mercoledì, aprile 05, 2006

Epsodus V

Il signor Clarance Darby stava sorseggiando il suo Kojury caldo preso dalla macchinetta in mensa, mentre con l’indice scorreva distrattamente la lista dei fornitori sullo schermo del proprio pc.
Il suo lavoro era una tale noia …
Tutto consisteva nel controllare la lista dei fornitori e dei distributori, selezionare quelli in calo di profitto e quelli in rialzo che li forniva il programma gestionale n. 342, selezionarli e premere CANC, dopodichè bastava inserire la nuova lista aggiornata all’interno del database ufficiale e preoccuparsi che i suoi superiori lo leggessero.
Era un lavoro che qualunque programma basilare poteva svolgere da solo per lui, ma per sua fortuna suo zio aveva evitato di fornirne uno alla società, in modo tale da poter dare il lavoro al suo nipote prediletto.
Sulla porta aveva una scritta antisonante che lo qualificava come “analista alla distribuzione di livello 3”, ma in tutta sincerità nemmeno Darby sapeva cosa diavolo significasse; a lui bastava portare la busta paga a casa ogni mese, il suo programma preferito in televisione, quello con le ballerine sempre nude, e la sua beneamata cioccolata d’importazione, il suo segreto vizio culinario.
D’un tratto il naso dell’impiegato cominciò a solleticare, come un raffreddore improvviso e Darby non poté fare a meno di starnutire, imbrattando tutto lo schermo e la tastiera di saliva e muco.
Una espressione inorridita si formò in volto a Clarance, costretto ad usare la propria cravatta come fazzoletto di emergenza. Quando guardò di nuovo la propria postazione di lavoro sbuffò e si alzò con fatica per andare in bagno a prendere qualcosa con cui pulirla.
In sua assenza, Clarance non poté osservare minuscole lucine rosse illuminarsi lì dove aveva starnutito, muoversi nel suo liquido salivare fino ad entrare all’interno della tastiera. Non poteva vederli collegarsi ai contatti della periferica per avere accesso al pc dalla stessa tastiera usata dal suo possessore.
Sullo schermo dell’analista alla distribuzione scomparve la tabella dei fornitori e si aprirono a valanga decine di finestre. Dati di accesso, password, locazioni, file personali … tutto veniva spedito tramite SSL ad un contatto cifrato nella rete, un contatto che non aveva bisogno di superare nessun firewall perché si trattava di un contatto interno alla rete. Per la precisione nello storage game, per la precisione verso un hacker diciassettenne appena penetrato nel sistema, per la precisione ad un hacker sorridente davanti alle informazioni da lui appena sottratte ...

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