sabato, marzo 17, 2007

Le sette

Un breve sunto del convegno “Menti in ostaggio”.
di Chiara Guarascio (alias Munk)
L’organizzazione è stata davvero impeccabile, hanno pensato veramente a tutto, coffee break e pranzo compresi! I relatori tutti preparati ma soprattutto personalmente coinvolti sull’argomento e il pubblico numeroso, partecipe e tutt’altro che passivo. Quando un argomento non convinceva i presenti non si sono tirati indietro (giustamente) nemmeno di fronte al titolo del relatore. Molte persone presenti hanno avuto esperienze personali o di amici e parenti coinvolti in sette, anche tuttora.
Cosa è scaturito dai lavori: (brevemente, poi posterò un articolo più dettagliato; ho in mente una sorta di vademecum autodifensivo nei confronti del proselitismo/reclutamento da parte di gruppi e sette):

1. Chiunque è a rischio. Già si sapeva ma è stato sottolineato che nessuno di noi è esente da momenti di vulnerabilità di cui i reclutatori sono addestrati ad approfittare. Un lutto, un momento di difficoltà economica, la rottura di una relazione possono capitare a tutti.

2. La famiglia è responsabile fino a un certo punto. Non solo chi è trascurato e/o maltrattato in famiglia può venire risucchiato da una setta, anzi. Erano presenti persone che hanno sempre amato e dato attenzioni ai figli (o ai coniugi), che però hanno perso ugualmente, spariti dietro le promesse di qualche santone/a, guru, gruppo pseudoreligioso.

3. I meccanismi di persuasione sono, come avevo già accennato in altri post, graduali e subdoli. Tra questi ci sono la “previsione” di come reagirà la famiglia, cosa che avviene puntualmente, rafforzando l’attrazione verso la setta. Ma anche il noto iniziale “bombardamento d’amore” e di attenzioni con cui il nuovo arrivato viene accolto dagli altri adepti.

4. L’età delle vittime non è solo giovanile. Anche adulti e anziani possono finire dentro il meccanismo tritura-cervello delle sette. E il guaio grosso e che spesso si portano dietro i figli, anche piccolissimi, il cui condizionamento ovviamente è davvero facile.

5. Purtroppo c’è un vuoto legislativo che rende sia le sette che i loro leader virtualmente impunibili, a meno che non compiano reati gravi (omicidio, violenza sessuale, truffa) dimostrabili. Un maggiorenne in grado di intendere e di volere in Italia può fare quello che vuole, seguire chi vuole e anche dargli tutti i suoi soldi. Il reato di “plagio” (era l’articolo 603 del Codice Penale: chiunque sottopone una persona al proprio potere, in modo da ridurla in totale stato di soggezione, e' punito con la reclusione da cinque a quindici anni) è stato abolito per illegittimità costituzionale, con la sentenza 96 del 1981 (testo integrale qui: http://www.cesnur.org/2004/plagio.htm) in quanto definito troppo “nebuloso” ovvero aperto a varie interpretazioni.

6. Non tutte le sette sono ugualmente pericolose. Ci sono quelle considerate “sane”, dedicate DAVVERO ad attività umanitarie e caritatevoli, che non costringono gli appartenenti a particolari codici comportamentali e non ne impediscono la comunicazione con la famiglia e la società “esterna”. Inoltre i membri sono liberi di uscire quando vogliono, cosa che non comporterà loro alcuna sanzione né l’impedimento a frequentare chi invece vi rimane. E ci sono quelle “malate”, capeggiate da un leader deviante che inesorabilmente attrae persone con i suoi stessi problemi. La setta in questo caso è guidata in modo autoritario verso gli obiettivi del leader che sono sempre gli stessi: potere, soldi e sesso. Al posto di un leader unico ci può essere una sorta di “direttivo”, ma i risultati non cambiano: i membri della setta sono manipolati tramite il condizionamento mentale e la paura. Infatti il messaggio di queste sette è inevitabilmente apocalittico: solo l’assoluta fedeltà degli adepti li salverà da una fine orribile. Le famiglie degli adepti sono assorbite a loro volta o inesorabilmente tagliate fuori, mediante un meccanismo di demonizzazione di chiunque si opponga al pensiero della setta.

7. Come avevo già scritto, l’attrazione che certe persone provano per il messaggio delle sette è favorita da una drastica semplificazione della vita e del pensiero. Vivere e pensare è faticoso, spesso fa male. Loro esentano chi li segue dal farlo, sollevano dalle responsabilità, in quanto pianificano ora per ora l’esistenza dell’adepto. Tutto allora si divide in bianco o nero, male o bene, buono o cattivo. Non c’è bisogno di pensare: la setta lo fa per voi. Non dovete più fare la fatica di scegliere, prendere decisioni, fare distinzioni. La setta lo fa per voi.

8. Questo lo aggiungo io: una delle cose che rende più difficile difendersi dalle sette è che nessuna di loro ammette di esserlo. Nessuno dirà mai “Ciao, noi siamo una setta che controllerà tutti i tuoi pensieri facendoti vivere nel terrore. Allora, ti unisci a noi?” In questo modo nemmeno il più sprovveduto idiota ci cascherebbe! Provate a dire a uno di quei gentili signori che vi offrono i volantini su Come Salvarsi Dalla Distruzione Dell’Umanità che sono una setta. Ma quando mai! Loro sono un gruppo, un’associazione profondamente devota a Dio che ha a cuore solo ed esclusivamente la Vostra Salvezza! E come loro tutti gli altri.

9. Discorso a parte per le sette sataniche. La maggior parte di loro, anche questo l’abbiamo detto, sono gruppetti di ragazzotti annoiati che si vestono di nero e ascoltano Marylin Manson (che per inciso io ritengo un genio commerciale, in quanto ha saputo sfruttare una tendenza per fare tanti soldini). Ogni tanto si ritrovano, accendono una candela nera a forma di fallo e scuoiano qualche povero gatto di passaggio dopo aver disegnato stelle a 5 punte e numeri 666 sui muri. Il problema non è questo (tranne che per i gatti, ricordo che il maltrattamento degli animali è reato). Il problema è che spesso queste dinamiche sfuggono al loro controllo e allora giù droga e alcol come se piovesse e sesso, consenziente o meno. Da qui alla violenza, anche grave, il passo è breve. Morire (nel vero senso della parola)di noia, nella provincia italiana, è facile. Fanno parte di questa dinamica le corse notturne con le macchine dei papà, le botte date ai più deboli, il teppismo negli stadi. E la violenza verso tutto e tutti. Tirare fuori un coltello e affondarlo nell’addome di un coetaneo è un attimo. La motivazione, 99 volte su 100, è inconsistente. E il restante 1% idiota.

Cosa possiamo fare noi.
Noi intesi come società e come famiglia, ma anche come singoli cittadini con senso di responsabilità. Una sola cosa, visto che le Forze dell’Ordine, nonostante le ammirevoli Squadre Antisette, sono virtualmente impotenti. INFORMARE. Così come sto facendo io. Fate copia e incolla degli articoli sulle sette e ficcateli sui vostri blog e siti. Io non vi chiederò il copyright, anzi dichiaro quest’articolo COPYLEFT e vi esorto a diffonderlo. Poi, ripeto, stilerò un vademecum ancora più facile da capire e diffondere.

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