lunedì, marzo 19, 2007

Antropologia di classe

Da che mondo è mondo, quando un gruppo di persone si riunisce insieme in un posto per un certo quantitativo di tempo, ogni individuo sente perdere la propria individualità di persona ed è costretto psicologicamente ad assumere un ruolo, ad appropriarsi di un determinato compito per sentirsi integrato nella maniera corretta.
Questo avviene antropologicamente in TUTTE le società ed in tutti i tipi di società; quello che cambia sono i ruoli intrapresi, l'importanza che si dà ad essi e la loro composizione.
Ad esempio la figura maggiormente presente è quella del leader, ovvero di una persona di valore maggiore per un qualche motivo (Forza, intelligenza, competenza, natali, etc.) che assume un ruolo di comando sugli altri membri del gruppo.
Ovviamente esistono moltissime varianti della figura del leader, questi ad esempio può essere auto-proclamato, può essere un punto di riferimento passivo o attivo, può essere un leader morale o un leader tiranno, ma l'archetipo fondamentale del leader rimane pressoché immutato.
A questa figura se ne aggiungono sempre altre, questo perché una volta che una certa figura è ben rappresentata in qualità o in abbondanza, l'assumere nuovamente quella figura non porta più i benefici di benessere che dava all'inizio (Forse è per questo che tanti avvocati poi cambiano profesisone ^_^).

Questa spiegazione è molto più che semplicistica, ma non per questo, a mio avviso, incorretta. Seguendo questo intuibile postulato si può comunque capire il discorso che viene.

In una classe di adolescenti il sistema sociale di cui sopra è fortemente rafforzato, sia per il prolungato tempo in cui questo si sviluppa, sia per la grande importanza che ha la vita sociale in una scuola, sia per la giovane età dei membri interessati, sempre più spesso privi di punti fondamentali e quindi in preda al senso di smarrimento che impera nella nostra società globalizata e cosmopolita troppo prima del tempo.
E' esattamente per questo motivo che tutti in classe ricorderanno di aver avuto uno o più "secchioni", almeno un "bullo", una ragazza "svampita", un ragazzo "dongiovanni" e sempre almeno un "buffone".
Questi steriotipi sono ovviamente riduttivi se associati alla persona che li rappresenta, ma il ruolo ad essi legato è invece proprio ciò che lo studente ricerca quando li impersona, consciamente ma spesos inconsciamente.
Un ragazzo/a che si ritrova nel ruolo del "bullo", quindi, si applicherà ad avere un atteggiamento prepotente, incurante delle opinioni e delle necessità altrui e glorificandosi delle attenzioni, sia negative che positive, che li vengono prestate.
Con il tempo il ruolo del "bullo" sarà permanentemente a lui associato, ed ogni reazione comincerà ad essere il pretesto per l'azione successiva, creando così un circolo vizioso.
Il "bullo" preso in esame, inoltre, non accetterà altre intromissioni nel proprio ruolo, perché questo dividere il proprio ruolo sarebbe avvertito esattamente come un dividere la propria personalità, ben riconosciuta dagli altri e quindi molto forte, presente e sicura. Per questo motivo il "bullo" si accanirà con maggiore veemenza contro un'altro "bullo" o aspirante tale, almeno nella maggioranza dei casi.
La cosa estremamente curiosa è come uno steriotipo da tempo assunto dallo studente riesca a sostituire quasi totalmente la personalità presistente alla scelta del ruolo, di fatto prevalicandola e sostituendosi ad essa. Questo procedimento è più o meno forte e veloce in base all'insicurezza latente dello studente al momento della scelta di ruolo (Che, ripeto, è di norma inconsapevole).
Anche quando il ruolo di "bullo" diventerà stretto e disprezzato in modo negativo dalla maggioranza della comunità, per lo studente sarà ormai troppo difficile tornare indietro per cambiare ruolo o modificare il proprio steriotipo, costringendo quindi il "bullo" ad operare sclete che variano di caso in caso.

Con l'avvento dei telefonini e con l'attenzione che internet e soprattutto la tv sta dando a questo mondo, però, un ruolo che da tempo era tra i più inflazionati sta raggiungendo nuovi limiti: quello del "buffone".
Il ruolo del "buffone" è sicuramente uno dei più apprezzati di sempre, così come il mondo dello spettacolo è uno dei più ambiti dai ragazzi e dalle ragazze del nostro tempo. Con il crescere dell'ansia e della insicurezza generale, infatti, si sente un impellente bisogno di venire valorizzati da sempre una maggior quantità di persone, in modo che il proprio ruolo sia sempre più consolidato.
In una classe il ruolo che ha competenza nel settore ricreativo è, per l'appunto, il "buffone".
Il "buffone" è sempre apprezzato: fa ridere gli altri, distrae la classe dalla fatica della lezione permettendoli di distendersi, li da modo di passare il tempo a parlare di lui e di ciò che fa.
E' insomma il centro nevralgico della classe, il perno sulla quale ruota gran parte della giornata.

In una classe media sono presenti oramai più di un "buffone", in base al numero degli studenti.
Chi non possiede i requisiti come lo charme e lo spirito per improvvisarsi "buffone", per forza di cose assume altri ruoli; da notare che anche chi crede di aver "rifiutato" o anche "combattuto" qualsiasi tipo di ruolo, in verità ne ha assunto uno (Più o meno atipico).
Con l'avvento dei videofonini è ovvio che un "buffone" possa vedere il range del suo pubblico enormemente aumentato, sia in capienza che in qualità. Se un "buffone" finisce addirittura in tv diventerà inesorabilmente un idolo per la propria classe, potrà inoltre sentirsi gratificato dal modo impeccabile e riconosciuto con il quale a impersonato il proprio archetipo di classe.

Con questo diventa chiaro che la presenza dei telefonini in classe non solo ha aumentato l'appetibilità del ruolo del "buffone" in classe, ma ne ha anche aumentato l'espressività, allargando l'esigenza dello spettacolo non più solamente ad una semplice classe di venti persone, ma ad un intero popolo di internet, ad un programma televisivo, al mondo intero.
Ed è grazie a questo meccanismo che il "buffone" di classe non si accontenta più di disegnare un fallo sulla lavagna prima dell'arrivo dell'insegnante, ma si cimenta in ogni sorta di intrattenimento, conscio che più queto sarà scioccante e nuovo, più sarà vasto il suo successo, ottenendo così una grande gratificazione.
E quindi giù con pestaggi imporvvisati, con azioni macabre, con azioni demenziali e pericolose, con le molestie, con tutto ciò che possa tenere i compagni attaccati alla "storia" e lo spettatore attaccato allo schermo.
Il campo di competizione è diventato immenso. Prima bastava una buona battuta al momento giusto epr far ridere tutta la classe; ora serve la distruzione di una classe, degli appunti di una compagna bruciata, qualsiasi cosa, senza freni, perché in tv si vede tutto, perché internet non ha limiti di nessun genere.

Spiegati ora, spero con chiarezza, i principi base che antropologicamente portano i ragazzi a fare quello che stanno facendo in questi tempi (Ma lo stesso vale per gli adulti e tutto il resto del mondo, con meccanismi solo un filo più complessi), posso dire che personalmente mi pare più che saggio bandire i cellulari dalle classi.
La mia posizione è personale, ovvio, ed è anche solamente un paliativo. Per risolvere un problema del genere alla radice bisognerebbe sdradicare l'insicurezza della nostra società, rendere i ruoli sociali obsoleti etc. maturazione che richiede ancora molti decenni, secoli, e chissà che altro.
Uff ... magari poi parlerò anche dei genitori di oggi, che praticamente sono delle ragazze madri e ragazzi padri a vita natural durante, ma questa è un'altra storia.

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