lunedì, settembre 24, 2007

Sospeso

E' un pò che ho in mentre questa parola, e mi ritorna davanti agli occhi quando penso all'incidente con la moto.
Avevo già fatto degli incidenti, e non so come affrontino la cosa le altre persone, ma io ricordo praticamente tutto, ogni singolo millisecondo, molto meglio di quanto ricordi la maggior parte della mia quotidianietà.
Certo, i miei ricordi sono limitati dalla scarsa, anzi scarsissima visione che io possa aver avuto di un momento tanto concitato, e che dura solo un'attimo, ma quei fatidici momenti rimangono stampati nella mia testa a fuoco, così che io possa ripassarli nella mia mente più e più volte, nella visione, nei pensieri e nelle emozioni.
Ci metto un bel pò di norma, e la maggior parte delle volte lascio anche perdere, ma c'è una sensazione che mi è rimasta addosso più a lungo questa volta, e che ora si è affievolita fino a spegnersi, lasciando solo il ricordo di una emozione, o il ricordo del sogno della stessa.
Ricordo di aver visto quel motorino uscire dalla traversa, e ricordo che non me l'aspettavo.
Puoi sapere o prepararti quanto vuoi riguardo ad un evento, ma non puoi essere sempre vigile, sempre al 100%, e proprio quando socchiudi gli occhi per un attimo, ecco che un maledetto motorino ti taglia la strada.
Vabbé, non è questo il punto, il punto è che ricordo di aver frenato, ricordo di aver capito che i miei freni non sarebbero bastati, che stavo sì rallentando velocemente, ma che lo spazio non era sufficiente. Allora lasciai i freni e provai a spostare il corpo sulla sinistra, per evitare l'ostacolo anticipando il movimento del motorino verso destra, quando quello si ferma, si piazza in mezzo alla strada come un pirla. Per questo ho colpito il passeggero, e non la parte anteriore dello scooter.
Ma ancora non è di questo che voglio parlare, voglio parlare di quando ho impattato, del momento esatto nella quale ho sentito la moto arrestarsi di colpo, prima di andare giù, quando forse ero sospeso a mezz'aria ad imitare yuri chechi.
Se mi chiedessero cosa prova una persona in quel momento, proprio non lo saprei, probabilmente risponderei che non lo saprebbe nemmeno lui.
Io ho provato solievo. Proprio così, solievo.
Non so perché, e forse non sono nemmeno sicuro che si trattasse di quello, ma il "solievo" è il massimo che sono riuscito ad accettare riguardo me stesso e le mie emozioni, e per ora mi basta.
Forse mi sono detto "Bhà, è andata così", forse il menefreghismo è la mia difesa contro i sensi di colpa o contro le insicurezze che di norma si abbattono su chi sa di aver sbagliato, o forse davvero ero cosciente di non aver fatto errori che mi era possibile correggere, ma in quanto tempo posso aver pensato simili cose ? Il mio inconscio è tanto deduttivo, logico, chiaro ?
Non credo.
Ad ogni modo ero "Sollevato", o come mi è venuto in mente ora, ero "Sospeso". Sospeso tra il momento in cui mi trovavo e la lunga serie di avvenimenti che avrei dovuto affrontare da lì a poco.
Un limbo senza tempo tra il tornare a casa e passare la notte in ospedale, con la clavicola rotta.
Che cosa assurda. Non so se sia normale, ma quel senso di solievo si è dilungato per tutta la convalescenza, in misura minore.
Quando mi hanno detto che ci sarebbe voluto un mese a guarire, la cosa non mi ha nemmeno sfiorato, come se mi avessero detto un giorno. Invece di essere incazzato o preoccupato della moto, ero totalmente placido, tanto che ho chiesto delle condizioni del mezzo solo molto tempo dopo.
Era come se avessi saputo che tutto sarebbe andato a posto. Abitudine ?
In effetti sono un tipo molto fortunato, almeno nel quadro generale ...
Non so spiegarlo, non so se saprò spiegarlo meglio di così e non so se mi importerà. So che per l'ennesima volta ho intravisto parti di me celate al mio stesso io, e la cosa non può fare che bene, a mio parere.

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