mercoledì, marzo 11, 2009

Il gioco infinito

"Circa un secolo fa, il matematico e astronomo Henri Poincarè si poneva una domanda
fondamentale: “Come mai la realtà più accettabile per la scienza è sempre una realtà che un
bambino non potrebbe capire?”
Ai giorni nostri sembra fargli eco lo scrittore Robert Pirsig: “Ma è davvero inevitabile che la realtà
sia qualcosa di comprensibile soltanto ad un piccolo drappello di fisici di genio? Ci si aspetterebbe
che venisse compresa, se non da tutti, almeno da una buona maggioranza di persone normali. Non
è proprio possibile esprimerla altro che con simboli accessibili solo a chi ha una laurea in
matematica? Deve proprio essere una cosa che cambia da un anno all’altro, man mano che
vengono formulate nuove teorie scientifiche? E sulla quale possono sorgere dispute interminabili
tra scuole di fisica di diverso orientamento, senza mai giungere ad una soluzione definitiva, in un
senso o nell’altro? Se la risposta è sì, è giustizia rinchiudere d’autorità una persona in manicomio
perché “non dimostra un’adeguata comprensione della realtà”? Perché allora non essere rinchiusi
in manicomio tutti quanti, meno quello sparuto drappello di fisici? Chi sono i matti, qui, e chi i sani
di mente?”
Il problema sembrerebbe risolto se la realtà fosse quella ben più semplice che ci viene insegnata in
gioventù al catechismo, quella che leggiamo nella Bibbia e che chiunque è in grado di capire…
Ma anche qui sorgono delle complicazioni: le nuove scoperte scientifiche sull’origine del mondo,
dell’universo, dell’uomo, della mente e della coscienza relegano la versione biblica, nel migliore dei
casi, su un piano più metaforico che reale, mentre nuovi ed approfonditi studi esegetici stanno
facendo affiorare numerosi e secolari errori di traduzione dagli originali testi in antico ebraico,
interpretazioni palesemente ad hoc, e via dicendo.
E del resto, se le sacre scritture andassero prese effettivamente alla lettera ed adottate fedelmente
come unica verità assoluta, come si potrebbero effettivamente conciliare la Bibbia con il Corano, ed
entrambi con i Veda o i Sutra o gli antichi testi Taoisti?
Certo, quelle appena viste sono tutte domande più che legittime in un mondo dove Scienza e
Religione dettano legge, l’una su ciò che è dentro il mondo materiale e l’altra su ciò che dovrebbe
esserne fuori… .
Sono lontani i tempi in cui Chuang Tzu, il grande maestro taoista del IV secolo a.C., poteva
affermare: “Su ciò che è fuori il mondo materiale il saggio indaga, ma non ne ragiona; su ciò che è
dentro il mondo materiale il saggio ragiona, ma non lo critica”. Basta infatti entrare in una chiesa o
in un’aula universitaria per sentir dei preti ragionare di teologia o degli scienziati criticare dei
colleghi loro avversari."

Da "Il gioco infinito"

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