martedì, marzo 14, 2006

Aldilà

Esiste l'aldilà ?
Bè, finche saremo nell'aldiqua non si potrà mai dire, non c'è modo scientifico per studiare un campo
al quale non possiamo accedere, del quale effettivamente non sappiamo nulla.
Possiamo solo con moltissima umiltà limitarci però ad osservare il mondo che abbiamo davanti e le leggi che abbiamo imparato da esso.
Sappiamo ad esempio che in natura nulla di ciò che abbiamo visto si "crea" o si "ditrugge", ma tutto è il risultato di un mutamento costante, cioè che non si ferma mai.
Questa non sembra solo una legge fisica ma anche naturale.
Anche i nostri modi di ragionare non fanno altro che cambiare con il tempo, così come i nostri sentimenti, se nostre sensazioni .. tutto insomma.
Questo non vuole affatto dire che TUTTO sia così, infatti ricordo a tutti che una legge scientifica è valida fino a quando non è confutata, il che accade di continuo.
Supponendo però che per una volta la scienza ci abbia azzeccato davvero in pieno, possiamo dedurre che come ovvio la morte non è la fine di tutto ma solo una mutazione.
Il nostro corpo infatti cambia, arresta le sue funzioni vitali e comincia a decomporsi; diviene un ricettacolo di insetti ed un deposito di uova, si rattrappisce fino a che gli spazzini della natura non lo portano via tutto, fino a quando ogni parte del nostro corpo non sparisce per fondersi con la terra sulla quale viviamo.
Possiamo quindi pensare che la morte sia un unirsi alla natura ? molto poetico ma sinceramente non credo, in quanto noi non siamo solo un corpo.
Infatti cosa siete voi ? il vostro braccio ? i vostri polmoni ? ovviamente no.
Il vostro cervello ? ma il cervello altro non è che un organo, proprio come il cuore o il fegato.
Penso che nessuna parte del nostro corpo sia effettivamente "noi".
Anche il pensiero non è mai stato capito sul serio.
Facendo una TAC si possono evidenziare le parti del cervello che si attivano in determinati momenti, mentre un neurologo può anche identificare quanti neuroni si utilizzano per un certo pensiero o sentimento. Ma da dove nasca un pensiero o un sentimento è vero mistero.
Definire i nostri pensieri come una serie di scariche elettriche equivale a dire che il tostapane ha una coscienza .. ovviamente non funziona così.
Ma allora dove siamo noi ?
Non ho certo la risposta, ma questa risposta i credenti la chiamano "anima".
L'anima può essere dentro di noi o da un altra parte, ma di certo è l'unica cosa che possiamo considerare come "noi" a tutti gli effetti, come il nostro "io".
Forse anche questa cambia con la morte, ma non possiamo sapere quanto, forse si libera soltanto.
Se vogliamo possiamo credere che salga in cielo per andare in paradiso, oppure che si unisca anche essa ad un mondo etereo come il nostro corpo fa con la terra fisica.
Possiamo darci tutte le risposte che vogliamo, ma direi che è estremamente stupido pensare che non accada nulla, credere che la morte sia la fine.
Infatti c'è anche da dire che veramente pochi lo fanno ... addirittura molti atei pur non credendo in nessun Dio, in verità credono in un aldilà di qualche genere, a volte inconsciamente.
Personalmente se davvero fossi convinto che oltre la morte non ci sia più nulla, allora mi trasformerei in un guscio vuoto, totalmente privo di cretinate come morale, rigore, rispetto.
Se non c'è nessuno scopo nell'universo allora non sarò certo io a porli per me stesso.
Chiunque creda al nulla (Che è una fede a tutti gli effetti) e si comporti come tutti gli altri non avrà mai la mia comprensione, perché è inutile trovare significati quando si sostiene che non ce ne siano.
Un altro indizio (Chiamarle prove sarebbe eccessivo) di un esistenza ultraterrena (in qualunque forma sia) lo si può avere anche dagli animali.
Sappiamo bene che gli animali hanno un contatto innato con "le cose dle mondo" che noi abbiamo perso, e che questa capacità deriva dal grande istinto che possiedono.
bene, noi per istinto abbiamo paura della morte, ma è un istinto falsato, dettato da milleni di cultura unita ad evoluzione, noncome quella degli animali, ancora ancestrale e primorda.
Bene, gli animali non hanno paura di morire, hanno solo paura del dolore.
Si è sempre visto un qualunque tipo di animale scappare dal fuoco o avere paura dei predatori, ma mai si è visto un animale morente disperarsi. Essi accettano la morte con serenità, la sentono prima e l'affrontano con naturalezza. Se esiste saggezza in questo non saprei, ma per quanto mi riguarda questo è un aspetto da capire.
La morte ci voglie tutti, senza distinzione, e questo credo sia un bene assoluto.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Sai che ti dico???Ti ci mando a calci in culo così lo scopri e non ci rompi i coglioni con post così pallosi.......
P.s.Premetto che ancora devo leggere il post....=)non te la prendere sto scherzando....

Karoo ha detto...

sono abituato ad essere minacciato, ma non animatamente !!
chi sei ? SIAE, catto/mussu-estremista o cinese ?

Forse la coscienza muore, ma per rinascere in seguito .. chissà !!
Per gli animali (A parte che ci son omolte sperimentazioni che nonostante abolirei in massa co danno molta conoscenza anche sui
pensieri e la psicologia di un animale, infatti estono addirittura psicologi animali certifcati) basta saperli osservare ..
Se tu gli osservassi lo sapresti !

Unknown ha detto...

molto interessante questo blog...
cmq secondo me esiste una sorta di "aldilà"...
di questo fatto potremmo citare infiniti filisofi e letterati...

Karoo ha detto...

è solo un mio angolino ...
Cmq per i filosofi ci sono i libri, qui ci piace la tua opinione (Basta che piaccia a me ;-)

sistren ha detto...

io dovrei far parte della schiera dei non credenti (o come preferisce mia nonna dei poracci senza dio..)..e cosa potrei dire, io della morte ho paura, non mi capita spesso di pensarci però quando mi prendono i 5 minuti..sono davvero terrorizzata, proprio perchè penso che poi non ci sia più nulla..si, il fatto della trsaformazione del corpo è giusta..ma a volte sperare in una vita ultraterrena non deve essere brutto..ma è più forte di me, non ce la faccio..che vita? erano storielle per convincere la gente a comportarsi bene e fargli credere che nonostante una vita terrena orribile (non stavano affatto tutti bene in quei periodi..parliamo poi del medioevo..)ci sarebbe poi stato un al-di-là degno di nota..
io spero sia degna di nota la mia vita, nel suo piccolo.
(il mi ocorpo poi si trasformerà spero in altre vite perchè quando muoio vrrei donare più parti utilizzabili possibile..fami fare a pezzetti per aiutare più persone possibili...e una novità che ho pensato poco tempo fa..quando muoio voglio nella tomba il mio primo peluche, quello che mi ha regalato mio nonno quando sono nata e che è stato con me ovunque sono andata..cremati, entrambi, olè!)
scusa, sono stata un po prolissa :)

Karoo ha detto...

In realtà i non-credenti non esistono.
La fede è credere in qualcosa di cui non vi è certezza oggettiva, è un trovare la certezza dentro di se.
Chi crede in Dio è quindi un credente, perché crede nella sua esistenza che non sarà mai dimostrata.
Chi non ci crede invece lo è lo stesso, perché crede nella sua non-esistenza che non verrà mai dimostrata.
Per quello che tu mi dici, poi, direi effettivamente che tu sei credente, infatti ti preoccupi che la tua vita abbia un qualche piccolo senso.
Il semplice fatto che tu parli di "un senso" della tua vita impone che tu alla vita un in genere un senso lo dai, quindi la convinzione
che ti sei fatta dell'aldilà non deriva da quello che senti ma da altre cose che sinceramente accantonerei subito ...

P.S. Le "storielle" sull'aldilà non sono state inventate da delle persone per "controllare" altre persone; ma sono nate per atri bisogni
sia morali che psicologici. Poi forse sono state usate in questo modo, ma questo è un altro discorso.

Anche io penso che doerò gli organi e spero che lo facciano tutti perché è un bel gesto che regala moltissima felicità, il che non può essere un male.

sistren ha detto...

oh ti sbagli, io non sono assolutamente credente, o almeno, di sicuro non credo in dio, ne in quello cristiano, ne in quello anglicano, protestante, alla wicca, al satanismo, al dio degli ebrei ed a quello dei musulmani..si insomma..il concetto di religione non mi va, ho letto, mi sono informata ma proprio non ne trovo il senso.
se poi qualcuno vuole crederci per me non c'è nessun problema..ognuno farà un po quel che gli pare..
il senso della mia vita equivale alla mia felicità "terrena", che molte religioni vorrebbero che non si realizzasse in favore di quella post mortem..ecco, a me vivere piace, che ti devo dire..con tutte le sue complicazioni, i casini, le cazzate, le cose giuste e quelle non..e non capisco perchè se dico che voglio avere una vita bella sono credente..semmai egoista :)
il mio volere una vita degna di nota significa che quando morirò sarò felice di tutto quello che ho fatto..ma scrivere queste considerazioni è difficile..rischio davvero di non farmi capire.
fidati, non ci credo :)

Karoo ha detto...

non mi segui ...
hai appena scritto che NON CREDI ...
ma non credere è un atto di fede, se poi vuoi negare la realtà delle parole fallo pure, ma non qui ;)
Tu sei credente in quanto CREDI che non esista un Dio, come vedi basta cambiare l'ordine delle parole per farti
comprendere come un credente non sia una persona che crede in Dio, ma una persona che ha una qualche fede.
La fede nella NON-ESISTENZA è comunque una fede, quindi sei credente .. cambia i tuoi biglietti da visita !

Per quanto riguarda il piacere di vivere mi spiegherò meglio:
Quel senso di soddisfazione o di felicità che la vita ti regala lo devi alla tua sensazione subconscia che ti permette
di vederti all'infuori di te, come se tu fossi la spettatrice di te stessa. Se non fossi in grado di fare questo non
potresti giudicarti, e quindi non proveresti nessun senso di felicità o soddisfazione.
Questo è un processo psicologico basilare del quale quasi tutti siamo capaci e che acquisiamo dopo circa dieci mesi di vita,
quando capiamo che noi siamo "noi" e che il resto è il "resto", ovvero acquisiamo una identità.
Se mi hai seguito fino a qui potrai allora capire come per un credente questa sua visione "esterna" sia rafforzata perché sente su
di se uno sguardo aggiuntivo che può chiamare "Dio", "morale" o in qualunque altro modo desisidera.
Se tu davvero non credessi in un giudizio superiore al tuo io cosciente, non solo avresti seri problemi ad essere felice, ma anche a
comprendere o a trovare del senso in molti atri aspetti come la giustizia, la pietà, la misericordia etc.

Come potrai notare questo discorso esclude dal vero ateismo il 99% delle persone su questo pianeta.
Questo è vero, infatti i veri atei non so nemmeno se esistano. Quando infatti questi sono esistiti (più volte nella storia,
nei panni di popoli primitivi isolati dal mondo), questi non hanno fatto altro che crearsi una religione.
Perchè secondo te lo hano fatto tutti ? tutti, nessun popolo escluso ?
Semplicemente perché quel bisogno inconscio che ti ho spiegato poco fa è presente appunto nel 99% degli uomini.

Ora, se vuoi puoi rispondermi per le rime come ti pare, francamente non mi cambia granchè. Mi piacerebbe però
che tu riflettessi davvero su di te, così da conoscerti meglio ;) ciao

P.S. se vuoi insultarmi fallo per mail che qui ho una certa reputazione di stronzo incontrollabile ;)

sistren ha detto...

e perchè ti dovrei insultare scusa?

mi credi una persona cosi orribile da prendermela per quello che tu hai detto?
sinceramente non sono pienamente d'accordo con quello che ahi scritto ma non c'è problema..non amo insultare quelli che non la pensano come me in quanto in me non risiedono verità assolute..e il confronto è un ottima cosa :)

io non credo non esista un dio come non credo ne esista uno...in pratica non lo so, per il momento non mi inetressa, quelli "esistenti" non fanno per me, di pregare qualcuno nopn ne sento il bisogno, di vedermi bella perchè sono immagine di qualche essere superiore non me ne può fregar di meno..

una domanda:
"Se tu davvero non credessi in un giudizio superiore al tuo io cosciente, non solo avresti seri problemi ad essere felice, ma anche a
comprendere o a trovare del senso in molti atri aspetti come la giustizia, la pietà, la misericordia etc."

perchè scusa?
[il discorso della nascita del sè nei bambini ecc lo so..]
Forse sono una persona contorta e non me n'ero mai accorta ma quando sono stata felice so benissimo che lo sono stata per me stessa, non perchè qualcuno proiettava su di me qualcosa e tantomeno perchè mi vedessi da fuori in modo da giudicarmi..

una precisazione:
non ti stò rispondendo per le rime..anzi, non vorrei che tu avessi interpretato male il mio post precedente..era una risposta..mi sembrava poco educato non risponderti visto che tu avevi risposto a me, mi sembrava carino continuare il discorso perchè lo trovavo interessante..

ah, se però vuoi che ti mandi degli insulti lo posso fare ok? :)

seriamente, non voglio provocare, me semplicemente parlare, avere opinioni diverse non sempre genera inutili litigi no?

Karoo ha detto...

Sei molto cortese e sono contento tu abbia rivisitato la tua posizione passando da atea a agnostica.
La differenza è grossa, e personalmente non approvo nemmeno l'agnosticismo, però lo rispetto di più ;)

Mi aspetto come sempre degli insulti, perché come vedi quando scrivo sul blog per me non si tratta quasi mai di
scambio di opinioni, ma di costatazioni insolenti da parte mia :D

Quando dici di essere felice per te stessa, intendi in verità di essere felice "per l'immagine che hai di te stessa", il che
è una proiezione di te stessa. Tu (come tutti) giudichi te stessa solamente attraverso gli occhi degli altri, analizzati a loro
volta da una proiezione di te.
Per farlo capire meglio posso dire che è come se in effetti tu non sia realmente tu, ma un essere immaginario che ti guarda da fuori, anche se
non è proprio corretto dire così.
Questo effetto porta con se la sensazione inconscia che tutto quello che fai non sia fine a se stesso ma genera reazioni che
continuano indipendentemente da te, e ti fa preoccupare delle conseguenze.
Quando queste conseguenze sono "avvertite" (dico così perché sempre di procedimento inconscio si tratta) come benevole, sei felice,
altrimenti ti senti, diciamo, infelice.
Questo è il motivo per la quale a volte siamo felici o meno senza sapere effettivamente perché, o quando ci rendiamo conto
che quello che abbiamo ottenuto magari non ci interessa più, etc.

Per quanto riguarda il concetto di giustizia,misericordia,pietà etc. in effetti se ne può discutere ...
Ma il fatto è che se davvero si fosse convinti che ogni cosa qua fosse fine a se stessa, come si fa anche solo ad avere
la percezione di una qualche "giustizia" che prima o poi si verifica, quando la storia stessa smentisce tale fatto ?
Perché una persona che crede che la morte sia la fine di tutto dovrebbe provare pietà per qualcosa o operare per il bene
del prossimo, quando sostiene che una volta morto tutto ciò perde totale importanza ?
La risposta è che non si può. Chi sostiene che bisogna rendere il mondo migliore aiutando il prossimo e perseguendo valori come
libertà, uguaglianza, giustizia etc. lo fa perché capace di immaginare il mondo di domani e di proiettarsi in esso, riuscendo a capire
il risultato ultimo delle proprie azioni. Porprio questa consapevolezza inconscia del buon risultato delle proprie azioni, come detto prima,
lo rende felice; ma questo non è assolutamente possibile se questa stessa persona si esclude del tutto dall'eternità.
Se davvero credesse ad un nulla dopo la morte non potrebbe proiettare se stesso in un futuro remoto, non potrebbe avere la percezione
del buon fine delle proprie azioni e non sarebbe felice perché non ne capirebbe il senso.

Spero di essermi spiegato meglio, anche perché non so se riesco ad essere più chiaro di così.

sistren ha detto...

mh, quindi un puro altruismo no?
"per le future generazioni, salviamo il iaveta per i nostri figli, bla bla.." non suona bene?

non capisco come posso essere felice dell'immagine che ho di me stessa e non per me stessa e basta..non capisco nel senso che proprio non ci arrivo eh :)
nel senso "davvero tutti giudicano se stessi attraverso gli altri?"
è ovviamente una inconscia?

vabbè dai..ti ho stressato fin troppo mi sa..continuo a far finta di lavorare :)

sistren ha detto...

dio che dislessia, correggo un paio di cose..Pianeta e non ianeta, è una COSA inconscia e non è una inconscia..

Karoo ha detto...

vabbè si era capito cmq.
Non mi stessi affatto, io vivo solamente per discorsi inutili come questo !
L'altruismo non esiste parziale, figuriamoci puro ;)
Scherzi a parte tutto ciò che facciamo lo facciamo sempre e solo per noi stessi, ma da questo non vuol dire che
non esca qualcosa di buono ... anzi i più grandi benefattori della storia sono proprio i più grandi egoisti mai esistiti.
Purtroppo (ma perché "purtroppo" poi?) la proiezione è l'unico modo con il quale possiamo vedere noi stessi,
la nostra mente non si può autopercepire senza immaginare un occhio esterno .. sarà un limite imposto dalla nostra natura o dalla
nostra cultura ? non lo so in effetti, credo sia difficle capirlo dopo 3000 anni di evoluzione culurale :P

sistren ha detto...

è interessante il tuo stile di vita.. :)

ma se la proiezione è l'unico modo di vederci..e noi magari ci vediamo felici (sarà una bugia con noi stessi?) come mai ci vengono delle cosette psicosomatiche tipo mal di stomaco, sfoghi vari ecc?
è un modo per dirci che in realtà non stiamo affatto bene? (c'entra questo in tutto quanto detto finora?)

ora però vado a casa che se dio vuole (ah ah ah) anche per oggi ho finito, buon pranzo direi..

Karoo ha detto...

Hehe, tasto dolente.
Io stesso come tanti altri soffro di una forma di vitiliggine, ovvero una perdita di melanina in alcune parti del corpo,
di solito orientate a schiena e viso, che le fa apparire più chiare. Praticamente sono delle macchie bianche.

Sono già stato avvertito che questo disturbo (benchè non sia provato), è la maggior parte delle volte psicosomatico,
quindi a tutti gli effetti me lo procuro da solo.
Io ne ho due sotto gli occhi che mi fanno sembrare un pò un panda :P e sono abbastanza sicuro che sia dovuto al rapporto con mio padre.
Come vedi a me non interessa affatto di avere delle macchiettine sul corpo (si vedono poco, chiunque im smentisca su sto blog lo banno !! lol ;)
e non ho nessun problema evidente (nemmeno a me) con mio padre .. ma queste macchie sono il mezzo con il quale
la mia mente mi comunica che c'è qualcosa che non va .. forse è proprio questo mio disinteresse alla cosa a provocarle :P

Nessuno mi obbliga a studiarmi la psiche per eliminarle, non per forza bisogna farlo, ma di certo se ci riuscissi allora
vorrà dire che avrò raggiunto una maggiore conoscenza di me stesso e una maggiore capacità di essere felice, nonostante magari
pensi già di esserlo. Questo non può secondo me che essere un bene.

Già finito ? 'mazza io pensavo che lavoravi !!

sistren ha detto...

eh lavoro..è una parola grossa, stò facendo servizio civile in attesa di trovare qualcosa di meglio..ma almeno non stò a girarmi i pollici che non lo sopporterei :)
a me pure vengono cosette a causa del mio povero cervello..e io pure mi ostino ad ignorarle..ed io pure sono arrivata alla conclusione che più le ignoro più staranno li senza andarsene..ah ah ah :D

[io sotto gli occhi a parte la domenica ho sempre le occhiaie....]