giovedì, marzo 16, 2006

Epsodus III

Diano si alzava dal letto mentre il grasso omuncolo mugolava nel sonno, stremato dalla sua ben misera prestazione.
Tra cena, vino e letto, il tutto era durato meno di tre ore. Le tre ore più fruttuose della vita del ragazzo.
Aveva avuto tutto il tempo.
Il tempo di prendere la scheda di accesso per il computer dalla giacca color cachi del padrone di casa; il tempo di accendere il computer e di trasferire su disco tutte le informazioni in esso contenute; il tempo di iniettare il siero nano-cybernetico nelle chiappe del suo "amante", grazie al quale avrebbe avuto un costante monitoraggio del suo corpo, oltre che un certo margine di controllo.
"Non esiste alleato migliore di quello che non sa di esserlo", aveva letto una volta nel sito di Spectral Iijack, il più grande pirata di sempre, e non poteva che dargli ragione ancora una volta.
Prese qualche soldo dal comodino e uscì di corsa dalla casetta dell'uomo.
Nel farlo urtò per sbaglio il cestino dei rifiuti accanto alla porta di casa, sparpagliando il contenuto sul pavimento a piastrelle nere e bianche dell'ingresso.
Riconobbe molte cose che nei giorni passati aveva cercato, studiato ed analizzato; ma quello non era più il tempo delle indagini; domani sarebbe entrato in azione.

Ed ora era là, davanti al costrutto grafico della Epsodus Elettronics, ad un universo di distanza dal mondo reale, percorribile semplicemente connettendo un jack alla corteccia sensibile reattiva.
Il momento era giunto, l'ora della verità o come cazzo la chiamassero, era arrivata.
Diano aveva solamente 17 anni, ma negli anni non era mai stata la vita ad allungarsi, bensì la sofferenza di viverla. Per quanto giovane fosse la sua età, sapeva bene che questa sarebbe stata l'unica occasione per avere una vita felice, lontano nelle colonie artificiali, anzichè sepolto nella merda di Detroid, sommerso e circondato da un mondo di automi.
Alzò lo sguardo verso l'alto, un fascio possente di luci colorate entrava ed usciva da una grande vetrata al centro delle due torri virtuali. Diano li riconobbe come stringhe di dati ad accesso limitato.
Telefonate, richieste di informazioni, fax, mail.
L'intera attività comunicativa della Epsodus viaggiava a velocità rete sopra la testa del suo avatar, e Diano sapeva come confondersi con essa.
il primo passo era facile: bastava modificare la propria modularità. Un programma chiamato Freepop 3.21 che veniva smerciato già alle elementari era in grado di farlo senza problemi.
Nessuno si preoccupa di ostentare subito grandi difese a costo di troppi soldi.
Il primo firewall scivolò via come acqua fresca mentre Diano si fondeva in un fascio di luce giallo solare, superando il primo muro di cinta del Twin Center e poggiando i piedi in quello che appariva come un corridoio deserto; emulante un normale complesso di edifici, con piccoli poster incorniciati alle pareti e delle finestre che davano sull'infinito orizzonte del cyberspazio.
Intorno a lui poteva quasi sentire gli sbuffi e le tirate di naso di centinaia di ICE di controllo, creati per scovare anomalie nel procedimento di trusted, sfasature di grandezza, di codice, di modulazione. Poteva ascoltare il Centro animarsi, muovere tutti gli ingranaggi per capire cosa fosse penetrato nei suoi file.
Il contatto con un entità tanto aliena fece gelare il sangue nelle vene di Diano.
A differenza di qualunque altra cosa su questa terra, il centro di sicurezza Epsodus non era un essere vivente. Controllava in cerca di errori da eliminare, da distruggere.
non conosceva pietà, remore, rimorsi o conscienza.
Davanti al ragazzo si aprì una finestra per il codice di accesso al livello 2.1 del complesso.
Nel momento esatto in cui avesse inserito la password errata, il sistema che già da ora stava rintracciando il nodo di accesso alla rete avrebbe bypassato ogni genere di allarme di sicurezza del provider di Diano per mandare verso di lui una scarica elettrica da 12.000 volt, tanto per ridurgli il cervello ad un frappè al cioccolato e farglielo colare giù dalle orecchie.
Il livello 2.1 in effetti era un livello di riguardo, proprio per questo Diano sorrise nel ricordare che non sapeva la password.

1 commento:

shadowmiller ha detto...

mi piacciono molto le frasi che fai su xena (se non l'avevi capito... eheh) ti va di diventare membro del blog???
io ho poco tempo da dedicargli!

commenta la tua risposta sul mio blog così poi timando l'invito!
ciao!