sei tu a non doverti illudere compagno, sto per mostrarti come tu non sia immune a te stesso".

3 commenti:

Karoo ha detto...

il codice non lo troverai mai , ma a che step sei arrivato ?

Cmq io miro a darcela una fine, ma se qualcuno mi dicesse che l'ha letta e se li piace mi spronerebbe alla cosa :P

Karoo ha detto...

la scrivo la scrivo ! ma voglio qualche elogio o qualche insultro, altrimenti me la scrivo e rimane nel mio hd !! Muhahahah !

Karoo ha detto...

ma quanto vi odio ..